Buona sera, mia moglie da ca 5 mesi è in cura al Istituto dei Tumori di Milano per un tumore al seno. Ha ora terminata la quarta chemioterapia ma credo che da solo non c'e la faccio tirarla fuori psicologicamente . Le chiedo se è meglio cercare di fare una terapia di gruppo con altri paziente con la stessa malatia, oppure se meglio fare delle sedute da sola. Abbiamo anche due figli ( 19 e 22 anni ) che sovrano la sofferenza della mamma e avrei veramente bisogno di una diritta come fare per farci aiutare da qualcuno. Cordiali saluti Ralf Hofmann
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7 OTT 2013
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Buongiorno, credo sia molto utile in questi casi farsi dare una mano da un esperto. So che l'ANT (associazione nazionale tumori) offre gratuitamente questo servizio, sia si pazienti che ai familiari. Cari salMoredduuti, Dott.ssa Silvia Moreddu, Reggio Emilia.
8 OTT 2013
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Gentile Ralf,
le possibilità di sostegno in un gruppo o individualmente sono alternative utili e spesso necessarie per la persona che ha un tumore, la scelta dell'uno o dell'altra dipende primariamente dalla persona stessa, quindi lasci che sua moglie scelga ciò che preferisce.
Se posso permettermi, consiglierei anche a lei di chiedere un sostegno e ritengo sarebbe importante che lo facessero anche i vostri figli.
Da anni svolgo attività di volontariato in un'associazione che si occupa proprio di pazienti oncologici e dei loro familiari e so, quindi, per esperienza che la malattia ha un impatto molto forte su tutti i membri della famiglia. So che a Milano c'è la LILT (lega italiana per la lotta contro i tumori), ma credo che ci siano anche altri centri.
7 OTT 2013
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Buongiorno gentile Ralf,
il sostegno psicologico è indicato nei casi come quello di sua moglie e può ricorrere a questo sia direttamente in ospedale che privatamente. Forse in una prima fase sarebbe opportuno che sua moglie richieda un supporto individuale, poi quando si sente più forte potrebbe iniziare con il gruppo di terapia con altre pazienti. Per voi famigliari, suggerisco un breve periodo di terapia familiare per poter esternare la vostra sofferenza e un certo livello di impotenza nell'aiuto che potrebbe cogliervi ma anche per rasserenarvi per tutto l'amore che date a vostra madre e moglie.
Cordialmente
7 OTT 2013
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Gentile utente,
si tratta di due interventi effettivamente ma non mutualmente escludentesi.
Ovvero, talvolta può essere utile iniziare un percorso psicologico individuale per poi approdare all'intervento in gruppo.
Inoltre bisognerebbe valutare se si tratta di un gruppo di auto aiuto (senza un conduttore psicologo/psicoterapeuta) oppure di un gruppo di sostegno, che include la presenza di un professionista al suo interno.
Quest'ultimo, a mio parere, è preferibile.
7 OTT 2013
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Gentile Ralf,
sicuramente la malattia di sua moglie e le pesanti cure a cui è sottoposta hanno conseguenze sullo stato emotivo e psicologico non solo di sua moglie stessa, ma anche dei componenti della famiglia. Concordo con quanto lei stesso afferma nel riconoscere il bisogno di un supporto psicologico specifico per sua moglie, considerando le conseguenze e le ripercussioni che la condizione medica ha sull'equilibrio e il benessere psicologico. Le suggerirei di individuare uno psicologo psicoterapeuta a cui rivolgervi, in un primo momento di conoscenza insieme lei e sua moglie, per approfondire la situazione e darsi degli obiettivi terapeutici, in modo che successivamente sua moglie possa avviare un percorso individuale di sostegno che prosegua parallelamente alle cure mediche. Se lo desidera, rimango a vostra disposizione per incontrarvi direttamente e valutare insieme le modalità di aiuto più adatte a voi.
Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
7 OTT 2013
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Gen.le signore,
lavoro a Milano e potrei consigliarle strutture o privati, sulla base delle sue specifiche esigenze (anche economiche).
Se lo ritenesse utile mi può contattare in privato.
Cordiali saluti.
Dot. Jody Gagliardo
7 OTT 2013
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Egregio signore, sono convinto che per sua moglie, trattandosi di un argomento cosi' delicato ed intimo, siano piu' appropriati colloqui individuali.
In bocca al lupo
7 OTT 2013
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Salve
Il trauma subito è molto forte, in queste situazioni un aiuto psicologico è utile. Un aiuto non solo mirato alla persona malata, ma anche alla famiglia può aiutare a superare il dolore e la paura provata.
auguri
dott.ssa Di Blasio Carmela
7 OTT 2013
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In queste situazioni c'è bisogno di due cose: un supporto per la persona, un supporto per la vita di coppia. Per quanto riguarda la persona, "fantasmi" di morte, di pericolo, di precarietà, di estraneità del proprio corpo rendono difficile la vita, le relazioni, il quotidiano, la progettualità. Per quanto riguarda il secondo punto, per il coniuge sano può risultare difficile continuare a "vedere" la propria donna proprio coma una DONNA e non solo come una malata, e dunque riservarle quelle attenzioni ed affettuosità che non rappresentano dei "preliminari" sessuali ma dei riconoscimenti al desiderio che ancora nutre la coppia. Anche l'aspetto sessuale va ripreso, affinchè il corpo ferito non si trasformi in un corpo stabilmente MALATO. Presso l'Istituto Tumori c'è l'Unità di Psicologia, chidete lì indicazioni su psicoterapeuti speciualizzati proprio in quella branca che si definisce di PSICOLOGIA ONCOLOGICA. Recatevi o telefonate con fiducia; loro hanno grande esperienza e preparazione specifica. Ritengo che tutte le persone colpite da tumore andrebbero accompagnate e sostenute psicologicamente, assieme al loro partner e famiglia. Saluti cari.
Dott. Brunialti
4 OTT 2013
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Egregio signore Ralf Hoffman,
per mia personale espreienza per una situazione particolare e delicata come la sua le consiglio uno psicoterapeuta privato per "sostegno" indididuale. Allo scopo di raggiungere risultati concreti, verificabili, misurabili e stabili nel tempo le consiglio di adire per le prime volte assieme spiegando che cosa succede nel dettaglio giorno per giorno al terapeuta che dopo una opportuna valutazione le presenterà un piano terapeutico personalizzato
dr paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine
4 OTT 2013
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Gentile Utente,
nonostante in questo caso si parli di una patologia organica, nello specifico una neoplasia, sarebbe utile affiancare alle cure mediche anche un percorso di supporto psicologico. Mente e corpo non possono più essere considerate come entità separate, proprio perché sono in stretto dialogo e si influenzano a vicenda.
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo Viterbo