Salve, mi piacerebbe molto comprendere i messaggi che il mio corpo mi manda in questo caso particolare... Dalla sera prima del giorno in cui dovrei andare dal mio analista inizio a sentire nausea, mal di pancia, come un rimescolamento molto fastidioso. Mi succede SEMPRE e non penso sia una coincidenza. Poi appena lo vedo tac, svanisce qualunque fastidiosa sensazione che lascia il posto ad una forte emozione positiva ed intensa. Ho la tachicardia, mi tremano le mani e altre cose del genere, ma non è fastidiosa come cosa, anzi per certi versi è accompagnata da una sensazione molto piacevole! Che cosa sta cercando di cominciarmi il mio corpo? Spesso ho difficoltà a comprenderne i segnali
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27 GEN 2015
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Cara Alessia
è chiaro che per te la psicoterapia significa affrontare conflitti e paure e questo "metterti a nudo" comporta una certa ansia (quella della sera prima è ansia d'anticipazione).
Nel momento in cui ha inizio la seduta e il tuo Psicoterapeuta è presente e ti sostiene , ti senti al sicuro e i sintomi passano.
Nella Psicoterapia oltre i fenomeni di transfert e controtransfert ci sono anche fenomeni di resistenza al cambiamento e al disvelamento dei problemi consci e inconsci.
A volte il percorso non è facilissimo.
Comunicare tutto, e il più chiaramente possibile al terapeuta, rafforza l'Alleanza Terapeutica e scarica molto queste tensioni.
Buon proseguimento del percorso.
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
27 GEN 2015
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Salve Alessia,
tutti i suoi sintomi sono un ottimo materiale per la terapia, per cui ne parli proprio di questo al suo terapeuta che saprà come gestirli e venirle in aiuto. E' probabile che si tratti della somatizzazione dell'ansia dovuta alla paura di cambiamenti o la paura del concetto che lei si è fatta riguardo la terapia e/o il terapeuta. Chi meglio di lui che la conosce bene può darle non solo la risposta, ma anche l'aiuto di cui ha bisogno?
Cordiali saluti
Giovanni Iustulin
27 GEN 2015
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Gentile Alessia,
All'interno della relazione terapeutica e della vita in generale, noi esseri umani possiamo comunicare in diversi modi, dalle parole, ai gesti, all'espressione emozionale fino ad arrivare al corpo. Nel suo caso, come ha ben intuito, è molto probabile che il suo corpo prima della seduta col suo analista, le voglia comunicare qualcosa e allora perché non "incuriosirsi" e provare a scoprirlo con una figura (con la quale mi pare ci sia un rapporto consolidato e di fiducia) come il suo terapeuta?!
Sono convinta che scoprirete delle cose interessanti su di lei e sul vostro "stare" in terapia.
27 GEN 2015
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Buongiorno Alessia, in accordo con le colleghe le consiglio di parlare di questo suo vissuto così intenso e doloroso col suo terapeuta.Nella mia esperienza i momenti nei quali si condividono reazioni emotive forti legate alla relazione terapeuta cliente sono momenti emblematici di svolta anche della relazione stessa.
A presto
Dott.ssa Claudia Giangregorio
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27 GEN 2015
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Cara Alessia,
credo che i miei colleghi abbiano centrato il problema. Una conflittualità nel momento della psicoterapia è normale, specialmente se all’inizio della stessa. La rielaborazione dei vissuti è un processo lento, individuale e molto simile al processo digestivo dove dobbiamo decidere che cosa ci è utile assorbire e che cosa lasciare andare. Il tuo cervello dovrà fare un processo simile per elaborare e metabolizzare quanto avviene nella terapia. Sarà importante elaborare con la tua terapeuta quanto sta succedendo per lasciare meno al tuo corpo un messaggio di necessità di rielaborazione degli eventi della tua vita. Ascolta il tuo bisogno e come con il cibo hai opportunità di scelta e di mangiare di analizzarlo a distanza prima di metterlo in bocca e poi con lo stomaco prepararlo prima di passarlo all’intestino altrettanto potrebbe succedere con eventi o situazioni che ti hanno portato in terapia e che hanno bisogno di una distanza e una predigestione prima di diventare parte di te e propria esperienza. Abbi fiducia della tua terapeuta che saprà, credo, gestire questi sintomi psicosomatici d’ansia ed aiutarti a vivere una realtà più serena e a digerire la realtà esterna. Auguri e alla prossima risposta
Giulio Maggia
psicologo psicoterapeuta
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26 GEN 2015
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Cara Alessia,
i tuoi sintomi sono una normale risposta di attivazione ansiosa. Concordo con i colleghi che possa essere un utile strumento da utilizzare con il tuo terapeuta. Parla di queste sensazioni con lui e provate ad indagare nel profondo da dove derivano. Il nostro corpo ci parla costantemente, è utile provare ad ascoltarlo anche quando ciò che proviamo non è ben chiaro o le sensazioni sono "scomode" o fastidiose.
Inoltre puoi provare a far caso se ti passa per la testa qualcosa di preciso nel momento in cui provi quelle emozioni. Talvolta può essere un pensiero o un'immagine precisa ad attivarci un'emozione.
In bocca al lupo nel tuo percoso.
Dott.ssa Valentina Luciani
26 GEN 2015
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Gentile Alessia, la relazione che si instaura tra terapeuta e paziente è composta da molti fattori in quanto si "mettono a nudo" le proprie emozioni.Transfert e controtransfert sono processi normali durante le sedute, ogni paziente ha delle emozioni suscitate da ciò che il terapeuta dice o fa e che innescano anche vissuti emotivi interni, così anche lo stesso terapeuta ha delle emozioni nei confronti del paziente sia positive che negative. Sarebbe importante condividere con il suo terapeuta le sue reazioni fisiche prima di ogni seduta che la potrà aiutare a riflettere e a comprenderli meglio.
Cari Saluti
Dott.ssa Barnaba
26 GEN 2015
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Salve Alessia,
quello che ti sta accadendo è un fenomeno abbastanza frequente e spesso causa di demotivazione a continuare la terapia, a meno che non venga comunicato nel corso delle sedute. Mi sembra di intuire che hai preferito esprimerlo a noi in anteprima ed hai fatto bene per ottenere delle risposte che ti spingano a parlarne direttamente e senza indugio con il Collega che ti sta seguendo. Evidentemente stanno emergendo dal tuo subconscio degli aspetti molto significativi accompagnati da un'angoscia conflittuale (lotta tra il bisogno di lasciare emergere le zone d'ombra e le difese dell'Io che lo impediscono). Il tumulto interiore che precede l'incontro infatti scompare nel momento della seduta in quanto quello è il luogo rassicurante in cui hai la possibilità di far cessare il conflitto e pertanto, non è difficile comprendere che è giunta l'ora che tu ne parli direttamente con chi ti ha in cura. Spariranno i sintomi e la relazione terapeutica diventerà più proficua. Auguri
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
26 GEN 2015
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Buongiorno Alessia,
probabilmente per lei, come per molte altre persone, la seduta è un momento molto delicato, in cui si tratteranno argomenti forse dolorosi o comunque che riguardano la sua vita e la sua persona, e che rivestono una forte emotività, e questi potrebbero essere sintomi di ansia anticipatoria. Oppure potrebbero essere sintomi più “positivi” di ansia, per il fatto di “non veder l’ora” che arrivi l’appuntamento, magari perché le piace il percorso che sta facendo e crede le possa essere di grande utilità, quindi ha voglia di fare passi avanti. In ogni caso, e consiglierei di comunicare queste sensazioni al suo terapeuta, poiché potrebbero essere spunto di riflessione per altre problematiche che state affrontando o utili per capire meglio il tipo di relazione terapeutica che si sta instaurando tra di voi. Ad esempio per capire se queste sensazioni si presentano anche prima di altri eventi importanti.. o se durante queste serate precedenti la seduta ha particolari pensieri riguardanti la seduta stessa che si andrà a fare. La cosa migliore è sempre raccontarsi. Il fine di ogni terapia, al di là della risoluzione di particolari sintomi, è quello di scoprire meglio se stessi. Quale occasione migliore della seduta stessa per affrontare e capire questa “somatizzazione”?
un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi
26 GEN 2015
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Cara alessia,
È davvero difficile darti una risposta con così poche informazioni.
Non sappiamo quanti anni hai, non conosciamo la tua problematica, non sappiamo da quanto tempo sei in terapia etc.
Per tutto ciò mi sento di consigliarti di parlare con il tuo terapeuta di quanto ti accade prima dei vostri incontri, saprà sicuramente come aiutarti.
Un caro saluto,
26 GEN 2015
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Buongiorno gentile Alessia,
diventa molto importante parlarne con il suo analista più che cercare spiegazioni generali qui on line. Cosa possiamo dirle noi senza conoscerla? Mentre all'interno della relazione analitica questi suoi sentiti tovano senso.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma
24 GEN 2015
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Buongiorno Alessia
Le suggerisco semplicemente di utilizzare questi sintomi riferendoli al terapeuta. Una psicoterapia non si limita all'ora della seduta ma attiva processi importanti prima durante e dopo. La relazione terapeutica poi è uno strumento fondamentale che va a toccare punti importanti e smuove emotivamente. In fin dei conti affidarsi ad un professionista non è semplice, aprire il proprio mondo ad un estraneo è una questione molto delicata!
In bocca al lupo!
23 GEN 2015
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Cara Alessia,
ciò che il suo corpo le comunica prima di andare in terapia è ansia che si manifesta nei sintomi da lei descritti. Soltanto il fatto che lei sia incosciamente consapevole di andare in terapia e trattare argomenti delicati e profondi può in parte giustificare tale manifestazione ansiosa. Può darsi che quando avrà superato una fase "critica" della terapia questi sintomi si attenuino o addirittura scompaiano.
A disposizione.