Solo mamma per la nanna. Bimbo di due anni e mezzo

Inviata da Barbara · 20 set 2016 Psicologia infantile

Buonasera.
Non so se è il posto giusto dove chiedere un consiglio/consulto.
Sono mamma di un bimbo di 30 mesi.
Da un mese circa abbiamo riscontrato che è sempre più difficile il rapporto con il papà per la nanna. Il bimbo continua a giocare col papà, vanno a nuoto insieme, giocano insieme per casa, al parco, e fin qui tutto bene. Quando è ora di metterlo a nanna è una tragedia. Urla e piange fino a farsi venire i conati di vomito. Vuole solo la mamma ed è veramente difficile da gestire.
Il bimbo la mattina lo accompagno all'asilo nido e alle 13 lo vado a riprendere e stiamo insieme fino alle 21 quando è ora della nanna. Preferisco che sia il papà a metterlo a dormire perché con lui in 20 minuti si addormenta, con me ci vogliono circa 1 ora e mezza / due e non perché io ci giochi, ma perché lui non si addormenta. Cose che son sempre state così senza nessun problema. Poi pian piano nell'ambiente della ninna ha iniziato a volere sempre me. Stasera eravamo tutti e tre in bagno. Io ero lì mentre il papà provava a cambiarlo. Ha pianto così tanto da diventare viola e non gli veniva più su il fiato. Nessun motivo davvero, il papà è impeccabile. Il fatto è che non sappiamo come comportarci. Insistere per la routine di sempre o lasciare che sia il bimbo pian piano a riprendere il rito della nanna col papà. Tutto questo capita solo quando è ora di fare la nanna. Anche per il bagnetto insiste un po' per farlo con me, ma se poi lo fa col papà non succede nulla, nemmeno piange per capirci.
Quale potrebbe essere la soluzione migliore per il piccolo?

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Miglior risposta 21 SET 2016

Gentile Barbara,
è un pò strano che il suo bambino protesti molto quando è il papà a metterlo a letto però si addormenta in 20 minuti mentre quando questo compito lo svolge lei così come il piccolo desidera, pur senza giocare e senza che ci siano stimoli, impiega 2 ore per addormentarsi!
Si può solo pensare che nel primo caso, dopo aver molto protestato, si addormenta per sfinimento mentre nel secondo gode quanto più possibile della sua compagnia prima di scivolare nelle braccia di Morfeo .
Ipotesi deduttiva è che nonostante lei passi col bambino più tempo di suo marito (tutti i giorni dalle h.13 alle 21), i momenti di maggior contatto in cui il bimbo la sente vicino siano pochi per cui lui non vuole rinunciare a questa maggiore vicinanza quando ne ha bisogno per cedere alla regressione del sonno.
Per approfondire e trovare efficaci strategie di intervento, le suggerisco una consulenza dal vivo con uno psicoterapeuta dell'infanzia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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21 SET 2016

Gentile Barbara,

i bambini attraverso i comportamenti agiscono una comunicazione ben precisa; si tratta - a volte non con poche difficoltà- di capire che cosa il bambino stia comunicando.
Provate davvero a osservare il bambino in azione e confrontatevi tra voi genitori; come qualche collega Le ha rifeirto, la suddivisione dei ruoli tra i genitori "potrebbe" aver irrigidito il bambino che - al momento- non tollera la presenza del padre al momento del sonno.
Le suggerirei di provare a fare qualcosa di diverso Lei come mamma e magari provare insieme ad addormentarlo...

Un caro saluto!

Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa-psicoterapeuta
Milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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20 SET 2016

Gentile Barbara in realtà lei sta vivendo una situazione che é ben più frequente di quel che crede. Da consulente sul sonno dei bambini le posso dire che quando un bambino fatica ad addormentarsi solo con un genitore, le motivazioni vanno cercate nella relazione. Se il padre è per il bambino solo la figura dedicata al gioco e lei la figura di riferimento più importante, é normale che lui cerchi lei per consolarsi e non il padre. Il fatto che cerchi solo lei ma non sia sufficiente per addormentarsi potrebbe essere legato a vari fattori: Il suo stato psicologico di madre (ha delle preoccupazioni?, é in ansia?..)ma anche le modalità di addormentamento adottate che potrebbero anche non essere adeguate all'età. Attraverso una consulenza potrebbe essere accompagnata nel riflettere su quali fattori sono entrati in gioco e su come intervenire.
Saluti
Dott.ssa Serena Costa
Psicologa dell'infanzia, Trentino

Anonimo-154581 Psicologo a Pergine Valsugana

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20 SET 2016

Buongiorno Barbara, comprendo la sua frustrazione nella situazione nuova appena descritta. I bambini sono molto sensibili ai cambiamenti di qualsiasi tipo, soprattutto quelli emotivi, in questi casi è consigliabile assecondare le richieste di vicinanza del bambino ed il fatto che non si addormenti subito, potrebbe essere solo un bisogno di coccole. Il mio consiglio ad ogni modo è quello di rivolgersi ad una figura di riferimento (pediatra, consultorio ecc.) in modo da non dover gestire da sola con suo marito questa difficoltà. Cordiali saluti dott.ssa Anna Rita Marchi

Dott.ssa Anna Rita Marchi Psicologo a Cagliari

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20 SET 2016

Buongiorno gentile Barbara,
il suo bambino sta lanciando un messaggio e lo sta facendo come può. Vuole Lei oltre la rigidità con cui voi genitori vi siete suddivisi i "compiti" per lui.E bisognerebbe comprendere perchè in questo momento il piccolo richiama l'attenzione su di Lei. Forse la qualità dl vostro stare insieme non soddisfa il desiderio del piccolo, forse è troppo indaffarata quando al ritorno dal lavoro si trova con il bambino. A questa età i bambini iniziano a sperimentare la loro capacità di incidere sul mondo circostante e se gli stimoli sono contraddittori o ci sono visioni di adulti sbadati o indaffarati in altro, i bambini possono sentirsi insicuri e richiedere la presenza del genitore, in questo caso di Lei, per sentirsi sicuri di fronte ad una mancanza che provano come vissuto interiore.
Questo è il mio pensiero e il suggerimento è di porsi domande su quanto suggerito (il bambino gioca con il padre e condivide con lui spazi ludici e gradevoli, con Lei che succede? Giocate insieme?) ed eventualmente richiedere dei colloqui di sostegno alla genitorialità. Non sottovaluterei quanto sta accadendo.
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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20 SET 2016

Gentile Barbara,

da quando ha iniziato a volere solo lei per addormentarsi e ad avere quelle reazioni esagerate che ha descritto?
Da quel che dice, suo marito è un buon padre ed è presente per il figlio, non manchi mai di fargli sentire il suo supporto e la sua fiducia, di certo non sarà piacevole per lui vedere il figlio reagire così nei suoi confronti. Provate magari ad addormentarlo insieme, visti anche i tempi così diversi che impiega con ciascuno dei due, magari la presenza di suo marito aiuterà sia a capire il motivo della differenza che a ridurre il tempo che suo figlio impiega con lei per addormentarsi (come mai con lei non riesce a prender sonno mentre con suo marito sì?). I motivi per cui solo la separazione da lei al momento della nanna risulti difficile possono essere diversi e qui per questione di luogo e spazio i dati sono pochi, però intanto faccia delle prove sostenendo molto il ruolo di suo marito e piano piano lasci che ritorni lui (o anche lui) a farlo addormentare.

Un cordiale saluto,
CBucci

Dott.ssa Cristiana Bucci Psicologo a Milano

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