Sono stato lasciato da un anno da una persona che mi amava.
Buongiorno, ho 28 anni, sono una persona introverso e da sempre faccio fatica a parlare di me stesso e di quello che provo.
In famiglia non abbiamo mai comunicato a livello emotivo e sentimentale e non ci sono mai state manifestazioni aperte di affetto tra di noi, fermo restando che siamo una famiglia comunque unita e senza grossi problemi finanziari o di salute per il momento.
Da poco più di un anno sono stato lasciato dalla mia ex dopo 7 anni di relazione.
Durante il nostro rapporto non ci sono mai state gravi crisi, anzi, anche nel momento di lasciarci lo abbiamo fatto consci di essere ancora innamorati dell'altro e con grandissimo rispetto.
I problemi sono iniziati circa al quarto/quinto anno di relazione, dove da parte sua c'è stato un netto calo del desiderio sessuale nei miei confronti. Io riconosco di non essere il classico "toro" sotto le coperte, ma resto un bel ragazzo, sportivo e a cui le attenzioni delle ragazze non sono mai mancate.
Fatto sta che nell'ultimo periodo la frequenza dei rapporti era calata, ed il 99% delle volte che lo abbiamo fatto avevo la netta sensazione che lei lo facesse soltanto per soddisfarmi, ma mai per suo piacere.
Questo non mi ha mai fatto sentire bene, ho sempre avuto la sensazione di non essere all'altezza. Anche lei poverina si sentiva in colpa perché a sua volta si sentiva sbagliata e questo calo del desiderio la faceva stare male, perché effettivamente era l' UNICA cosa che tra noi non andava.
A questo le si aggiunsero una serie di problematiche relative ad attacchi d'ansia che l'hanno portata ad intraprendere una terapia psicologica.
Dopo qualche mese dall'inizio della terapia, ad entrambi balenava l'idea che lasciarci e fare nuove esperienze avrebbe potuto farci bene.
Lei ha fatto la prima mossa, mi ha lasciato dicendo che il sesso è una parte troppo importante in una relazione per ignorare il problema, aveva bisogno di imparare a stare da sola (è stata fidanzata con me dai 19 ai 25) e conoscere se stessa (tutto condivisibile).
Tant'è che, per amore nei suoi confronti, ho deciso di assecondarla a rischio di perderla per sempre.
Ho deciso di non farmi risentire e farle proseguire il suo percorso psicologico senza il mio "disturbo", nonostante la tentazione di scriverle o dirle quanto ancora la amassi era fortissima.
In un primo periodo da un lato mi piaceva l'idea di poter conoscere nuove ragazze e ritornare ad avere delle avventure (che poi non sono arrivate).
Ma in realtà non sono mai entrato in intimità con nessun' altra ragazza. Fatta esclusione per un paio di "one night stand".
Non riesco a capire se sono io una persona poco interessante che non riesca ad incuriosire una ragazza al punto da volermi conoscere nell'intimo, oppure se ho io un freno perché sento che la persona che ho davanti non sarà mai migliore di quella che mi ha lasciato.
Nel frattempo sono stato anche assunto per un lavoro importante e ben retribuito, che prima non avevo.
Un lavoro di grande responsabilità, impegno e anche stress.
Lei invece due mesi dopo che ci siamo lasciati ha intrapreso una relazione seria con quello che inizialmente era il suo "confidente", è durata 7/8 mesi. Se avesse avuto molte avventure di una notte con molte persone diverse non mi avrebbe affatto toccato, ma sentirle dire di aver fatto il contrario di ciò che aveva promesso, e di aver provato qualcosa per un'altra persona credo abbia dato un duro colpo alla mia autostima (la relazione è poi naufragata perché non era pronta e nella sua testa c'ero sempre io).
Oltre a questa relazione lei ha avuto qualche rapporto occasionale omosessuale con la stessa persona (altro colpo all'autostima).
Arrivo al presente.
Ci siamo rivisti 3-4 volte questa estate per prenderci un caffè e parlare del più e del meno (senza mai entrare troppo nei dettagli delle nostre vicende sessuali e amorose).
Fino a quando qualche tempo fa ci diamo appuntamento a casa mia e lei mi manifesta il suo pensiero: "sono tutt'ora convinta che tu sia l'uomo della mia vita e che insieme a te costruirei una famiglia, ma ora come ora preferisco stare da sola".
La mia risposta fu, non ti ho mai chiesto di tornare insieme perchè razionalmente non lo troverei corretto.
Da lì ci siamo rivisti in tre occasioni, soltanto per fare sesso e dormire insieme.
Ora io ricomincio a sentire un certo trasporto verso di lei. Credo di amarla ancora, è il mio porto sicuro e ai miei occhi è più bella che mai.
Ma la testa mi dice che alcuni problemi col tempo inevitabilmente si riproporrebbero. E che non sarebbe corretto tornare insieme senza, nel mentre, aver avuto una relazione duratura con un'altra ragazza.
L'unica cosa che so è che la penso continuamente, e sono di pessimo umore.
Sto valutando l'idea di rivolgermi ad un professionista, ma per me è molto difficile aprirmi.