sono stato lasciato dalla mia ragazza e sto pensando di farla finita

Inviata da gulluwing · 2 ott 2015 Terapia di coppia

Ho 49 anni e sono stato lasciato dalla mia ragazza dopo che ci eravamo conosciuti 10 anni fa in chat e dopo anni di sporadico contatto abbiamo cominciato a vivere un rapporto di coppia col problema che lei viveva a 80 km da me quindi non ci si vedeva tutti i we. Io tra l'altro non potevo andare in ferie con lei per problemi economici (ho perso il lavoro mentre lei ha una piccola azienda quindi ha una certa disponibilità).
Fatto sta che 20 gg fa in chat viene contattata da un ex compagno delle medie e decidono di vedersi per un aperitivo, da li ne sono seguiti altri ed è nato l'amore. Mi invia un sms in cui mi dice che ha bisogno di stare un pò da sola e io dopo un giorno ho subito sentore che c'è uno nuovo. Mi dice che le piace, che abita vicino a casa, che ha un lavoro. Quindi io: colpito e affondato.
E il bello è che non riesco a non giustificarla.
Mi sento morire. La solitudine mi sta attanagliando (sono figlio unico e i miei genitori sono morti giovani) e non trovo più la forza per reagire. Mi sono lasciato altre volte con altre ragazze e so che si sta male, molto male ma è la prima volta che vengo lasciato per un altro. È estremamente dura sentire che il mio dolore è direttamente proporzionale alla sua felicità. Mi pare di impazzire a pensare che lei nei we frequenterà con lui i luoghi che frequentava con me, che lui andrà a dormire nel "mio" letto, che faranmo l'amore.
Sto impazzendo, non trovo pace, non so cosa fare, cerco aiuto da amici e parenti ma anche loro non sanno come aiutarmi. Non riesco a mangiare, mi odio e mi detesto. Ho pensato di farla finita per trovare pace, ho anche pensato come fare ma sono talmente una mammoletta che non credo di averne il coraggio. Proverò a resistere ma è un'opzione che tengo in serbo, è una vita che non riesco ad avere un pò di serenità: la malattia e la morte dei miei genitori seguita dal primo all'ultimo giorno, il lavoro che non va, rapporti costellati da problemi. Non riesco ad immaginare un futuro.
Volevo solo una famiglia con dei figli e ho fallito. Questa volta credo proprio che non ce la farò.
Sono disperato, piango, non so dove stare: a letto non dormo, quando sono sveglio penso a lei e ai miei errori e soffro in maniera lancinante, il mio cervello non si ferma un attimo, mi continua a sfornare ricordi e immagini che mi fanno sprofondare nella depressione più nera. Non ce la faccio più

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Miglior risposta 2 OTT 2015

Gentile lettore,
dieci anni mi sembrano un periodo di tempo sufficiente per realizzare qualcosa di importante come costruire una famiglia, cosa che auspicava, ma se ciò non è accaduto ci saranno stati dei buoni ( o cattivi ) motivi.
Lei non ci dice l'età della ragazza ma è presumibile che quando l'ha conosciuta fosse molto giovane e attratta da un quasi quarantenne che forse la faceva sentire protetta e sicura. Gli anni trascorsi senza concretizzare, la distanza poi e/o le difficoltà economiche hanno fatto il resto.
Per quanto si possa capire il suo dispiacere esso è inversamente proporzionale al suo livello di autostima e perciò è da quest'ultimo che occorre ripartire.
Si faccia aiutare all'interno di un percorso di psicoterapia per recuperare il giusto livello di autostima e si accorgerà che la vita le può ancora offrire tanti momenti positivi.
Il suicidio in genere, e ancor più un suicidio in un contesto simile al suo, sarebbe soltanto un atto crudele e stupido.
Si faccia coraggio e inizi una psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).h

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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12 OTT 2015

Buongiorno a tutti, sono di nuovo qui perché nonostante mi sia già sottoposto a 3 seduta da una psicoterapeuta il mio dolore si sta acuendo. Mi sto impegnando con tutte quelle poche forze che mi sono rimaste ma non ottengo risultati; quando penso che dovrò dimenticare lei, trovare un lavoro e superare la solitudine che mi attanaglia mi sembra un'impresa titanica: sono troppe cose, troppo grandi. Sto cercando una posizione, un rifugio dove trascorrere il tempo senza pensare a lei, ma nulla: a letto mi rattristo e mi dispero, davanti alla tv non trovo interesse, se esco vengo preso da una forte ansia e osservo la gente con invidia, vedo le coppie passeggiare e mi viene in mente quando queste cose le facevo con lei. Appena mi sveglio il pensiero va a lei, tra l'altro sta notte ho sognato che stava tornando con me, quindi nonntrovo pace nemmeno nel sonno. Ho cominciato a bere a spron battuto fin dal mattino ma anche questo stratagemma pare che non sortisca nessun effetto. Non riesco a far fronte a questo inferno che chissà quando finirà. E l'unico pensiero che mi rasserena per un istante è pensare che la soluzione strema sia l'unico modo reale per trovare pace e risolvere tutto velocemente e definitivamente.

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5 OTT 2015

Vi ringrazio tutti che avete speso tempo a rispondermi e tutti più o meno avete centrato i problemi.
Io mi detesto perché negli ultimi anni non ho cercato lavoro, me la sono presa comoda e ora questo mio immobilismo mi porta a vedere in me l'unica causa della fine del rapporto. Da qualche tempo non la cercavo nemmeno più sessualmente perché fisicamente aveva avuto un certo decadimento(sono sempre stato molto attivo da quel punto di vista) ma soprassedevo perché stavo bene con lei, mi bastava il suo affetto, la sua vicinanza.
La disperazione e impotenza mi assalgono perché so che prima di tutto mi dovrò trovare un lavoro che è una cosa difficilissima, nel frattempo dovrò affrontare e convivere con la solitudine e non pensare alla felicità e l'amore che ora lei prova per lui. Tutto ciò mi pare insormontabile. Non voglio pensare di passare mesi in questo stato di disperazione ed è per questo che ho pensato che l'unico modo per avere un pò di pace sia concedere la vittoria al fato e ritirarmi dai giochi.
Sono uscito un paio di sere e mi sono guardato intorno e non so prorpio come e quando riuscirò a trovare una nuova compagna quindi rientro ancor più triste.
Grazie a tutti

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5 OTT 2015

Caro Gulluwing,
la fine di una relazione è di per sè un lutto e lei sta proprio vivendolo in pieno. Si sente abbandonato dalla figura che amava e sa che non potrà tornare nulla come prima. Non sa come reagire perchè il dolore per il distacco e la perdita è troppo forte. Accanto alla fine della sua storia, però, lei accennava ad un contesto generale non roseo: perdita dei genitori e del lavoro, relazioni problematiche...alla luce di tutto ciò, io le consiglio di chiedere un consulto ad un professionista della sua zona che saprà sicuramente come aiutarla e come farle riacquistare la serenità che ha perso.
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione

Dott.ssa Carla Francesca Carcione Psicologo a Capo d'Orlando

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5 OTT 2015

La mia ragazza aveva 2 anni in meno di meno, cmq il problema della mia autostima è reale, non so come abbia fatto a capirlo. Un altro grosso problema che lei non ha problemi exonomici io invece si anche se non le ho fatto mai mancare nulla, a parte le vacanze che per lei erano importanti, ma è anche vero che non mi è venuta mai incontro da questo punto di vista scegliendo crociere costose o hotel 4 stelle in montagna. Se analizzo profondamente la cosa mi rendo conto che in molti casi è mancata la sua presenza. Per es gli ultimi 2 natali li ho passati a letto a casa mia da solo perché lei era in montagna con la famiglia, ricevendo una misera telefonata di 3 minuti per gli auguri. Forse il mio errore è accontentarmi per il timore di rimanere solo, sono terrorizzato dalla solitudine; tra l'altro essendo ora senza lavoro e vivendo solo tutto il giorno nella triste casa ereditata dai miei genitori morti entrambi di tumore, vengo avvinghiato dalla solitudine e dal silenzio che si insinuano in me e mi devastano, soprattutto all'imbrunire; quando poi fa buio mi riprendo. Mi viene detto di uscire, andare in mezzo alla gente ma poi quando sono in mezzo alle persone vedo tutti felici, coi loro bambini. Vedo le coppie più strane e le invidio e mi chiedo perché io non riesco a tenermi una donna. Sono una persona colta, curiosa, leggo molto, sono il centro di consiglio per tutti quelli che cercano soluzione a qualche dubbio o problema, mi arrangio a fare tutti i lavori dentro e fuori casa, mi piace uscire, andare in giro, fare shopping; insomma non sono uno sciocco. Forse è anche questo un problema, non sono una persona facilissima ma scendo a compromessi (forse non dovrei). La cosa che mi preoccupa molto è anche il fatto che avendo agito alle mie spalle, tenendomi in gioco fino a quando ha capito chi tenere e chi escludere non so se mi fiderò più della prox persona che frequenterò. Dicono di volerti tanto bene e poi ti devastano premeditando una cinica azione. Come suol dirsi "mors tua vita mea" e "il fine giustifica i mezzi".
Grazie a tutti, fa molto bene scrivere.
P.S.
Mercoledì ho preso appuntamento con una terapeuta, spero possa "raddrizzarmi" un pò.

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5 OTT 2015

Gentile Gulluwing,
della sua lettera mi ha colpito una sensazione: il senso di fallimento e frustrazione. Quello che sta provando è il suo dolore, non solo per la perdita della sua ragazza, ma credo maggiormente per la perdita di un desiderio. Il suo desiderio di famiglia è assolutamente comprensibile e legittimo, ma è un desiderio che può essere realizzato con la presenza di una persona che la ami, la sostenga e lei sia accanto. So che ora il dolore è troppo forte per vedere con lucidità che avrà altre possibilità, e quindi le farebbe bene intervenire in modo diverso e aumentare la sua autostima. L'ho sentita molto scoraggiato e forse ne ha anche i motivi, ma ora è il momento per raccogliere tutte le sue forze e trovare dentro di se la motivazione. Vuole veramente essere sereno e costruirsi una famiglia? bene, bisogna fare i passi giusti! E' un bel desiderio, ma grande e realizzabile solo con la presenza di un'altra persona. Quindi bisogna partire da obiettivi più piccoli e concretamente realizzabili. In questo momento ha bisogno di un lavoro che le dia la possibilità di esprimere se stesso e avere una stabilità: si muova in modo da realizzare questo obiettivo facendo dei piccoli passi. Per esempio potrebbe contattare il centro per l'impiego, chiedere un sostegno per la ricerca di lavoro, provare a frequentare un breve corso di formazione per la riqualifica professionale, contattare agenzie interinali...sono solo esempi che però potrebbero aiutarla, passo dopo passo a sentirsi più capace e sicuro. Anche gli ambienti lavorati sono fatti di relazioni, e potrà sperimentarsi e dimostrare a se stesso che ce la può fare. Non si abbatta, sarebbe la soluzione più facile e anche inutile...provi invece a sperimentare! un grande in bocca al lupo, Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicologa e Psicoterapeuta Chieti Pescara

Studio Di Psicologia e Psicoterapia Dott.ssa Roberta Schiazza Psicologo a Chieti Scalo

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5 OTT 2015

Gentile utente,
quello che scrive è uno sfogo, comprensibile. Quello che mi viene in mente però è che forse potrebbe iniziare a combattere per costruirsi la sua felicità. Se si aspetta che siano altri a crearla per lei allora non ci riuscirà mai. Il dolore che prova per la fine di questa relazione è così forte probabilmente a causa delle aspettative che si era creato. Vorrebbe una famiglia ma ora le sembra di non poterla realizzare più. E' positivo avere dei desideri, ma è giusto anche mettere ordine e individuare degli obiettivi, piccoli e realizzabili concretamente. il desiderio di famiglia è bellissimo, ma necessita di un'altra persona con cui costruirla. Quindi comincia con il mettere ordine e trovi degli obiettivi realizzabili a breve termine...come ad esempio trovare un lavoro oppure frequentare un corso, oppure fare esperienza in un campo, o semplicemente prendere dei contatti con agenzie del lavoro. Sono solo esempi, ma credo che se lei inizia a pensare a qualcosa di realizzabile, portandolo a termine, anche la stima di sé si rialzerà. ovviamente sono d'accordo con i suggerimenti dei colleghi su un percorso terapeutico, che potrebbe aiutarla a compiere questi passi e a trovare la forza per agire. Buona fortuna per tutto!
Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicoterapeuta Chieti Pescara

Studio Di Psicologia e Psicoterapia Dott.ssa Roberta Schiazza Psicologo a Chieti Scalo

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5 OTT 2015

Carissimo, 10 anni sono un pò tanti. Quando mi arrivano persone in studio che dopo solo 2 anni ancora arrancano sul fare passi importanti già comincio veramente a chiedermi se ci siano i presupposti per far continuare la relazione...figuriamoci dopo 10. Nessuna relazione deve procedere a tappe obbligate, perchè ogni storia è a sè e come tale nella sua unicità va vissuta. Ma è anche vero che QUALUNQUE relazione che possa definirsi tale DEVE seguire un certo cammino evolutivo che la porta a costruire la COPPIA. E qui, complice di certo la distanza, ma certamente anche altro (perchè la distanza è spesso solo un alibi per non far andare avanti una relazione che è già morta da tempo) questa evoluzione non è avvenuta. Non è quindi nè colpa di lei, nè colpa della sua ex, nè colpa del tizio delle medie: è "colpa" del fatto che la relazione non è andata, punto. Semplicemente non c'erano i presupposti perchè andasse. Ma lei piuttosto: lei non è affatto "centrato" in sè stesso, se già è risuccesso che la fine di una storia la sconvolga così tanto. Le suggerisco vivamente, quindi, un percorso psiclogico che la conduca ad acquisire consapevolezza di sè e centratura in sè stesso

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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5 OTT 2015

Caro dott. Il fattore autostima è un altro punto saliente della mia vita, lei ha centrato in pieno il problema. Mia madre è riuscita a fare danni incommensurabili.
Ho preso appuntamento per mercoledì prox con una terapeuta che spero mi raddrizzi.
Grazie

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4 OTT 2015

Gentile Gulluwing
il suo dolore è straziante ma, credo, non derivi solo dalla perdita della ragazza; ci sono dentro tante cose: la sua solitudine, le problematiche lavorative, l'insicurezza della vita, la perdita dei suoi genitori che lei ha seguito con tanta devozione. Poi questo essere lasciato, in questo modo, e per un altro.
Da tutte queste cose insieme deriva il suo senso di fallimento e la profonda instabilità del momento.
Tuttavia lei non è affatto "una mammoletta" anzi, proprio questo non riuscire in una cosa tanto definitiva come il rinunciare alla vita, la prova della sua forza intrinseca e, a dire il vero, ci sento una grande voglia di rivincita.
Non una rivinciata sulla sua ragazza che lei ora comprende di aver perso, ma rivincita sulla vita stessa che forse ha ancora qualcosa da offrirle.
Si ricordi che molti hanno costruito con coraggio (lo stesso coraggio che vuole disperatamente uscire da lei) cose molto belle.
Spesso è stato dimostrato che quando la vita sconfigge poi è pronta a dare di nuovo e anche più di prima.
Non si pensi vecchio perché è ancora giovane e può fare ancora tanto di se stesso.
Ci sono se vorrà approfondire.
Cordiali saluti
Dott Silvana Ceccucci Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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4 OTT 2015

Gentile lettore,

il suo dolore è forte e si percepisce anche a distanza. Lei ha investito molte energie e fantasie in questa relazione, non vedendo però concretizzarsi i suoi sogni. Ci dice poco della relazione tra di voi, se non che c'era distanza e difficoltà economiche, due elementi che non hanno giocato a vostro favore.
La sua unica possibilità di realizzazione era legata a questa donna ed è proprio questo bias che non le permette di vedere il suo futuro in maniera positiva. Per ripartire è necessario fare un lavoro di psicoterapia sull'autostima.
Ricostruirsi e vedere le sue potenzialità le permetterà di accogliere in maniera più serena ciò che la vita ha ancora da offrirle.
Cordiali saluti
Dott.ssa Monica Salvadore
Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Monica Salvadore Psicologo a Torino

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3 OTT 2015

Gentile Gulluwing,
lei ha già compiuto un passo importante, chiedere aiuto a degli specialisti, adesso non rimane che farne un altro concreto, si rivolga ad un consultorio o a qualche associazione che fornisce supporto psicologico gratuitamente. Vedrà che con l'aiuto di un esperto potrà ritrovare la motivazione a vivere, è un momento doloroso è vero, ma quando si tocca il fondo solitamente non si può far altro che risalire. Forza!
Rimango a disposizione
Corddialmente
Dott.ssa Silvia Orso - Udine

Studio Silvia Orso Psicologo a Udine

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