Sono io che sbaglio o mio marito?

Inviata da elena · 3 set 2021

Sono sposata da tre anni ed ho una bimba di un anno e mezzo ma sto con lui da 18 anni (ne ho 33), con una rottura nel 2014 che mi sembrava sanata ma a quanto pare non è così. Mi spiego meglio: lui all'epoca mi aveva lasciato, dopo 10 anni, perché diceva che io non lo amavo come lui voleva, che ero sempre troppo presa dalle problematiche della mia famiglia sulle quali lui mi ascoltava e consolava ma che si sentiva come un sacco preso a pugni e poi lasciato lì, che non avevo voglia neanche di avere rapporti quando ero preoccupata e lui insomma si era stancato. Ovviamente io mi sono sentita totalmente responsabile della rottura, ho fatto di tutto x farlo tornare da me e x dimostrargli che avevo capito di aver esagerato e che potevo migliorare. Lui ha tentennato per qualche mese ma poi mi ha detto che voleva riprovarci, senza però più venire a casa mia, entrare o semplicemente suonare il campanello, dovevamo vederci a distanza dai miei insomma. Io al momento ho accettato, pur di riaverlo con me, ma ritenevo questa cosa un po'assurda, mi sembrava normale che un fidanzato andasse a prendere la ragazza a casa o entrasse, però ho pensato che fosse un momento e infatti poi ha ricominciato a fare tutto come prima. Dopo un anno che eravamo tornati felici insieme io mi sono laureata e dunque gli ho chiesto dove dovevo cercare lavoro: nella zona del nostro paese natale oppure in zona del suo lavoro, a 120km, dove lavorava già da qualche anno facendo il pendolare (stava la' in settimana e tornava nei week end, dai suoi ovviamente e io vivevo con i miei). Mi ha detto di andare là con lui e così ho fatto. Da lì abbiamo iniziato a fare i pendolari in due, semiconvivendo, nei fine settimana ognuno tornava dai suoi, in attesa di trovare una sistemazione migliore. Di fatto però, anche dopo aver cambiato appartamento, anche dopo esserci sposati, abbiamo continuato a fare quella vita e non abbiamo mai deciso sulla questione dove vivere definitivamente, tutti e due a 120km dal ns paese oppure lui in trasferta per poi ricongiungersi nei week end. Poi è arrivata la bambina e siamo comunque ancora in ballo, con la differenza che i rapporti tra la mia famiglia e lui si sono deteriorati al punto che lui non vuole più vedere nessuno. Lui dice che è da 20 anni che li sopporta, che ha frequentato casa mia x il quieto vivere ma sempre controvoglia, mi ha rinfacciato cose vecchissime e si è legato al dito delle scemenze. Sostiene che la ns non è una coppia ma un quartetto (mia mamma e mia sorella non le può vedere), ma io nn capisco perché c'è l'abbia così tanto con loro e non concordo col fatto che siamo un quartetto. Io con loro ho confidenza, ci raccontiamo quasi tutto ma non ci sono state a mio avviso grosse intrusioni, le mie decisioni le so prendere da me. Si è lamentato che durante la mia gravidanza difficile i miei venivano a casa nostra qualche giorno x starmi vicino dato che ero a casa dal lavoro; diceva che sono stati bravi ma poi progressivamente non li sopportava più. Ora hanno litigato x una questione legata ad un automobile ma questa è solo un pretesto, lui non li ha mai potuti vedere, ha detto che li odia, che li posso vedere io ma senza di lui. Io sono distrutta: dice delle cose brutte sui miei e anche se sa che mi ferisce dice che non può farci niente; duce che posso sentirli ma devo farlo quando lui non c'è o cambiare stanza xché le loro voci lo urtano; come posso passare una vita così? Non abito dietro l'angolo, devo fare x sempre 120km da sola? Non potrò invitarli a casa mia perché lui non vuole? E la bambina come crescerà, cosa dirà? Lui che fa la morale a me con le parole del vangelo, perché non perdona o comunque si sforza x me? Ne va della mia serenità, della mia salute psicologica, dunque anche del ns rapporto. Io non mi sento rispettata né amata, nonostante lui affermi di amarmi. Dice che non posso costringerlo a fare qualcosa che non vuole. Anche io sono stata costretta a seguirlo e a lasciare il mio paese e se stare lontano da tutti non mi piace allora anche lui non mi può costringere a farlo, giusto? Ma a detta sua io devo mettere al primo posto la mia nuova famiglia e lasciare tutto il resto fuori, altrimenti dimostro di non essere cresciuta e non aver staccato il cordone. E poi mi ha minacciato che se ci separazione mi farebbe problemi per vietare ai miei di vedere la bimba dato che la mia è una famiglia malsana e tossica. Sono distrutta, non so cosa fare, ho paura di stare senza di lui ma allo stesso tempo credo di non riuscire ad andare avanti in questo rapporto se le cose tra lui e i miei non si sanano. Stiamo andando anche in terapia di coppia ma lui è fisso sul suo punto di vista e non capisce che mi sta facendo del male. Cosa fare?

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Miglior risposta 4 SET 2021

Cara Elena,
Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo.
Non è facile sopportare tutto ciò e vedere il proprio compagno che si comporti in questo mondo.
Ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico individuale, cercare uno spazio tuo personale in cui poter fare emergere singolarmente e prendere coscienza di ciò che non riesci più a gestire.
Resto a disposizione anche online se vorrai.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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4 SET 2021

Carissima, la crepa che c'è nel vostro rapporto rischia di distruggerlo. Questo astio nei confronti della sua famiglia da parte di suo marito, non farà che creare continui disappunti da parte di lui sulla sua famiglia che la faranno soffrire, inoltre, se c'è di mezzo la bambina, i momenti da condividere con la famiglia saranno contornati da disagio e confitto. Tutto ciò finirà col creare ulteriori motivi di litigio e ulteriori pretesti per per acutizzare il senso di rancore. Questa è una situazione comune a molte famiglie, dunque lei non è la prima ne l'ultima a vivere situazioni simili. Queste avvengono in situazioni in cui vi è uno dei due coniugi, che in qualche maniera, non riesce ad accettare la famiglia dell'altro. Credo però, che sia urgente un percorso terapeutico di coppia e credo sia necessario, poiché unica occasione per riuscire a trovare il modo di accettarsi reciprocamente, di modificare i propri comportamenti e scendere a compromessi per il bene di tutti, ma soprattutto per trovare la felicità. Avere una famiglia è difficile richiede lavoro e cura continua. Per avere senso i membri devono riuscire a realizzare quel clima di serenitàe di accoglienza che importante per poterci vivere dentro, altrimenti è inutile che esista. Non si tratta di una famiglia ma di persone che si fanno del male a gratis.
Io sono a disposizione anche on-line.
Carissimi saluti.
Dottoressa Barbara De Luca

Dott.ssa Barbara De Luca Psicologo a Catanzaro

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