Sono bloccata dall'ansia e dalle paranoie

Inviata da Anna · 10 ago 2020

Sono anni che combatto con l'ansia e la paura di parlare con le persone, mettermi in situazioni scomode.
Nell'ultimo periodo però questa cosa si è intensificata.
A marzo per via della quarantena ho perso il mio lavoretto come cameriera. Ho 25 anni e per quasi due anni ho fatto la cameriera in questo piccolo ristorante di un paesino. Avevo orari molto flessibili e andavo d'accordo con tutti. Questo lavoro mi è stato offerto in quanto i miei conoscono il proprietario da alcuni anni. Purtroppo dopo la quarantena hanno deciso di non chiamarmi più perché il nipote del proprietario aveva perso il lavoro e hanno iniziato a chiamare lui al mio posto e così un mese fa essendomi scaduto anche il contratto hanno ben deciso di non rinnovarlo e di non dirmi niente.
Quindi sono mesi che vado avanti con 2/3 soldini che avevo da parte, molto pochi perché ho dovuto pagare l'università, e di conseguenza dovrei cercare un altro lavoro.
Ma c'è qualcosa che mi blocca. Continuo a rimandare, a non affrontare la realtà. È una cosa che faccio molto spesso. Ho paura di mettermi in gioco e molte volte non capisco il perché.
Mi è successo così anche con l'università, nel momento in cui ho dovuto chiedere a un professore la disponibilità per la tesi. Ho rimandato e rimandato, e un giorno quasi costretta dal mio ragazzo ho inviato l'email.
Prima di fare queste cose nuove che potrebbero "stravolgere" la mia vita sto malissimo (attacchi di pianto, procrastinazione infinita, ansia), ma una volta affrontata mi sento meglio e più leggera (almeno fino al prossimo ostacolo).

Diciamo che questo periodo non è proprio bellissimo per me. Prima del lockdown due mie amiche hanno deciso di non scrivermi più, di non uscire più con me, inventando scuse banali o facendo finta di non leggere i messaggi. Questa cosa mi ha un po' buttata giù. Io le credevo mie amiche e il fatto che da mesi loro piano piano avevano cominciato a tagliarmi fuori dai loro discorsi e dalle loro uscite, mi ha "ucciso". Poi c'è stata la botta del lavoro e tutte le mille ansie per la tesi, università. Quindi ci sono momenti in cui mi chiedo perché a me, perché tutto in una volta.

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Miglior risposta 12 AGO 2020

Buongiorno Anna,
dalle sue parole emerge come questo periodo sia stato difficile e immagino che la ripartenza sia stata ostacolata dalla situazione di difficoltà dovuta al particolare momento storico. Tuttavia il blocco che vive sembra far parte di un suo modo di affrontare la situazione: ogni cambiamento richiede l'abbandonare qualcosa di "sicuro" per una nuova fase, più incerta e questo può spaventare. Mi permetto di evidenziarle come come, superato questo primo momento di procastinazione e ansia, lei si senta meglio, più leggera: usi questa buona sensazione come risorsa da cui partire ogni volta che la vita le pone davanti la necessità di cambiare. Avere paura è normale, spaventa, ma dopo ogni ostacolo abbiamo di fronte nuove opportunità.
Riparta da qui, dalle sue risorse, da tutte le volte che è riuscita a saltare e a passare a una nuova fase della vita. Sentendosi più attiva sono certa che potrà guardare alle difficoltà con una nuova prospettiva, la sua, sentendosi anche più in grado di esprimere i suoi bisogni e i suoi desideri. Questo diventa anche molto importante nelle nostre relazioni: riuscire a comunicare in maniera efficace come ci sentiamo e che bisogni abbiamo è importante per costruire delle relazioni positive e appaganti, in linea con i nostri valori, dove ci sia un reale scambio tra persone.
Se ne sentisse il bisogno, potrebbe prendere questo come uno spunto per rinforzare le sue risorse e riuscire ad affrontare meglio i cambiamenti della vita e il suo approccio nelle relazioni.
Un saluto
Dott.ssa Lucia Dosselli

Dott.ssa Lucia Dosselli Psicologo a Ferrara

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12 AGO 2020

Gentile Anna, da quello che racconta il suo rimandare, procrastinare per evitare gli stravolgimenti che le sue decisioni possono portare, è appunto un bellissimo meccanismo di evitamento. Evitiamo di decidere e di intraprendere iniziative molte volte per timore che le nostre decisioni non siano giuste per noi o per qualcuno di importante, che non portino ai risultati attesi o che ci portano a soffrire. Quindi in questa ottica naturalmente ben venga evitare di decidere. Questa sorta di protezione temporanea da quello che le nostre decisioni potrebbero implicare, ovviamente ci priva anche da tutte le cose positive, i cambiamenti, e l'evolversi nella nostra vita, ed è proprio questa condizione a farci sentire la sofferenza. Lei sicuramente potrà riflettere in tal senso su cosa si cela dietro il suo timore di decidere, che cosa significa per lei decidere bene, come il giudizio proprio e altrui hanno determinato fino ad ora le sue decisioni. Non escluda il fatto di ricevere un aiuto professionale per accompagnarla a comprendere e significare meglio le sue paure, e ritrovare il coraggio di determinare la sua vita. A piccoli passi e obbiettivi potrà realizzare i cambiamenti che desidera, dal lavoro allo studio, dalle relazioni con gli amici alla relazione con sé stessa.
Buon inizio allora e per ogni necessità non esiti di contattarci.
Dott.ssa Eleni Drakaki

Dott.ssa Eleni Drakaki Psicologo a Mantova

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11 AGO 2020

Gentile Anna
C'è stato un evento particolare che ha contribuito a sviluppare questa sua ansia?
Sicuramente il lockdown, la perdita del lavoro e delle amiche, non hanno giovato a questa sua paura ma, al contrario, la hanno alimentata.
Fa fatica ad affrontare le situazioni della vita tuttavia si rende conto di sentirsi meglio una volta portati a termine i suoi compiti, perché ha le risorse per poterli fronteggiare.
Sarebbe utile lavorare sui suoi punti di forza e sulle sue abilità (che ha già dimostrato di avere), per abbandonare i comportamenti di procrastinazione che alimentano le sue ansie. Le consiglio di intraprendere un percorso di accompagnamento in questo compito.
Sperando di essere stata d'aiuto, resto a disposizione.
Dott.ssa Eleonora Bono Psicologa

Dott.ssa Eleonora Giulia Bono Psicologo a Vibo Valentia

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11 AGO 2020

Buongiorno,
Anna lei scrive di un lavoretto, di soldini. È forse quello che sente meritarsi? Che valore si da? Scrive inoltre di relazioni difficili senza però spiegarsi. Afferma cioè di avere paura di parlare con le persone ma poi che a fare la cameriera andava d’accordo con tutti.Le sue amiche dice che l’hanno lasciata senza motivo e affrontare un professore per la tesi le sembra complicato.
Sembra poi giungere alla conclusione che nulla dipenda da lei. Forse è così . Forse le sta capitando tutto per caso. Cosa pensa di fare allora per migliorare la sua situazione?Per valere il lavoro che farà e le amiche che avrà?

Rimango a disposizione
Saluti.

Dott.re Lorenzetto Claudio Psicologo a Ferrara

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11 AGO 2020

Cara Anna,
sicuramente un percorso di psicoterapia potrebbe essere utile per permetterle di andare nella direzione di ciò che per le i è importante senza diventare "vittima" dei meccanismi e pensieri che la portano a procrastinare. L'evitamento e la procrastinazione hanno effetti sulla nostra autostima e sul nostro umore.
Resto a disposizione.
Un caro saluto.
Dr. Marianna Ambrosecchia

Studio Mindfulbrain - Dott.ssa Marianna Ambrosecchia Psicologo a Parma

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11 AGO 2020

Buongiorno Anna,
il fatto è che la vita va proprio così, ci sono ostacoli, imprevisti, cose che cambiano, richieste da fare, iniziative da prendere... E questo non significa che le cose vadano "male" ma solo che non tutto è prevedibile, non tutto è sotto il nostro controllo, tutto è in movimento... Occorre attrezzarsi allora per convivere al meglio con tutta questa flessibilità e l'essere rigidi sulle proprie posizioni non aiuta. L'ansia è segno di irrigidimento difensivo, naturalmente ha le sue ragioni. Provi a pensare se non possa esserle utile un percorso di psicoterapia, attraverso il quale ritrovare la fiducia in se stessa e nella vita, ridimensionando le sue paure e scoprendo il coraggio di osare e vivere, con tutte le incertezze e i cambiamenti.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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