Situazione di stallo. Non so più che fare
Salve, ho bisogno di un parere esperto per meglio interpretare la mia situazione, che è abbastanza complessa. Ho 17 anni e sin da bambina soffro di ansia e depressione. Quando avevo 8 anni sono iniziati i primi sintomi ossessivo-compulsivi alternati a periodi caratterizzati da intenso abbassamento dell’umore, noia, solitudine e anedonia. Mi sono resa conto recentemente che queste ossessioni servivano, e purtroppo servono tutt’ora, a riempire un vuoto, a dare un senso alla mia vita, perché senza di esse la mia mente non sa più a cosa pensare e il mondo circostante diventa freddo, grigio, vuoto. Mi è difficile spiegare in cosa consistono questi pensieri ossessivi perché riguardano un po’ tutta la mia vita, non hanno dei temi precisi, né un substrato di ansia: tutto ciò che penso diventa ossessione che poi diventa “pesante da sopportare” e deve essere “scaricata” con delle azioni compulsive di qualunque tipo.
Sono stata in terapia cognitivo-comportamentale con una psicologa, ma solo per un breve periodo di tempo perché trovavo difficoltà a spiegare i miei problemi, non mi sentivo a mio agio con la professionista e soprattutto perché la terapia stessa era diventata un’ossessione per me. Ecco, sono proprio messa male se ogni pensiero che sfiora la mia mente, se ogni azione che compio diventa ossessiva!
Autonomamente, col tempo, sono riuscita ad imparare a riconoscere in tempo quando i pensieri stanno per diventare ossessivi e bloccarli, ma in questo modo ho prodotto un effetto quasi catastrofico: non posso più pensare a niente perché, appunto, è l’unico modo che ho per non ossessionarmi, non so più chi sono, cosa mi piace fare veramente che non sia solo un altro pensiero ossessivo, non trovo più un senso alle mie giornate, non ho più motivazione a fare nulla, nemmeno a studiare o ad uscire con gli amici, mi sento costantemente triste, vuota e stanca, priva di energia, ho frequenti sbalzi d’umore, crisi depressive forti, attacchi di panico. Mettendo da parte la timidezza che mi ha sempre accompagnata, le mie relazioni interpersonali sono un disastro: agisco passivamente in tutto perché ogni forma di attivismo mi porterebbe a rimanere bloccata fissa su un pensiero come se fosse la mia unica ragione di vita (è così che descrivo le “ossessioni” di cui vi parlo), mi sento inadeguata, ho paura di essere abbandonata, di essere rifiutata, che le persone mi odino, ho frequenti crisi di profonda vergogna mista ad ansia e senso di colpa che mi fanno pentire di ogni cosa che faccio, che dico, che penso. È come una forma di autopunizione: ho bisogno di punirmi se agisco in modo sbagliato, se dico qualcosa che non dovrei dire. Sento il bisogno di punirmi per il semplice fatto di esistere. Non so davvero più come affrontare tutto questo. Ho sofferto di sintomi simili in passato, a 14 anni ho persino tentato il suicidio. L’idea di torgliermi la vita era l’unica in grado di farmi sentire meglio, in passato. Mi illudevo di poter morire quando volevo, di avere una via di fuga, di avere il controllo della mia vita. Ma ora so che di metodi infallibili per il suicidio non ce ne sono. So che per affrontare la mia mente ho bisogno di provare emozioni forti, di sentirmi viva. Sento persino il bisogno di provare sostanze che siano in grado di farmi sentire bene, perché da sola non ce la faccio più. Se avessi gli strumenti, sarei già morta oppure tossicodipendente. È brutto dire tutto questo, lo so, ma non so più cosa fare, mi sento sempre confusa, ho persino problemi ad organizzare il pensiero perché saboto ogni mio pensiero prima che diventi insistente. Non so davvero più cosa fare. Non so esattamente cosa vi sto chiedendo, forse avevo solo bisogno di sfogarmi o di sentirmi dire da qualcuno che si può uscire, che andrà tutto bene, per illudermi. Ma come faccio ad uscirne se sto cercando di distruggere la mia stessa mente?
Avevo pensato di rivolgermi ad uno psichiatra, ma anche prendere medicine mi fa ossessionare. Non posso più pensare a niente. Non so che fare. Quando ne parlo alle persone, loro non capiscono e probabilmente non capirete nemmeno voi perché effettivamente è una situazione complessa, atipica.