Sono triste perché sono borderline

Inviata da Dario · 20 ago 2017 Disturbo ossessivo compulsivo

Salve, sono Sergio e ho 32 anni.
Da dove iniziare?.. tempo fa ho rivisto la mia ex che chiacchierata con un ragazzo che le fa la corte. ...ho provato una forte invidia tanto da pensare di non uscire più per paura di incontrarli abbracciati o altro.
Ho ricontattato la psicologa che non sentivo da almeno 10 anni.
Avevo accettato il sentimento di invidia. Desideravo riincotrare la dottoressa perché non la sentivo da tempo e perché desideravo essere tranquillizzato su quel sentimento che ho provato.
Solo un incontro abbiamo fatto e mi è bastato per buttarmi giù senza speranza: ho visto quanto sono terribilmente sensibile. La cosa non mi è piaciuta perché non posso essere così sensibile: se sono così sensibile non vivo bene con gli altri e gli altri non vivono bene con me. E ci sto pensando da giorni. Tutto mi ha riportato indietro. Tutto mi ha riportato al mio essere borderline. SONO TRISTE PERCHÉ SONO BORDERLINE. la mia ipersensibilità è del borderline. Ecco che mi cado addosso di nuovo.
Circa dieci anni fa feci terapia di un anno con la stessa psicologa. Fu un periodo terribile. Ero una foglia. Ero curioso di sapere e Avevo solo tanta speranza di vivere e esser felice. Feci i conti con la realtà. Ma uno che è borderline come può farlo i conti con la realtà se è così ipersensibile? ...la diagnosi mi fu fatta tramite un test. Non gli diedi molta importanza. Ero già in terapia. ...col tempo divenne un ossessione. Non volevo essere così. Non era giusto. Non era giusto perché oltre a desiderare un rapporto familiare adeguato ero anche borderline...e ero doppiamente inappropriato. (Questo mi fa piangere). Come si può chiedere attenzione se le attenzioni che chiede un borderline sono attenzioni malate? (Paradosso). Io ero solo triste. Non manifestavo in famiglia il mio essere borderline. Me ne stavo tranquillo, ma desideravo esser apprezzato dai miei. Non ero spericolato..ero un ragazzo semplice e timido. (Tanto confuso e spaventato). Comunque feci il test senza pensare a esser borderline. Mi fu chiesto di rifare il test più volte. Mi rifiutai. Ero lì e dopo esser entrato tristemente nella fase limbica, non contava più di tanto per me fare il test.
La terapia finì. Non mi resi conto in realtà. La dottoressa aveva fatto tutto. Io non vedevo motivi ne per continuarla ne per interromperla. Mi iscrissi all' università ma stavo ancora male. Non contattai più la dottoressa perché dopo che la ricontattai mi disse che ero un provocatore. (Tipico da borderline a quanto pare.

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Miglior risposta 21 AGO 2017

Gentile Sergio,
ricapitoliamo : circa 10 anni fa, essendo un ragazzo semplice, timido, confuso, spaventato e probabilmente con disturbi dell'umore ha iniziato un percorso di psicoterapia durante il quale è stata fatta diagnosi di "disturbo borderline di personalità", diagnosi incerta perchè le è stato chiesto di rifare il test.
Lei però non solo non lo ha voluto ripetere ma ha anche interrotto la psicoterapia salvo a ricontattare la psicologa che però le disse che era un "provocatore" sicchè lei non l'ha più chiamata se non recentemente dopo 10 anni.
E quindi? come stanno adesso le cose? La psicologa l'ha tranquillizzato su quel sentimento di invidia che ha provato? Sembra di no perchè dopo questo incontro lei si dice crollato senza speranza! Ora cosa intende fare? Annegare nella tristezza e nell'ipersensibilità essendo certo della sua diagnosi di borderline oppure farsi seguire da un altro bravo psicoterapeuta per un periodo di tempo adeguato nella speranza di raggiungere un miglior equilibrio psicologico?
Io spero che scelga la seconda opzione.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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