Buongiorno, contatto per chiedere un consiglio su una futura psicoterapia cognitivo-comportamentale. Soffro di disturbi psicosomatici a carattere gastro-intestinale e nausea (dopo aver escluso con un sacco di analisi e specialisti cause organiche), già in cura presso uno psichiatra che però ha notato come sia intollerante anche a bassissime dosi di farmaci comunemente usati.
So che l'approccio è farmacologico+psicoterapeutico cogn comport, ma se la prima componente non è attuabile i risultati quali sarebbero?
La dose a cui già sono ipersensibile sono 3 gocce di amitriptilina (Laroxyl) che dovrebbero essere portate a 12, ma sospese per sua indicazione.
Rimarrebbe la paroxetina come SSRI efficace, ma me l'ha sconsigliata per via della mia sensibilità anche a basse dosi a questi farmaci e potrebbe darmi problemi anche maggiori.
Ora possibile non ci sia nessuna alternativa? Aggiungo che negli ultimi giorni ho anche costante nausea, ad andamento fluttuante.
Sembra che ci sia un poco interesse a queste disturbi anche da alcuni psico-terapeuti che dopo averli contattati, non vogliono prendersi responsabilità di affrontarli (eppure, fa parte della loro professione), e che per quanto sembrino meno gravi di altre manifestazioni sono comunque invalidanti durante le varie giornate.
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14 MAR 2025
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Gent.m mxn10,
a mio parere non è detto che la terapia cognitivo comportamentale sia la migliore.
La componente inconscia della malattia psicosomatica è decisamente prevalente per cui le consiglio un approccio psicoterapeutico che lavoro prevalentemente in questo senso. Le tecniche sono tante che possano rintracciare e ristrutturare il trigger inconscio alla base della malattia psicosomatica, ad esempio lavorare con i sogni o con le metafore.
Personalmente consiglio e pratico ipnosi Eriksoniana. Se vuole può contattarmi anche cercandomi presso Albo E.R.
AG
18 MAR 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Marco
Un alternativa che ti posso proporre se vuoi evitare i medicinali è un approccio con una psicoterapia più incentrata sul corpo, come la bioenergetica. In particolare le ricerche hanno riscontrato effetti positivi dell'uso della mindfulness e delle tecniche di meditazione su chi soffre di reflusso ed altri disturbi gastro intestinali, quindi se vuoi esplorare altre strade oltre la cognitivo comportamentale e la terapia farmacologica io punterei su queste.
Contattami pure se hai altre domande.
17 MAR 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Marco ,
Comprendo l suo scoraggiamento e la frustrazione che né consegue sulla condizione che sta vivendo e le sue titubanze su una possibile terapia.
Intanto mi sorgono dei quesiti ai quali segue una riflessione .
Come mai si e' approcciato a una cura farmacologica importante.
Ip nostro corpo e' un prezioso canale di espressione e riverbero di ciò che si muove su tutti i nostro libelli emotivo energetico mentale e spesso ci comunica al semplice ascolto .
Quando si presentano uno o più sintomi spesso si vuole debellare il sintomo come via più semplice piuttosto che attraversarlo e comprendere cosa ci sta comunicando .
Come esperienza professionale penso fermamente che l 'ambito psicologico e psicoterapeutico sia talmente vasto da poter attingere a infinite competenze e specializzazioni muovendosi in modo fluido e integrale non così escludendo l' osservazione di ciò che si manifesta sul corpo fisico ed energetico oltre che mentale ed emotivo dove consegue l'area realizzata e manifestante della persona sul quotidiano .
Ora sarebbe interessante approfondire vari aspetti della sua anamnesi e comprendere da quanto tempo avverte questi disturbi ,se e quando ci sono stati evento significativi, se fa sport ,come vive il suo lavoro e le sue relazioni .
La invito a poter lasciare spazio all' ascolto di se allargando il suo orizzonte verso un approccio psicologico integrale che posa fornire attenzione al suo corpo fisico .
Disponibile anche online ,per ulteriori info non esiti a contattarmi .
Un caro saluto .
Dr.ssa Alessandra Petrachi .
Psicologa ad Approccio Integrale a Metodologia Bioenergetica
17 MAR 2025
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Buongiorno Marco ,
Comprendo quanto lei possa sentire scoraggiamento nei confronti della cura che sta facendo .
Aggiungerei che sta seguendo anche una cura importante farmacologicamente .
Sarebbe interessante per lei approfondire da quanto soffre di questo disturbo e conoscere la sua anamnesi in un colloquio di valutazione .
Come professionista terapeuta , mi occupo di osservare ciò che e'si nasconde dietro il sintomo e la difficoltà su tutti i livelli del corpo ,fisico ,energetico ,emotivo, mentale .
Lavoro con base metodologica bioenergetica e Il corpo fisico e ' una ricca fonte di informazione che ci aiuta a indirizzarci quando siamo pronti ad ascoltarci .
Pertanto le suggerirei di valutare un approccio terapeutico integrale .
Disponibile anche online
Non esiti a contattarmi per ulteriori info .
Cordialmente .
Dr.ssa Alessandra Petrachi
17 MAR 2025
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Buonasera,
Per quanto non conosca la sua situazione, né i professionisti a cui faceva riferimento, a me sembra chiaro che, al di là di quanto le sia stato detto, lei abbia in sé un progetto di cura. Infatti, scrive di voler affrontare queste problematiche con uno psicoterapeuta che ne abbia interesse.
Ritengo che la terapia passi attraverso una relazione di fiducia. Alcune non funzionano, altre si.
Penso che questa sua motivazione sia qualcosa di molto importante che debba essere onorata dal terapeuta.
15 MAR 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Marco, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FD Logiudice
15 MAR 2025
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Buongiorno,
i disturbi psicosomatici hanno generalmente (se non sempre) una componente molto forte nell'ansia. Spesso sono, semplificando, proprio il risultato di un'ansia che, sollecitando eccessivamente l'organismo, trova una scarica nel sintomo che, a sua volta, paradossalmente protegge la persona da danni ancora maggiori dovuti all'eccessiva tensione nervosa (più correttamente"attivazione"). Dietro questo che potremmo definire come un meccanismo di riequilibrio ci sono sempre delle motivazioni che andrebbero individuate perché l'ansia, ovvero la somatizzazione che rappresenta la sua risultante, ha un suo perché ben radicato nella storia della persona.
L'ansia è sempre un allarme, il segnale di qualcosa che non va nella vita della persona, ma non è il problema vero e proprio. I disturbi psicosomatici sono da inquadrarsi analogamente.
Le somatizzazioni si risolvono ottimamente con tecniche ultra sperimentate quali il Training Autogeno, risorsa terapeutica a mio parere di prima linea in tali problematiche. Le suggerisco di cercare un terapeuta esperto che utilizzi questa tecnica a fini terapeutici (di solito l'indirizzo di specializzazione è quello bionomico ma si può padroneggiare il Training Autogeno anche attraverso una specifica formazione che non passa necessariamente per la specializzazione). Per la mia esperienza le problematiche che lei espone (compresa l'ipersensibilità a determinati farmaci) si affrontano ottimamente con l'approccio che ho descritto.
Se ha bisogno di ulteriori delucidazioni mi contatti pure.
Un caro saluto,
Dott. Antonello Mosso
14 MAR 2025
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Buona sera. Un approccio psicoterapico che comprenda anche la applicazione nel corso della seduta di tecniche di rilassamento, come la mendfulnes o il training autogeno potrebbero esserle utili ed essere un primo passo per affrontare il disagio che sta vivendo.
14 MAR 2025
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Buon pomeriggio,
Capisco e comprendo la sua situazione, il malessere percepito in maniera costante nonostante non sia “grave” ha comunque un impatto sul naturale vivere della persona che lo percepisce.
Chi l’ha indirizzato verso un determinato approccio terapeutico?
I disturbi psicosomatici vengono approcciati da tutti gli approcci terapeutici. Poi chiaramente è la persona a trovare un modello che più si adatti alle proprie esigenze.
Anche la parte prettamente psichiatra è da valutare in base all’invalidità che il sintomo ha sulla persona, infatti andrebbe fatta una prima parte psicoterapeutica e successivamente se necessario coinvolgere l’intervento dello psichiatra.
Comunque se necessita di informazioni o delucidazioni sono a disposizione per chiarimenti.
Saluti
MP
14 MAR 2025
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Caro mxn10,
comprendo quanto la sua situazione possa incidere sulla qualità della vita e quanto possa essere frustrante non trovare risposte adeguate o sentirsi poco ascoltato. I disturbi psicosomatici a livello gastrointestinale, come la nausea persistente, riflettono spesso un legame profondo tra corpo e mente, in cui il disagio emotivo si manifesta attraverso il corpo. È importante sottolineare che, pur in assenza di cause organiche evidenti, questi sintomi sono reali e meritano un’attenzione integrata.
Nel suo caso, potrebbe essere utile valutare un percorso di psicoterapia a orientamento psico-corporeo, in particolare l’Analisi Bioenergetica. Questo approccio lavora sull’integrazione tra mente e corpo, offrendo strumenti per esplorare e sciogliere le tensioni fisiche croniche – che possono contribuire ai sintomi somatici – attraverso il lavoro corporeo associato all’analisi psicologica.
L'Analisi Bioenergetica può apportare benefici in diversi modi:
- Sciogliere le tensioni nel corpo e calmare il sistema nervoso: disturbi come la nausea possono essere legati a tensioni muscolari, soprattutto nella zona dell'addome e del respiro. Attraverso esercizi mirati, come la respirazione profonda, è possibile ridurre lo stato di allerta e favorire una maggiore calma.
- Dare spazio alle emozioni bloccate: spesso i sintomi fisici sono un modo attraverso cui il corpo esprime emozioni non elaborate – come ansia, paura o rabbia trattenuta. Questo approccio facilita il riconoscimento e l’espressione di tali emozioni, riducendo la necessità del corpo di manifestarle attraverso il malessere fisico.
Se i farmaci non sono ben tollerati, una psicoterapia psico-corporea può rappresentare un valido supporto per alleviare i sintomi e migliorare il benessere complessivo. È comunque importante mantenere un dialogo aperto con il suo psichiatra per valutare nel tempo eventuali alternative farmacologiche compatibili con la sua sensibilità.
Al di là dell’approccio scelto, è fondamentale che lei si senta ascoltato e accolto dal terapeuta. La qualità della relazione terapeutica – sentirsi a proprio agio e compreso – è un elemento essenziale per il successo del percorso.
Se desidera ulteriori informazioni sull’Analisi Bioenergetica o ha bisogno di chiarimenti, resto a disposizione, anche online.
14 MAR 2025
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Il disturbo psicosomatico è un disturbo in cui il disagio psicologico si manifesta, si ripercuote sulla salute fisica
Il trattamento prevede una parte farmacologica associata a un percorso terapeutico
Nel caso si abbia intolleranza farmacologica e questo deve valutarlo con il medico che prescritto il trattamento
Se non si possono prendere farmaci per intolleranza, si può comunque procedere l’trattamento psicologico.
La terapia cognitivo comportamentale va a indagare i pensieri disfunzionali e le credenze disfunzionali che mantengono il problema e sostituirli con uno stile di pensiero e di comportamento più funzionale.
Vengono anche insegnate strategie pratiche per affrontare ansia e stress
Anche se avessi un’intolleranza ai farmaci dei consigli di intraprendere un percorso psicologico che la possa aiutare a comprendere meglio ed affrontare la situazione
Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderò con piacere
14 MAR 2025
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Salve Mxn10,
capisco quanto possa essere difficile convivere con tali manifestazioni sintomatiche. Dopo aver escluso cause organiche con il suo medico, non esiti a contattare un terapeuta che possa aiutarla e che al contempo possa interfacciarsi con il suo psichiatra. La terapia cognitivo-comportamentale è una terapia evidence based, per cui ha individuato il giusto approccio che può esserle di aiuto.
Rimango a disposizione online
Dott.ssa Anna Di Gioia
14 MAR 2025
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Buongiorno,
il mio approccio è psicoanalitico fenomenologico e ho seguito senza problemi e con buoni risultati pazienti con questo tipo di disturbi. Il lavoro psicoterapeutico può offrire la possibilità di capire i motivi che possono essere a fondo di questa somatizzazione. Spesso è un problema emotivo, nel senso che si tende a non esprimere le proprie emozioni, che quindi vanno a rifarsi sul sistema vegetativo in particolare. E' un lavoro comunque che richiede tempo perché la somatizzazione implica una scarsa capacità nel mentalizzare i propri problemi. Il farmaco da solo non può risolvere il problema, al di là delle complicazioni che lei ha nell'assumerlo.
Le consiglio di intraprendere un percorso perché le potrebbe essere d'aiuto. Se ha bisogno, mi contatti pure per un confronto.
Dott.ssa Elena Agio
14 MAR 2025
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Buongiorno
I sintomi somatici di cui parla sono aspecifici, cioè possono avere almeno una decina di cause diverse. Ma una cosa è per me quasi certa: la psicoterapia e la terapia farma non hanno funzionato per un motivo semplice: non le hanno fatto una corretta o completa psicodiagnosi.
14 MAR 2025
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Buongiorno. Comprendo benissimo la sua frustrazione e difficoltà nel trovare un percorso efficace. I disturbi psicosomatici a carico dell'apparato gastrointestinale possono essere molto invalidanti.
La terapia sicuramente può aiutarla e non è detto che senza farmaci non ci siano risultati.
Magari può iniziare così e valutare con il terapeuta se integrare piano piano un aiuto farmaceutico o qualche integratore naturale. Aldilà della terapia cogn comp le consiglio di rivolgersi a qualcuno esperto in disturbi psicosomatici, o a qualche terapista specializzato in approcci mente-corpo.
Un saluto