sono in cura da uno psicoterapeuta ma non riesco a fare a meno di sentirlo di pensarlo insomma ogni giorno devo avere un contatto con lui ma questo lui non lo sa' perche' io uso altri nomi e altri metodi è normale tutto questo e cosa indica?
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4 AGO 2014
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Gentile Alberta
il termine "simbiosi" implica che entrambe le parti si nutrano l'una dell'altra ricavandone dei benefici vitali. Come mai ha scelto proprio questo termine? Nella relazione col terapeuta solitamente si rivivono le modalità affettive che utilizziamo con i nostri cari. Ne parli con lui, vedrà che questo diventerà un ottimo spazio di lavoro per la sua terapia.
Cordiali saluti e buona fortuna.
Gioia Negri
20 AGO 2014
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Gentile Alberta
certamente il suo "bisogno" di sentirsi costantemente in contatto col suo Terapeuta è un sintomo che mette in evidenza il suo forte bisogno di "Essere in Contatto" con qualcuno di Affidabile che l'accompagni nella vita. Certo lei deve sentirsi molto sola e impaurita nel gestire la vita quotidiana e stà vivendo il rapporto terapeutico come un'ancora di salvezza per la sua barchetta che di navigare in mare aperto da sola ..senza un Comandante non se la sente. Mi scusi se uso la metafora ma è per dare una immagine "visiva" della cosa.
Tuttavia,se pur questo è comprensibile, deve essere portato allo scoperto e certo, se non lo ha ancora fatto, dovrà parlarne col suo terapeuta in modo che si possa affrontare il problema dalla giusta angolazione.
Il suo Terapeuta/Comandante potrà certo farle comprendere che lui è presente e l'accompagna nel viaggio insegnandole a navigare; con lei terrà il Timone nella giusta direzione ma sarà lei ad essere il Primo Pilota.
Con molta pazienza, con molta calma piano piano lei imparerà ad assumersi questi ruoli nella sua vita e non avrà più interesse "morboso" verso il suo Terapeuta.
Forse il lavoro può essere lungo ma occorre affrontarlo passo per passo.
Auguri.
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
4 AGO 2014
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Gentile Alberta,
è difficile dare un senso a questo suo comportamento da qui, senza conoscerla.
L'unico consiglio che mi sento di darle è quello di parlare direttamente con il suo terapeuta di questo aspetto della vostra relazione.
Infatti è possibile che attraverso la riflessione su questi "agiti emozionali" lei riesca a comprendere aspetti importanti di lei.
4 AGO 2014
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Gentile signora Alberta,
ne va del successo della terapia: parli prima possibile col suo terapeuta. Potrebbe essere un dato importante ai fini di rettificare progetti terapeutici già definiti
dr paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale e anche cognitivo in Friuli Venezia Giulia
4 AGO 2014
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Cara Alberta, se vuoi che la tua psicoterapia produca qualcosa, è assolutamente necessario che tutto ciò che provi in relazione al tuo terapeuta, venga comunicato direttamente a lui perché sei in pieno 'transfert' e tale fenomeno è la chiave principale in un setting psicoterapico. Auguri
Dottssa CarlaPanno
psicologa-psicoterapeuta
1 AGO 2014
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Cara Alberta,
credo che di questa cosa dovrebbe parlarne con il suo terapeuta. Non abbia timore, il suo terapeuta capirà e l'ultima cosa che farà sarà giudicarla per questo. È però un aspetto che andrebbe approfondito in terapia, anche perché rivela molto del suo stile di relazione con gli altri significativi e potrebbe quindi diventare un'occasione preziosa di lavoro.
1 AGO 2014
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Cara Alberta, non esiti a parlare apertamente
con il suo terapeuta di quello che sta vivendo nei suoi confronti se non vuole farsi male o rendere la terapia quanto meno inutile,
Dott. Dario Grigoli
Pinerolo