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Cara Serena,
se non l'avesse già fatto, le suggerisco di parlarne con il ginecologo e/o con l'ostetrica e/o con il medico di famiglia che hanno seguito la sua gravidanza fin dall'inzio e che conosceranno la storia ed i vissuti del periodo di tutta la sua maternità così da aiutarla nel contestualizzare gli attuali episodi da lei indicati.
Può chiedere consiglio anche al pediatra.
Personalmente le suggerisco di dialogare anche con il padre del bambino, se è presente, o con chi sente affettivamente più vicino in questo momento (amici, genitori, ecc..)
Talvolta può accadere che sensazioni di ansia e panico derivino da percezioni di solitudine, di sovraccarico o di stress collegate a momenti SIGNIFICATIVI della propria vita, non necessariamente "negativi".
Ciò è vero, ad esempio, proprio nel caso dell'evento "allattamento", non tanto perchè esso sia un evento di per sè ritenuto negativo (....anzi!...) quanto piuttosto per il carico di fatica e responsabilità che per le mamme si associa alla gioia di nutrire fisicamente ed affettivamente il proprio bambino.
Parlo per generalizzazioni da "manuale di letteratura specifica" Serena, non conoscendo la sua storia, e lo faccio non perchè questa sia la mia prassi abituale ma per esserle utile cercando di rispettare la sua riservatezza senza perdere di vista la sua domanda "in carne ed ossa", ossia il suo essere una persona reale, che scrive realmente! Per farlo cerco di immaginare la ragione per cui una mamma si definisca ansiosa e chieda saggiamente consiglio proprio ad un team di psicologi e cerco di darle una risposta altrettanto autentica.
Sempre per ipotesi, se fosse anche il suo caso (comune a molte madri in allattamento che ho conosciuto) quello di sentirsi come "sovraccaricata" cerchi di ricordarsi di non fare tutto da sola, perchè, sempre generalizzando, questa potrebbe essere una delle possibili ragioni del sentirsi ansiosa e in panico.
Per esperienza personale le dico che le persone a cui vogliamo bene, e che a loro volta ricambiano il nostro affetto, sono quasi sempre più che felici di rendersi utili e manifestarci così il loro desiderio di parteciapre alla nostra vita.
Auguri di cuore Serena!
Dott.ssa Valentina Pierini
Psicologa e Piscoterapeuta - Firenze
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8 Risposte
Inanzitutto grazie per le risposte
Sono alla seconda gravidanza ,alla prima sono diventata celiaca che si verificava con shoc anafilattici..da liil panico che ho curato per circa sei anni,poi la seconda e rieccolo mi si formicolano le mani e il viso e vado praticamente in stato confusionale allorche nn mi ricordo praticamenta nulla di cio che accade in quelle ore apparte cio che mi raccontano ..
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Cara Serena, non so da quanto tempo tu soffra di ansia e panico (ti è stato diagnosticato da un professionista?) ma posso dirti che la gravidanza e la maternità sovente slatentizzano paure ed ansie che possono evolvere in panico. Bisognerebbe capire quanto è seria o invalidante la tua situazione ed in base a ciò decidere per una psicoterapia di sostegno, oppure strategica o, nel caso più acuto, un temporaneo aiuto farmacologico. Sarebbe utile parlarne prima di tutto con il tuo medico curante ed una volta appurati certi nodi cruciali si potrà decidere per una strada o per un'altra. Auguri. Dott.ssa Sabina Orlandini
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Salve, premesso che una buona cura non è possibile senza una corretta diagnosi, consiste nel rivolgersi ad uno psicoterapeuta, nel mio caso ad orientamento breve strategico. Le cause che hanno generato il suo problema possono essere molteplici, tuttavia, lavorando sul "come" il panico evolve, solitamente lo si risolve nel giro di di sei, sette incontri. Esiste un protocollo studiato ad hoc, applicato con ottimi risultati clinici da decenni.
Saluti
Dr. Cristian Sardelli
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Gentile Serena (interessante idiosincrasia tra il suo nome e la sua situazione),
la sua comunicazione è lapidaria e questo lascia intuire l'urgenza con cui l'ha scirtta. diventare madre è un'esperienza fondante per una donna, il senso di responsabilità e di ipercoinvolgimento che si sperimenta a contatto con un neonato, la sua totale dipendenza dalla madre possono essere in alcuni casi fonte di angoscia. Lei ha notato per caso una coincidenza tra l'insorgere dei sintomi ansiosi e la sua maternità? o ne soffriva anceh prima? é molto importante innanzitutto che lei abbia accanto a sé eprsone in grado di sostenerla, di aiutarla anche solo per permeterle qualche ora di riposo qualcora il bimbo gliene concedesse poco: la solitudine è la peggior nemica di una serena maternità! In seconda battuta le consiglierei qualche colloquio con un terapeuta; i farmaci se allatta non li può assumere per cui cerchi uno psicoterapeuta nella sua zona e vedrà che potendo approfondire la sua storia e situazione personale riceverà consigli appropriati e molto utili. In bo0cca al lupo per tutto vedrà che tutto si sistemerà, l'importante è che lei non trascuri questo problema!
saluti
Dr.ssa Scipioni, roma
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Buongiorno Sig. Serena, intanto auguri per il cucciolo arrivato! È' chiaramente un momento faticoso da affrontare, tanti cambiamenti, le esigenze del bambino, l'allattamento e tutte le altre responsabilità' in casa e famiglia... Se ne ha la possibilità le consiglio di rivolgersi ad uno/a psicologa della zona per poter fare almeno dei colloqui di sostegno per poter condividere pensieri, emozioni e preoccupazioni del momento, il collega o la collega le potrebbero consigliare anche un percorso di psicoterapia, che anche io le consiglierei...
Non le consiglio dei farmaci, casomai terapie naturali, ad esempio con i Fiori di Bach;
Tantissimi auguri e in bocca al lupo!
Dott.ssa R.M. Scuto
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Gentile Serena, provi a prendere 1 appuntamento con uno psicologo poichè ha bisogno di un supporto durante questo suo delicato momento quale è il post-partum.
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Gentile Serena, non chiarisce se si tratti o meno della prima gravidanza, comunque, soprattutto nelle donne al primo parto,è assolutamente normale il verificarsi di comportamenti e pensieri alla cui base è presente una forte ansia di non riuscire ad essere una madre adeguata, paura di commettere qualche errore con il piccolo/a e timore di non riuscire a gestire gli eventi e le situazioni successive al parto.
Oltre alla terapia farmacologica, che deve comunque essere compatibile con l'allattamento, le sarebbe utile un percorso di sostegno psicologico che le permetterebbe di acquisire gli strumenti necessari a vivere nel modo migliore questo momento così delicato.
Rimango a sua disposizione nel caso avesse bisogno di maggiori chiarimenti.
Dott.ssa Alessia Sorsi
Piacenza
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Gentile Serena,
i disturbi di cui soffre possono essere ancora più difficili da gestire in considerazione del momento delicato in cui si trova, con l'arrivo di un neonato e l'allattamento in corso; a livello farmacologico le consiglio quindi di rivolgersi al suo medico curante per capire se e quali farmaci sono privi di controindicazioni per l'allattamento. Tuttavia a mio avviso è altrettanto importante che lei si rivolga ad uno psicologo per essere supportata nell'affrontare la situazione in cui si trova nella maniera più completa e adeguata possibile, per il benessere suo ma anche del suo bambino o della sua bambina. Rimango a sua disposizione, nel caso volesse contattarmi direttamente. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
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