sono un ragazzo di 26 anni, attualmente studente di Farmacia. E' da circa due anni che il mio umore è quasi costantemente triste e negativo. Non uso ancora il termine 'depresso' perché ci si riferisce già ad una condizione patologica definibile. Ma sto sempre molto male. L'anno scorso, intorno a gennaio/febbraio , ho deciso di rivolgermi al servizio di counseling della mia università per chiedere aiuto e con una Vostra collega ho fatto un percorso che ho trovato molto positivo per qualche mese, fino a giugno.
Con la collega ho parlato delle mie difficoltà nel mio percorso universitario, del fatto che purtroppo non amo quello che studio e che le mie difficoltà dipendono anche da questo fatto. Abbiamo analizzato un po' il mio rapporto con i miei genitori (generalmente molto positivo) e parlato della mia via affettiva, anche questa carente di soddisfazioni.
Il percorso mi era stato molto utile perché grazie alla dottoressa ho potuto vedere tutto da altri punti di vista e provare un po' di sollievo. Inoltre, la dottoressa escluse del tutto che fossi depresso ma che il mio fosse semplicemente "mal de vivre" e per me questa fu una notizia positiva.
A distanza di un anno, in cui le cose sembravano essere migliorate, sono sprofondato di nuovo in quella voragine di tristezza ma, a differenza delle volte precedenti, ora inizio a fare pensieri relativi alla mia morte. Non medito assolutamente il suicidio, e non desidero la mia morte, ma mi capita di pensare a quando sarò vecchio, alla paura di ammalarmi di qualche malattia grave e ora ho sempre e continuamente la paura che questa tendenza negativa nella mia vita non si invertirà più, ad esempio di non riuscire mai ad avere una vita affettiva felice, un lavoro che mi appaghi e via dicendo.
Mi scuso se non stato chiaro, purtroppo scrivendo non tutte le sfumature si possono cogliere, ma in attesa di una vostra risposta sono disponibile a fornire chiarimenti.
Grazie in anticipo,
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20 OTT 2014
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Gentile Adam,
come già detto dalla collega le ricadute, dopo periodi si supporti psicologici brevi possono presentarsi, poiché è ipotizzabile che si sia lavorato sul qui ed ora ad un livello meno profondo che è proprio del counseling. Da quello che lei scrive, mi sembra che sia più opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia più profondo in cui si vadano ad analizzare la cause dei sintomi che lei riporta, si ricostruiscano gli episodi che precedono lo stato di tristezza e che le offra gli strumenti necessari per affrontarli.
Cordiali Saluti.
20 OTT 2014
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Caro Adam, capita che dopo un percorso positivo e risolutivo ci possano essere delle ricadute. Probabilmente essendosi rivolto ad un servizio di counselling avete lavorato in maniera eccellente sul "qui e ora". Dalla sintomatologia da lei descritta credo che ciò che le servirebbe sarebbe un percorso psicoterapico più profondo che vada alla radice del problema e le offra strumenti per affrontare questi periodi. Saluti
20 OTT 2014
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Gentile Adam,
da quanto descrivi del tuo malessere sembra esserci una deflessione del tono dell'umore, tuttavia non riconducibile alla depressione (in termini tecnici "disturbo depressivo maggiore"). Infatti, il perdurare della tristezza sembra stabile nel tempo e non raggiungere la gravità della depressione. Occorrerebbe approfondire se ciò che ti affligge sia una Distimia (oggi ridefinita disturbo depressivo persistente).
Ti consiglierei di parlarne al tuo medico di famiglia per un eventuale aiuto farmacologico oltre che riprendere i contatti con la psicologa che ti ha aiutato in precedenza.
Un saluto
Maria Rita Milesi
20 OTT 2014
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Buongiorno Adam,
come già consigliato dalla collega, probabilmente sarebbe opportuno riprendere la terapia precedentemente interrotta. Ho la sensazione, da quanto scrive, che in questo momento avverta una forte ansia inerente l'incertezza sul futuro e le sue preoccupazioni sono relative al lavoro/studio, salute e vita in generale. Quando vi sono dei pensieri non utili, il nostro umore tende a modificarsi perché il nostro modo di pensare incide sulle nostre emozioni e sui nostri comportamenti.
Resto a disposizione
Dr.ssa Roberta Fuga
Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa.
20 OTT 2014
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Riprendere contatto può esserle utile, ma consiglio un supporto psicoterapico. Lei parla infatti di aver fatto un percorso di counseling, il ripresentarsi del suo malessere in una forma accentuata neccessita a mio parere di una valuazione diagnostica più precisa sia medica che psicologica. Spero di esserle stata di aiuto, buone cose Dottssa Rosanna Tartarelli
20 OTT 2014
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Buongiorno Adam
dalla lettura della sua lettera ho ricavato la sensazione che il suo "mal de vivre", come le ha detto la collega, sia dettato da una profonda problematica di tipo esistenziale che le chiede (attraverso il sintomo della tristezza) di essere considerata in profondità.
Per semplicità le dico che, in sostanza, lei ha, a mio parere, bisogno di rispondersi più profondamente alle domande esistenziali importanti: chi sono e perché sono qui, dalle risposte che emergeranno (anche dopo letture e studi che farà) le si presenterà un maggior senso di essere e di Essere per uno scopo.
Quindi dando un senso e uno scopo alla sua vita potrà superare il suo malessere e recuperare maggiore gioia e consapevolezza delle cose.
Capirà che la vita è preziosa e occorre viverla con impegno anche altruistico (meno concentrazione su di sé e più concentrazione sugli altri e sul mondo).
Molti antichi Padri del deserto usavano per sconfiggere quella che veniva chiamata "accidia"( uno stato d'animo simile a quello che lei descrive) pratiche di meditazione; penso siano ancora molto valide.
Io l'ho vista da questo punto di vista e ho voluto offrirglielo, comunque sia la cosa importante è prendere spunto sempre dal nostro malessere per imparare, approfondire, comprendere meglio questa straordinaria condizione del vivere!
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
20 OTT 2014
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Caro Adam,
non è ovviamente possibile, tramite un consulto scritto, poter fare una diagnosi e, a maggior ragione, trovare una soluzione al disagio che presenta.
Da queste righe traspaiono grande tristezza e scoraggiamento e credo potrebbe esserle utile prendere i contatti con uno psicoterapeuta (non un counselor che fa un lavoro un po' diverso) ed iniziare un nuovo percorso, più profondo, di conoscenza di se stesso in quanto ritengo che abbia tutte le risorse per poterlo fare.
Mi chiedo, però, come mai con la counselor con cui aveva iniziato il percorso e con la quale, da quanto emerge qui, pare essersi trovato bene, il lavoro è terminato?
20 OTT 2014
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caro Adam, credo sia il caso di incominciare un percorso di psicoterapia che la porti ad individuare le cause ed il significato di quanto le sta succedendo. Dico questo perché leggo che i periodi di umore depresso si presentano da tempo e sembra abbiano ora contenuti importanti; con la specialista che ha visto in passato ha iniziato un percorso che sembrava andare nella giusta direzione,potrebbe ricominciare da lì!
20 OTT 2014
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Salve Adam,
sono assolutamente dello stesso parere della Dott.ssa Mussa che mi ha preceduta:
soltanto dopo un incontro con la tua Dottoressa, potrai valutare quale modalità terapeutica sarà più utile e se la formazione della stessa è quella adeguata o se invece dovrai avvalerti di un/a specialista che usi un approccio terapeutico diverso dal suo. Per questo, io resto a tua disposizione per ulteriori chiarimenti, se vorrai.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
17 OTT 2014
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Caro Adam, ti consiglierei di riprendere il rapporto con la specialista di cui parli avendoti precedentemente portato ad un miglioramento.
Un caro saluto,