Si può tornare ad amare e desiderare qualcuno?

Inviata da floriana loprete · 25 gen 2022 Terapia di coppia

Buonasera, vi racconto la mia storia. Sono una donna, lesbica, di 27 anni, da due anni e mezzo sono fidanzata con una donna di 31 anni, conviviamo regolarmente da due anni io, lei e suo figlio (avuto in una relazione passata) di ormai 6 anni. Fino a febbraio dell'anno scorso la nostra relazione è sempre andata a gonfie vele, io e lei siamo complici dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati, abbiamo lo stesso modo di pensare, di ragionare, prima ancora che una apra bocca l'altra ha già capito tutto. Credetemi, eravamo indistruttibili, invidiate da tutti, belle da vedere insieme, inseparabili, anche durante le cene con gli amici, sedute una accanto all'altra, con almeno un punto di contatto tra i nostri corpi, perché altrimenti ci sentivamo distanti. In tutto ciò, l'unico intoppo, se così vogliamo chiamarlo, è stato la presenza del bimbo, che spesso per ovvie ragioni ha dovuto togliere tempo a noi. Diciamoci la verità, lei non ha mai voluto questo bambino, e da quando sta con me ha sofferto molto la mancanza della libertà e della spensieratezza tipiche di due ragazze ancora troppo giovani e vogliose i godersi ogni momento insieme, tra viaggi, passeggiate, sport e gare (io sono istruttrice di crossfit e agonista, lei allieva e da poco agonista). Anche nella sfera sessuale, ahimè, ha influito la presenza di questo bambino, perché se all'inizio mi stava bene avere giorni prestabiliti per stare un po' sole quando lui andava dal papà, con il passare del tempo mi sono resa conto che le cose programmate non funzionavano più. Quando mi veniva voglia di prenderla e farci l'amore e non potevamo perché c'era lui, pensavamo ''dai stasera'', poi arrivava la sera e ovviamente dopo tutta una giornata intensa tra lavoro e allenamenti, io non ce la facevo, volevo solo crollare nel letto e dormire. Così è andato a calare il mio desiderio sessuale, il suo no, mai, e mi accontentavo di farci l'amore quando potevamo, quando eravamo sole, ma la magia non era più quella di una volta. Anzi, addirittura spesso, e poi sempre di più, non mi andava di andarci a letto e se sapevo che ''toccava'', lo facevo come un sacrificio, e non vedevo l'ora di finire. Mi dava fastidio essere accarezzata il seno, la pancia, essere baciata con la lingua, mi dava fastidio la sua saliva addosso. Ho pensato sul serio di avere qualche problema psicologico, ma me lo sono tenuto sempre per me, e quando lei si accorgeva che non riuscivo ad essere tranquilla e godermi il momento, io davo la colpa a qualche problemino intimo che ho avuto (candida recidivante, orrenda davvero). Arrivate a marzo, arriva in palestra una nuova ragazza, eterosessuale, con cui prendo subito un sacco di confidenza. Tra un allenamento e l'altro, battute e scherzi erano all'ordine del giorno. Lei, bella, sexy, attraente, con l'atteggiamento da prima donna con tutti gli uomini, anche se etero non si è risparmiata nel provocare anche me; ed io, lesbica dichiarata ormai da tempo, ho fatto lo stesso con lei, convinta di poterla far cadere ai miei piedi (era diventata una sfida). Col tempo lei ha iniziato a guardarmi davvero con occhi diversi e ad essere incuriosita da me, confessandomelo. Non ve la porto alla lunga, è successo tutto quello che poteva succedere, sono arrivata a tradire la mia fidanzata. All'inizio era solo una questione di sesso, il fatto di fare tutto di nascosto rendeva tutto più eccitante, la voglia di farle scoprire un mondo nuovo, e più vedevo che le piaceva, più non riuscivo a farne a meno. La mia fidanzata ha scoperto tutto, ovviamente mi si leggeva in faccia che c'era qualcosa che non andava, e se fino a quel momento ero riuscita ad andarci a letto sforzandomi, ora ero completamente posseduta da un'altra persona. Ci confrontiamo, lei dice che è disposta a perdonarmi, purché io elimini completamente questa persona dalla mia vita ed io accetto, ma presto mi rendo conto di provare davvero qualcosa di forte per A. (l'amante) e che non riesco a farne a meno. Ci lasciamo a dicembre, io vado via da casa sua in un periodo veramente complicato (sotto gara e sotto Natale), non vi racconto nemmeno i disagi che ho passato con il trasloco a casa dei miei. In questo periodo inizio la relazione con A., mi godo tutto quello che si gode nei primi periodi di una relazione, la passione, il sesso sfrenato e instancabile, la voglia di vedersi, la timidezza dei primi appuntamenti, ma pensando di essere solo acciecata dall'innamoramento dei ''primi tempi'', tornare a casa mi faceva riflettere molto: mi mancava L. ( la mia fidanzata), avevamo costruito veramente tanto insieme, stavamo aggiustando anche casa sua insieme, lei era la mia stabilità, il mio porto sicuro, mia ''moglie'' come la chiamavo io. Così decido, anche non volendo allontanarmi da A., di stare un po' da sola, di allontanarmi per un po’ da entrambe per capire quale strada realmente avrei dovuto prendere, chi mi mancasse di più delle due, per capire se tornare indietro e cercare di ritrovare e ricostruire l'Amore che avevo per L., che era un tempo qualcosa di immenso e meraviglioso, oppure intraprendere la nuova relazione con A., accettando che la mancanza della relazione ormai passata è qualcosa di naturale e inevitabile, ma priva ormai di significativo interesse sentimentale nei suoi confronti. Stare ferma così però faceva stare in bilico non solo me, ma entrambe loro, che aspettavano una mia scelta, quindi ho dovuto azzardare un passo, e ho deciso di tornare indietro, perché penso che se c’è anche solo una possibilità di recuperare quello che c’era io la voglio cogliere, per non pentirmene poi, perché so che se finisce io ce l’ho messa tutta e ho combattuto fino alla fine per il nostro amore. Attualmente sto riprovando a passare del tempo con lei, ci sto bene insieme, come sempre, ma a letto la situazione è peggiorata drasticamente, perché ora non solo non sento il desiderio nei suoi confronti, ma mi viene anche da piangere se mi tocca, se mi accarezza, se mi bacia, perché sento che non voglio quelle mani, quelle labbra, quel corpo, quell’odore, e sento quasi di star mancando di rispetto ad A., lei che è sempre e costantemente nei miei pensieri (non la vedo ne sento più ovviamente). Io vorrei davvero tornare ad amare L., vorrei provare per lei almeno l’attrazione sessuale base che fa andare avanti una relazione, ma perché sono bloccata? Perché mi viene da piangere? Mi ci vuole solo del tempo? O mi sto imponendo qualcosa che non esisterà mai più?

Grazie, scusate se mi sono dilungata, ma andava detto tutto.

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Miglior risposta 27 GEN 2022

Gentile Floriana,
è evidente che la relazione con L. è nata in una situazione di disparità ( lei libera ed L. con un bambino da crescere) per cui ad un certo punto la ridotta possibilità di vivere la sessualità senza limitazioni ha causato in lei insoddisfazione, frustrazione e rabbia.
La successiva cionoscenza dell'altra ragazza ha poi creato le condizioni per completare il distacco già in corso.
D'altra parte il tentativo che lei ha fatto per recuperare con L. non è andato a buon fine perchè, come lei stessa ha ammesso, ha sempre in mente A.
Pertanto, il linguaggio del corpo (che è il linguaggio della verità) le sta dicendo a mio parere che la relazione con L. è giunta ormai alla fine.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
m,edico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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26 GEN 2022

Buongiorno Floriana,
resto disponibile se vorrai crearti uno spazio tuo personale di ascolto e supporto.
Cordiali saluti.

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26 GEN 2022

Salve Floriana, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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