Ho 19 anni ed ho un disturbo di conversione per cui sperimento sintomi polimorfi ininterrottamente di varia intensità che vanno dalla sensazione di non riuscire a riempire i polmoni al sentirmi svenire, alle vertigini, alla gola chiusa eccetera. Nonostante prenda 2mg di xanax non sortisce alcun risultato eccetto un sonno incredibile che però non mi conduce a dormire a causa dei suddetti sintomi che non mi fanno riposare. Cosa posso fare? Perché i farmaci non funzionano?
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14 GIU 2016
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Gentile Ombrella,
mi chiedo chi le abbia diagnosticato uno o più sintomi da conversione? Chi lo ha fatto, avrebbe dovuto anche informarla del fatto che , se di questo disturbo si tratta, non saranno certo sufficienti le benzodiazepine (lo xanax , che le è stato prescritto) per risolvere il problema. Immagino che il collega o chi per lui, abbia voluto intendere per "disturbo da conversione", disturbo da conversione isterica, patologia studiata da Freud stesso per primo,il quale aveva riscontrato in alcune sue pazienti, la tendenza a trasformare un contenuto inconscio inaccettabile dalla coscienza, in una tendenza a convertire nel corpo una tensione accentuata quanto spesso immotivata, che in certi casi poteva esitare ,o in reazioni parossistiche nell'espressione dei sentimenti o emozioni ,fino a produrre vere e proprie paralisi d'arto . Alla base del problema , il grande psicoanalista viennese, scoprì attraverso indagine psichica, il nascondersi in genere, un accentuato senso di colpa per impulsi o desideri o sensazioni provate in un passato remoto e ritenuti/e come detto più sopra, non accettabili moralmente dalla coscienza. Da qui , la necessità di una analisi approfondita dei motivi scatenanti la sintomatologia. Solo la psicoanalisi, sia essa di stampo Freudiano, Junghiano, Lacaniano ecc.., può intervenire quindi efficacemente al fine di aiutarla ad affrontare e risolvere il suo disagio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giuseppina Cantarelli
Psicologa-Psicoterapeuta
Psicoanalista Junghiana
15 GIU 2016
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Gentile Ombrella,
i farmaci ansiolitici servono soltanto come sintomatici e non possono ovviamente risolvere le cause prime del sintomo come può fare un adeguato percorso di psicoterapia.
Lei, quindi, può iniziare questo tipo di cura e gradualmente ridurre il dosaggio del farmaco ansiolitico fino a poterne fare a meno.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
14 GIU 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera Ombrella, dalla descrizione della sua sintomatologia (a parte le etichette diagnostiche che possono essere offerte) a me sembra che lei abbia bisogno di un affiancamento farmacologico ad un lavoro psicoterapeutico (percorso principale). L'associazione psicoterapia-farmacologia, in alcuni casi, è la migliore strategia terapeutica, soprattutto se lo psicoterapeuta e lo psichiatra/psicofarmacologo riuscissero a collaborare avendo, ad esempio, la prospettiva di uno scalaggio farmacologico (a tempo debito, deciso dalle due figure professionali sentendo ciò che riferisce lei) ed arrivare ad un percorso unico di psicoterapia. Da come pone la questione (ma questa può essere solo la mia iniziale impressione), sembra che lei abbia l'aspettativa che una soluzione esterna possa risolvere un problema interno. In terapia o, almeno, all'interno di un consulto psicologico iniziale, dovrebbe arrivare alla cosiddetta "internalizzazione del sintomo", ovvero alla comprensione che i suoi disagi e sofferenze psicologiche (al netto di problemi organici certificati) abbiano cause interne alla sua organizzazione di personalità, dunque la soluzione per migliorare la percezione di qualità di vita è lì da cercare, insieme alle figure professionali di cui sopra.
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
14 GIU 2016
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Gentilissima Ombrella,
premetto che non sono una psichiatra quindi non mi pronuncio su farmaco e dosaggio. Mi spiace che tu stia trovando ostacoli nella strada verso la risoluzione del problema. Sensazioni legate alla respirazione, vertigini e gola chiusa potrebbero essere legati all'ansia, alla gestione delle paura e delle emozioni.
Un percorso psicologico focalizzato sulla gestione dell'ansia potrebbe migliorare la tua quotidianità, anche per quanto riguarda i ritmi sonno-veglia.
Ti auguro di ritrovare presto la serenità!
14 GIU 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Ombrella,
lo Xanax può non essere il farmaco più indicato per il disturbo accusato, perchè può condurre ad assuefazione, ossia non funzionare correttamente a nonostante il dosaggio assunto. Consiglio di interpellare uno psichiatra che saprà indicarLe una farmacoterapia adeguata.
Cordialmente
Dott.ssa Annalisa Caretti