Salve. Sono un ragazzo di 30 anni. A quest’età dovrei essere ormai abbastanza maturo da fare scelte come quella nel titolo. Cioè allontanarmi da casa dove vi abitano anche i miei genitori che sono sordi. Mi allontano ad un ora e mezza da qui per esigenze lavorative sia mie che della mia compagna.
Ma il solo pensiero di allontanarmi mi crea uno sconforto a tal punto di piangere. Ne parlo con la mia ragazza che è piu risoluta di me e piu forte di me.E, nonostante parliamo di come vogliamo stare insieme e costruirci un futuro, non riesco a superare questo grande scoglio emotivo. Lei ha idee chiare per il suo futuro. È cioè stare fuori anche piu di un anno. Io il netto contrario. Purtroppo sono emotivamente debole e non so come affrontare la cosa. E mi rendo anche conto di star rovinando quella che dovrebbe essere un momento felice della nostra vita.
Ps. L’idea è comunque quella di tornare nella nostra città comunque in futuro.
Solo che l’idea di un futuro troppo distante mi soffoca.
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24 FEB 2025
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Massimo, capisco perfettamente quanto possa essere doloroso e spaventoso l'idea di allontanarsi dalla casa dei tuoi genitori, soprattutto quando c'è un forte legame emotivo con loro. È normale sentirsi sopraffatti dal cambiamento, anche se è solo temporaneo e parte di un percorso di crescita e nuove opportunità.
Non significa essere "emotivamente debole" provare ansia e sconforto di fronte a un cambiamento così importante. Lasciati spazio per sentire e riconoscere questi sentimenti senza giudicarti. Potrebbe essere utile tenere un diario o parlare con qualcuno di fiducia per esplorare cosa ti spaventa davvero: è la distanza fisica, la paura di perdere quel sostegno familiare, o qualcosa d'altro?
Considera se è possibile rendere questo cambiamento meno repentino. Potresti, ad esempio, organizzare visite regolari a casa, stabilire una routine che ti faccia sentire ancora legato ai tuoi genitori, oppure trovare un modo per integrare elementi della tua famiglia nella nuova routine. Sapere che, anche se vivi lontano, potrai tornare nella vostra città in futuro, potrebbe aiutarti a dare un senso a questo periodo.
A volte parlare con un professionista, può aiutarti a elaborare questi sentimenti e a trovare strategie per affrontare l'ansia. Non esitare a cercare quel sostegno: riconoscere il bisogno di aiuto è un segno di forza, non di debolezza.
26 FEB 2025
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Ciao Massimo, grazie di esserti aperto in modo così autentico.
C’è ala base sicuramente un attaccamento alla tua famiglia che ti rende timoroso dinnanzi alla possibilità di allontanarti. Quale forza senti che ti mantiene ancorato a loro? Temi per la loro vulnerabilità? Ti senti in colpa stando lontano?
Hai precisato che sono sordi, questo potrebbe essere un elemento che ha generato un certo tipo di attaccamento e affetto che te li ha introiettati in maniera vulnerabile.
Sono certa che facendo luce, ti sentirai più motivato dal compiere un meraviglioso passo esplorativo che la tua relazione ti sta dando l’occasione di compiere.
Per qualsiasi cosa sarò felice di accoglierti
Dottoressa Anna Elena Comune
25 FEB 2025
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Il tuo vissuto non è semplicemente un “problema da risolvere”, ma un modo di essere-nel-mondo che merita di essere esplorato senza giudizio. Il fatto che tu provi sconforto e pianga di fronte a questa scelta non è una “debolezza”, ma un’indicazione che il tuo rapporto con la casa, la famiglia e il futuro ha una struttura profonda che va ascoltata prima ancora di essere “superata”.
Rispetto all’idea del distacco dalla tua famiglia, proviamo a sospendere per un attimo l’idea che ci sia un “giusto” o uno “sbagliato” modo di affrontare questa situazione. Se mettiamo da parte l’autovalutazione (pensare di essere “troppo debole”), cosa emerge nella tua esperienza?
• Il pianto non è solo segno di tristezza: è un linguaggio del corpo, un modo in cui il tuo essere sta dicendo qualcosa. Quale significato ha per te questo pianto? È la paura della solitudine? Il senso di colpa nel lasciare i tuoi genitori? L’angoscia dell’incertezza?
• Il concetto di “futuro distante” ti soffoca. In che modo vivi il tempo? Forse il futuro, per te, non è una semplice linea temporale ma un qualcosa che cambia il modo in cui percepisci il tuo presente. Potresti provare a esplorare cosa significa per te la lontananza: è solo spaziale o è anche un cambiamento nella tua identità?
Le dinamiche relazionali in gioco:
• Tu descrivi la tua ragazza come “più forte di te” e “più risoluta”. È come se la tua incertezza fosse vissuta come un difetto, qualcosa da correggere. Ma forse avete semplicemente due modi diversi di sentire il mondo, e non per questo il tuo è meno valido. Ti senti compreso nel tuo modo di vivere questa scelta?
• I tuoi genitori sono sordi: la loro condizione ha avuto un peso nel tuo modo di sentire la responsabilità e il legame familiare? La tua presenza per loro è solo un aiuto pratico o è anche una parte di te che definisce chi sei? Se il tuo modo di essere nel mondo è sempre stato quello di chi deve essere presente per gli altri, è naturale che allontanarti crei un senso
Il problema non sei Ttu, ma più probabilmente come vivi il cambiamento: la tua esperienza sembra dirti che il cambiamento, per te, ha un impatto forte. Forse perché sposta qualcosa di essenziale nel tuo modo di vivere le relazioni.
Allora, invece di chiederti “come posso diventare più forte?”, potresti provare a esplorare cosa significhi per te il radicamento nella tua città? È solo un luogo, o è un modo di essere?
• Cosa ti spaventa della lontananza? La paura di non riconoscertipiù? La sensazione di perdere qualcosa di essenziale?
• Quale immagine di te stesso stai proteggendo? Forse l’idea di essere il “figlio presente”, o il “compagno che non si allontana troppo”?
Aprirei la possibilità che non esista solo un’alternativa. A volte la sofferenza nasce quando vediamo solo due possibilità: o mi allontano e soffro, o rimango e deludo qualcuno. Ma ci sono altre possibilità?
• Potresti ridisegnare il tuo modo di essere lontano: il distacco non è solo uno spostamento fisico, ma può essere vissuto in modi diversi (es. stabilire rituali di vicinanza con la tua famiglia, costruire un senso di continuità con la tua città).
• Potresti accogliere l’idea che la tua resistenza non è un errore, ma un segnale di qualcosa che va riconosciuto e integrato nel tuo percorso.
Il vero punto non è “come posso smettere di soffrire per questo distacco?”, ma come posso vivere questa sofferenza senza rinnegarla o sminuirla? Se cerchi di forzarti a non sentirla, probabilmente aumenterà. Se invece le dai spazio, potresti scoprire che dentro questa difficoltà c’è anche un significato più profondo, un’indicazione su chi sei e cosa è importante per te.
Forse il tuo viaggio non è solo quello verso una nuova città, ma anche verso un nuovo modo di vivere te stesso e il legame con gli altri.
25 FEB 2025
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È comprensibile che tu stia vivendo un conflitto così intenso: da una parte il desiderio di costruire un futuro con la tua compagna, dall’altra l’angoscia di allontanarti dai tuoi genitori, soprattutto considerando la loro condizione di sordità. Non è una questione di "maturità" o "debolezza", ma di affetti profondi e responsabilità emotive che ti legano alla tua famiglia. È naturale sentirsi così quando temi di lasciare chi ami e di perdere punti di riferimento importanti.
**1. Riconosci la tua difficoltà senza giudicarti**
Non sei "debole" per il fatto che soffri: hai semplicemente un attaccamento forte e un senso di responsabilità verso i tuoi genitori. È normale provare emozioni contrastanti quando ci si trova davanti a scelte che coinvolgono gli affetti più profondi.
**Concediti il permesso di sentire ciò che provi**, senza giudicarti. La tua sensibilità non è un difetto, è una parte di te che ti rende attento agli altri.
---
**2. Chiarisci le tue paure**
Per affrontare meglio questo nodo emotivo, può aiutarti identificare esattamente **cosa ti spaventa di più**. Ad esempio:
- **La paura che i tuoi genitori abbiano bisogno di te e che tu non sia presente?**
- **Il senso di colpa per lasciarli soli?**
- **L’ansia di non riuscire a gestire la distanza emotivamente?**
- **La paura che la relazione possa risentirne o che il futuro appaia troppo incerto?**
Dare un nome alle tue paure può renderle meno schiaccianti e più gestibili.
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**3. Trova soluzioni pratiche per mantenere il legame**
Allontanarti fisicamente non significa abbandonare i tuoi genitori o interrompere il rapporto. Puoi trovare modalità concrete per restare presente:
- **Stabilire una routine di contatti**: chiamate video giornaliere o settimanali per sentirli vicini.
- **Visite regolari**: se la distanza è di un’ora e mezza, potresti organizzarti per tornare nei fine settimana o nei momenti importanti.
- **Supporti tecnologici**: esistono strumenti pensati per facilitare la comunicazione con persone sorde (videochiamate in LIS, app per sottotitoli, ecc.).
- **Chiedere aiuto ad altri familiari o servizi di assistenza**, se necessario, per sentirti più tranquillo sapendo che non sono soli.
---
### **4. Comunica i tuoi bisogni alla tua compagna**
È importante che la tua compagna comprenda la profondità del tuo legame familiare e il tuo disagio. Prova a esprimere ciò che senti con onestà, senza paura di apparire "debole".
Ad esempio, potresti dirle:
*"So che per te trasferirci è importante e voglio condividere questo percorso, ma per me è molto difficile lasciare i miei genitori, soprattutto per la loro condizione. Ho bisogno di trovare insieme a te un modo per sentirmi ancora presente nella loro vita."*
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### **5. Riformula la tua prospettiva**
Prova a guardare il trasferimento come un **passaggio temporaneo**, non come un addio definitivo. Sapere che l’obiettivo è tornare nella tua città può darti conforto.
Chiediti: **"Come posso usare questo tempo per crescere, rafforzare la relazione e trovare un equilibrio tra la mia nuova vita e il legame con i miei genitori?"**
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**6. Cerca supporto emotivo**
Non devi affrontare questo conflitto da solo. Parlare con qualcuno di esterno, come uno psicologo, potrebbe aiutarti a:
- **Gestire il senso di colpa** e il legame affettivo.
- **Elaborare l’ansia** legata al cambiamento.
- **Rinforzare la tua sicurezza emotiva**, senza sentirti diviso tra due scelte.
24 FEB 2025
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Gentile Massimo, grazie per aver condiviso le tue preoccupazioni in maniera così profonda.
Quello che sento dal tuo racconto è un conflitto tra 2 poli molto importanti per te: la famiglia e la compagna con annessa prospettiva lavorativa.
Quello che mi trasmette è un profondo legame con i suoi genitori e un senso di sconforto qualora li dovesse "lasciare" seppur temporaneamente. Dall'altra parte la sua compagna, risoluta e sicura di ciò che vuole per sé e per la vostra relazione la mette in una condizione spiacevole di dover scegliere.
In questi casi, ciò di fronte a scelte così importanti, non posso che suggerirle di vivere serenamente le opportunità che la vita le offre e non sentirsi in colpa qualora decidesse di accettare questa che per lei dal punto di vista emotivo è una grande sfida.
Condivida con i suoi genitori e la sua compagna non solo la parte razionale che determina il suo dubbio, ma anche la parte emotiva.
I suoi genitori capiranno e sono sicuro che il vostro legame rimarrà indissolubile anche se lei dovesse allontanarsi da casa. Per altro è conciliante la distanza non certo siderale da casa.
Vedrá che se accetterà questa opportunità sarà per lei una grande occasione di crescita personale oltre che professionale.
Le faccio i miei più sinceri auguri per una scelta serena e sicuramente ben ponderata.
Un caro saluto, resto a sua disposizione.
24 FEB 2025
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Ciao Massimo, grazie per aver condiviso questa difficoltà in maniera così sincera.
Ciò che stai vivendo non è immaturità o debolezza, ma di qualcosa di molto profondo: il senso di responsabilità e appartenenza. Crescere con genitori sordi avrà sicuramente influenzato il tuo modo di percepire il legame familiare, forse facendoti sentire ancora più coinvolto nel loro benessere e nella loro quotidianità. Il fatto che il solo pensiero di allontanarti ti crei sconforto e sofferenza ci dice che probabilmente questo legame è stato costruito su un forte senso di protezione e vicinanza.
Ora, il punto centrale è capire cosa sta realmente bloccando questo passo per te. Perché non è solo una questione logistica, ma emotiva. Il trasferimento rappresenta per te solo una distanza fisica o è qualcosa di più profondo? Magari una paura di lasciare i tuoi genitori "soli", di non essere presente per loro, o forse il timore che questo passo segni un cambiamento irreversibile nella tua vita?
In realtà, il cambiamento che stai affrontando non significa perdere il legame con loro, ma trasformarlo. E questo è qualcosa su cui potresti lavorare, magari attraverso un percorso di psicoterapia, che ti aiuterebbe a comprendere meglio le tue emozioni per lavorare sulla gestione dell’ansia da separazione e sulle paure legate al distacco. Ciò potrebbe aiutarti ad affrontare una sfida importante nella tua attuale fase di vita, ovvero trovare un equilibrio tra il tuo bisogno di restare vicino alla tua famiglia e quello di costruire una vita con la tua compagna. Non si tratta di scegliere tra loro e lei, ma di imparare a dare a ogni relazione il giusto spazio nella tua vita senza sentirti sopraffatto dal senso di colpa o dall’ansia.
Quindi il primo passo è proprio questo: accettare che quello che provi è normale, che non è debolezza, ma solo un bisogno di affrontare il cambiamento con strumenti nuovi. E se senti che da solo è difficile, concederti l’opportunità di lavorarci con un supporto professionale potrebbe davvero aiutarti a vivere questa fase con più serenità.
24 FEB 2025
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Buongiorno Massimo,
in relazione al suo problema mi ha colpito il fatto che lei abbia specificato che i suoi genitori siano sordi. Ho avuto la sensazione che lei tema di lasciarli soli a causa della loro sordità.
Io le suggerisco di pensare bene al motivo per cui allontanarsi dalla propria città e dalla propria famiglia per un tempo prolungato le crea malessere. Trasferirsi lontano non è una cosa che piace a tutti, ma lei sembra proprio stare male all'idea. Una volta trovata la causa potrebbe discuterne con la sua compagna e trovare un compromesso.
Potrebbe essere necessario un consulto con uno psicologo per indagare i motivi profondi che le causano questo malessere.
24 FEB 2025
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Ognuno ha il suo carattere e la sua sensibilità
È opportuno indagare, per quale motivo lei soffra l’idea di allontanarsi da casa dei suoi genitori
Su cosa si basa questa paura su una motivazione oggettiva concreta oppure su se stessa?
A volte le nostre paure possono essere giustamente fondate.
Altre invece sono basate sulle loro stesse, cioè in un anno una vera motivazione ma è una paura di ciò che potrebbe accadere di brutto se noi facessimo una determinata cosa
Tuttavia, bisogna valutare e razionalizzare cosa oggettivamente potrebbe succedere di brutto quante sono le possibilità concrete che esso accada e anche se accadesse, quale potrebbe essere la possibile soluzione.
Per una corretta convenzione della situazione, è necessario approfondirla più nel dettaglio, se era un punto di vista emotivo si era un punto di vista pratico oggettivo
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che la possa aiutare a comprendere meglio la sua situazione ed affrontarla
Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderò con piacere
24 FEB 2025
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Gentilissimo Massimo, grazie per la condivisione. Comprendo la situazione che descrivi, e posso solo immaginare le difficoltà emotive e psichiche che questo allontanamento ti stanno arrecando. Il distacco dalle nostre origini, anche se solo temporaneo e non netto, può provocarci ed elicitarci una serie di emozioni e fatiche, nonostante le buone motivazioni nel farlo. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbe aiutarti ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti queste fatiche, nonchè individuare insieme allo specialista delle strategie funzionali per affrontare questo cambiamento.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
24 FEB 2025
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Salve Massimo, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
24 FEB 2025
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Gentile Massimo, è bello come progetto di coppia ma forse non è stato abbastanza approfondito insieme. Forse non ha maturato del tutto l’idea di allontanarsi da casa. I genitori con disabilità uditiva probabilmente hanno un peso, ma le direi di non sottovalutare le distanze di visione emerse con la compagna, probabilmente il suo stato d’animo è l’espressione di una difficoltà a portare i propri bisogni e percepirli ascoltati all’interno della coppia.
Se non riesce, prima di fare scelte importanti, ne parli con uno psicoterapeuta che la saprà aiutare a dare il giusto significato alle cose.
Un cordiale saluto.
Dr. Patrizia Mattioli
24 FEB 2025
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Caro Massimo, allontanarsi da casa a volte rappresenta una scelta sofferta e obbligata, soprattutto quando si lasciano dietro i propri cari. Non sentirti in colpa per questo. Scrivi che i tuoi genitori sono sordi, quindi presumo questo acuisca la tua difficoltà ad allontanarti, probabilmente per un senso di responsabilità nei loro confronti. Prova a vederla così: è una prova, non è permanente, e si tratta di un'ora e mezza di distanza. In caso di necessità, potresti comunque tornare a casa in tempi abbastanza brevi. Datti la possibilità di fare questa nuova esperienza e a godere di tutto ciò che questa nuova fase di vita ti porterà. Parlane a cuore aperto con la tua compagna e valutate insieme la possibilità di tornare a casa il weekend (o weekend alterni o uno al mese) in modo da abituarvi al distacco gradualmente. Resto a disposizione qualora tu senta il bisogno di avere un supporto per affrontare al meglio questa nuova fase di vita. Cordialmente, dott.ssa Sciacca
24 FEB 2025
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Gent.mo Massimo,
credo che parlare di tutto questo con un professionista possa aiutarla molto, ci sono vari elementi che una terapia, anche breve, può aiutarla a gestire: la paura di un futuro da costruire, la paura di lasciare i genitori, che forse sente bisognosi del suo aiuto, e forse altre paure più nascoste.
Creare una visione in cui tutto va bene, in cui lei riesce, visto la non grande distanza, a fare visita ai suoi genitori più volte al mese, in cui la vita che costruisce con la sua compagna è felice, in cui tornerà realizzato a vivere nella sua città.
Per avvicinare il futuro una volta costruito l'immagine del sogno si costruiscono tutti i passaggi intermedi che le consentiranno di arrivare a quell'obiettivo in modo da avere orizzonti temporali e obiettivi più vicini e risultati concreti facili da raggiungere e apprezzabili come piccoli passi verso il suo obiettivo felice.
AG
24 FEB 2025
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Ciao, capisco che tu ti senta confuso e sopraffatto. Affrontare un cambiamento come questo non è mai facile, soprattutto quando il legame con i tuoi genitori è così forte e la paura di allontanarti è grande. Il tuo sconforto è una reazione naturale a una situazione che ti fa sentire vulnerabile, e il fatto che la tua ragazza sembri più sicura può accentuare la tua insicurezza. Tuttavia, non è necessario avere tutto chiaro subito. Puoi prendere piccoli passi per esplorare i tuoi sentimenti e ritrovare il tuo equilibrio. Parlare con la tua ragazza e i tuoi genitori potrebbe aiutarti a sentirti più supportato. Non è un fallimento non avere tutte le risposte ora, ma un’opportunità di crescere e capire meglio te stesso. Sii gentile con te stesso, concediti il tempo di fare questo passo in modo consapevole, senza pressioni. Se posso aiutarti a riflettere ulteriormente, sono qui per te.
24 FEB 2025
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Buongiorno Massimo, se ho inteso bene lei ha dei genitori sordi, dalla nascita? È figlio unico? Perché i suoi timori andrebbero esplorati con maggiore attenzione...scogli emotivi, sensazioni di inadeguatezza, essere forte...rispetto a cosa o a chi? Si ritagli uno spazio di terapia personale dove poter essere accolto in tutta la sua complessità Massimo. Un caro saluto e a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa
24 FEB 2025
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Capisco perfettamente il tuo stato d'animo. È un momento importante della tua vita, una transizione che può generare molte emozioni contrastanti. Da un lato c'è l'entusiasmo per il futuro con la tua compagna, la voglia di costruire qualcosa di vostro, di realizzare i vostri progetti. Dall'altro lato c'è il timore di allontanarti dalla tua famiglia, di lasciare un punto di riferimento importante come i tuoi genitori.
È assolutamente normale sentirsi confusi e sopraffatti in questi momenti. Il fatto che tu ne stia parlando con la tua ragazza è un ottimo segno: significa che vi state confrontando apertamente e che state cercando insieme una soluzione.
Vorrei dirti che non sei solo in questa situazione. Molti ragazzi e ragazze che si trovano a dover affrontare scelte importanti per il loro futuro si sentono come te. È un passaggio delicato, che richiede coraggio e la capacità di mettersi in gioco.
Ti consiglio di concentrarti su ciò che ti spaventa di più dell'allontanamento da casa. Hai paura di lasciare soli i tuoi genitori? Ti senti in colpa per questo? Oppure hai paura di non essere in grado di gestire la distanza, di sentirti solo e isolato?
Una volta che avrai individuato le tue paure, potrai cercare di affrontarle una per una. Ad esempio, se ti preoccupa la salute dei tuoi genitori, potresti organizzare delle visite regolari, magari con l'aiuto di altri familiari o di servizi di assistenza domiciliare. Se invece hai paura di sentirti solo, potresti cercare di mantenere i contatti con i tuoi amici e familiari, organizzare delle videochiamate o dei weekend nella tua città.
Ricorda che la tua relazione con i tuoi genitori non cambierà per il fatto che tu ti sia trasferito. Potrete continuare a sentirvi, a vedervi, a condividere momenti importanti. L'amore e il legame che vi uniscono andranno oltre la distanza fisica.
Inoltre, vorrei dirti che il progetto di tornare un giorno nella tua città è un'ottima idea. Ti dà un obiettivo a cui tendere, una prospettiva futura che può aiutarti a superare questo momento di difficoltà.
Infine, ti consiglio di non sottovalutare l'importanza del supporto della tua ragazza. Parlate apertamente dei vostri timori e delle vostre aspettative. Cercate insieme una soluzione che soddisfi entrambi e che vi permetta di vivere serenamente questa nuova fase della vostra vita.
Ti auguro di trovare la forza e il coraggio per affrontare questo cambiamento. Ricorda che sei una persona adulta e responsabile, in grado di prendere le decisioni giuste per te e per il tuo futuro.
24 FEB 2025
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Gentile Massimo,
Ogni separazione, anche nella forma del distacco dai propri genitori, implica sempre una perdita da un lato e un’apertura dall’altro lato.
Nel suo caso questa separazione può essere più complessa perché, come ci scrive, i suoi genitori vivono una condizione di sordità che può rendere più vulnerabile e complesso il distacco.
Le lascio alcune domande, che possono essere estese a tutti coloro che, al di là dell’età, incontrano questo momento di separazione dal nucleo di origine per la creazione di un nuovo nucleo familiare e proprio.
- Cosa si appettavano i suoi genitori da lei?
- Come aveva immaginato i suoi 30 anni?
- Cosa la preoccupa di più di questo distacco?
Al fine di sostenere questo passaggio per lei importante puó essere una possibilità quella di attivare per i suoi genitori un’assistenza domiciliare o una collaborazione per sostenere alcune loro necessità quotidiane?
Un percorso di sostegno psicologico può accompagnarla in questa costruzione.
24 FEB 2025
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Buongiorno Massimo
Di fronte ai cambiamenti, la paura di lasciare la nostra comfort zone è una reazione più che legittima; il problema sorge nel momento in cui le nostre paure diventano tanto invalidanti da bloccarci, precludendo la possibilità di fare nuove esperienze.
Pertanto se in questa fase lo sconforto non diventa insostenibile, si limiti ad accettarlo, come parte di un processo di cambiamento.. diversamente si rivolga ad un esperto per avere un supporto in questa fase così delicata.
Inoltre questa esperienza potrebbe anche darle grandi soddisfazioni (emancipazione dal nucleo familiare, situazioni, luoghi e persone nuove, ecc.), le consiglio quindi di lasciare aperta la porta a nuove possibilità.. se invece dovesse rivelarsi disastrosa, può sempre rinunciarvi.
Spero di averle fornito qualche spunto di riflessione, e le auguro buona fortuna.
24 FEB 2025
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Caro Massimo, dalla tua non riesco bene a capire cosa significa che i tuoi sono sordi..hanno un handicap fisico? O sono sordi emotivamente?
In ogni caso mi pare che ci sia uno scoglio che impedisce di realizzare la tua vita, forse un rimorso o una sensazione di separazione. Sicuramente qualcosa su cui c'è bisogno di un supporto da un professionista per comprenderne le origini e per capire come trovare la propria strada. Lasciare il proprio nucleo a 30 anni deve poter essere fonte di entusiasmo per la scoperta e la visione del futuro davanti.
Rimango a disposizione anche on line per qualsiasi chiarimento e ti auguro il meglio. Silvia Chiavacci