Sorella Borderline, famiglia sfinita

Inviata da Armando · 28 ago 2022 Terapia familiare

Salve a tutti. Ho letto diversi casi di consigli a partner di persone borderline su come uscire dalla "codipendenza" e potersi rifare una vita al di fuori del rapporto malato che si puo avere con un BL.

La mia situazione invece è un po' piu complicata, perche la BL in questione è mia sorella. Siamo 3 fratelli, io dell'81, mia sorella BL dell'87 e un'altra sorella piu piccola del 94.
Quella di mezzo, a cui poi è stato riconosciuto questo disturbo, ha sempre avuto un carattere un po' particolare fin da bambina, molto scontrosa e introversa, ma la situazione è degenerata dopo la scomparsa prematura di nostra mamma nel 2004, per un brutto male.

LEi forse è stata quella che ha sofferto di più, data anche l'età delicata quando l'ha persa, 17 anni, da quell'anno in poi non si è capito più niente.

Ha cominciato a bere, fumare erba, e poi la situazione è degenerata con veri e propri attacchi misti di ansia e isteria, in cui può perdere anche conoscenza e esteticamente sembrano un po' quelli epilettici, ma ha fatto tutti i controlli, non sono di natura organica ma psichiatrica, li chiamano "disturbi di conversione".

L'abbiamo portata da più di uno psichiatra, ne ha cambiati 4 o 5, ma non le stava bene nessuno, e smetteva di andarci, le pasticche che le prescrivevano ne ha sempre fatto un uso irregolare, abusandone per inscenare dei "tentati suicidi".

Ha avuto sempre un rapporto conflittuale con tutto il resto della famiglia, specialmente con nostro padre (la cui unica colpa è stata quella di dover stare spesso fuori per motivi di lavoro), e con mia zia, la sorella di mamma defunta, che, non essendo sposata, ha continuato a vivere con noi, e la cui colpa era quella di metterla in punizione quando la vedeva fumare e bere, (non che però non abbia cercato di aiutarla, anzi,)all'ultimo la situazione era cosi degenerata (spesso cercava lo scontro fisico proprio con la zia, alzandole le mani), papà ha deciso di comprarle 5 anni fa (2011) un piccolo bilocale dove potesse gestirsi da sola.

Percepisce una piccola pensione di invalidità e il resto glielo diamo io e papà..Ha provato a cambiare 2 o 3 lavori ma si è sempre fatta cacciare o per litigi sul posto di lavoro o per difficoltà logisitca ad arrivarci (le possono prendere attacchi d'ansia sia a guidare che a prendere mezzi troppo affollati).

Ora ci accusa di averla "scaricata" in questa nuova casa, anche questo non vero perche ci siamo offerti piu volte io e la piccola di dormire a turno per farle compagnia, ma dopo un po' la ns compagnia non la gradisce piu... Gradisce solo quella dei nuovi "amori" che si crea, e che puntualmente la scaricano.In compenso ci chiama quando decide lei, e se ci si rifiuta x nostri impegni, "si fa venire una crisi" o inscena un tentato suicidio... Io ci ho rimesso un posto di lavoro e la mia fidanzata per questa mia sorella, oltre a tante botte prese, pure. Quando va in P.Soccorso per qualche suicidio, le propongono di ricoverarla, ma le lasciano il potere di firma ed esce. Che dovremmo fare?
Io sono seriamente preoccupato, per quello che sarà il suo futuro. E' arrivata a 36 anni, a fare una vita che non si puo definire tale, e noi la stessa cosa, per starle appresso.
Non esistono strutture, case famiglia, che si occupano anche in lunga degenza di casi del genere?
Anche a livello di sostentamento economico, mi chiedo: se domani dovessimo morire tutti noialtri familiari di un incidente stradale, come campa? Di certo i 600 euro di pensione che prende (e ben venga che ancora glieli diano), non le sono sufficienti per pagarsi tutte le spese, bollette comprese.
I fidanzati che si sceglie, la sfruttano e la mollano dopo poco. Noi siamo sempre qua, in trincea, a NON vivere la nostra vita per aiutare lei a vivere la sua economicamente e non solo,, e lo stesso aiuto che le offriamo non serve a nulla. Una volta c'erano i manicomi, ora nemmeno piu. Quindi queste persone sono lasciate sole, con le .loro famigie, che però non sono in grado di far miracoli.
Grazie a chiunque vorrà rispondere

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Miglior risposta 31 AGO 2022

Armando, è molto difficile la situazione che vivono i familiari di persone che hanno seri disagi psicologici come sembra sia il caso di tua sorella. La vita di ognuno di voi è come bloccata e ogni attività, evento, relazione diventa secondaria rispetto alla continua urgenza che tua sorella vi mette continuamente di fronte. Il tuo lavoro è diventato secondario, la tua relazione intima è diventata secondaria. Per rispondere alla tua domanda: sì esistono strutture, anche semi-residenziali, che si occupano di pazienti con disturbi di personalità e sono pubblici o convenzionate. Il contatto sarebbe tramite il territorio (ASL, DSM di tua/sua competenza). Dopo una valutazione da parte di un team multidisciplinare si costruisce un percorso adeguato ai bisogni psicofisici del paziente. E' anche vero che tua sorella è seguita da un punto di vista psichiatrico e è supportata anche da voi. E' invece il sostegno a voi, a te, che manca. Armando penso che sia arrivato per te il momento di pensare anche alla tua di vita e a come integrare l'esistenza e la cura di tua sorella nella tua vita senza esserne totalmente risucchiato. Voi avete fatto, e continuate a fare, molto per vostra sorella. Il senso di impotenza che provi è frutto della difficoltà di prendersi cura di chi soffre di disturbi cronici. Occuparti in questo momento di te, dei tuoi progetti, delle tue relazioni, del tuo futuro, indipendentemente dalla tua famiglia e da tua sorella, è necessario per la tua salute mentale, non sottovalutare il tuo esaurimento (o burnout) caratteristico di chi si occupa di persone con disagi psicologici, anche tu sei un essere persona e anche tu puoi sentirti psicologicamente sofferente. Un caro saluto

Simona Galasso Psicologo a Roma

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30 AGO 2022

Buongiorno Armando, il problema purtroppo è di non facile soluzione. Al di là della diagnosi che potrebbe essere addirittura più complessa del disturbo borderline di personalità. Nel quadro che lei ha descritto si intravede una sorta di equilibrio malsano, che di fatto permette a sua sorella di continuare a comportarsi così, è un equilibrio fatto di tira e molla, di strappa e ricuci, ma da un punto di vista psicopatologico funziona. In queste situazioni è molto difficile, talvolta impossibile, salvare capra e cavoli. In tutto questo sua sorella è l'unica che riesce inconsapevolmente a vivere come vuole, al prezzo però di una elevatissima sofferenza da parte di tutti i membri del sistema. Sua sorella potrà riuscire a cambiare quando prenderà consapevolezza della necessità/opportunità di farlo, ed in questo momento "il sistema" messo in piedi, per quanto patologico, le permette di continuare a vivere così.
Il modo più "soft" che potete tentare è quello di riuscire ad un certo punto a "ricattarla" per farla accedere ad una terapia famigliare insieme a voi, gli strumenti li avete dal momento che mi sembra di capire che lei sia quasi completamente dipendente da voi. Dico questo perchè al momento non vedo le condizioni perchè lei possa seguire un percorso personale in modo costruttivo.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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29 AGO 2022

Gentile Armando,
quella che ha descritto è una situazione molto triste e allo stesso tempo molto difficile da affrontare.
Tuttavia, pur comprendendo l'entità dello stress emotivo a carico di voi familiari, la soluzione di offrire a sua sorella possibilità di autonomia e supporto economico, a mio parere, non è stata indovinata per il semplice fatto che sua sorella non ha per adesso le capacità per gestire normalmente e autonomamente la sua vita.
Peraltro, dopo il trauma della scomparsa di sua madre, sarebbe stato preferibile concordare la decisione di avvalervi di una psicoterapia familiare dando anche a sua sorella la possibilità di mantenere la percezione che l'intera famiglia era rimasta unita nell'affrontare ed elaborare il grave lutto subìto.
Ora è ovviamente tutto più difficile ma forse si può ancora tentare di perseguire questa strada valutando l'opportunità di una eventuale integrazione farmacologica per sua sorella in aggiunta alla psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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29 AGO 2022

Buongiorno Armando,
mi dispiace per la situazione che sta vivendo e attraversando, non è facile.
Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per lei e i suoi familiari, mentre sua sorella dovrà essere seguita da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta.
Solo quando starà meglio, bisognerà valutare se la terapia familiare potrà essere utile.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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