Buongiorno,
anni fa (10 per l'esattezza) sono caduto in depressione in seguito alla fine di una storia d'amore. Nonostante avessi i tipici sintomi della depressione, ho sempre pensato di avere una mente abbastanza brillante da poter sostenere quel peso e gestire la cosa da solo (erroneamente). Dopo circa un paio di anni, ho iniziato una storia con un'altra ragazza che è durata tre anni durante la quale si sono susseguiti alti e bassi dovuti anche alla mia situazione. Poi per 4 anni diverse storie leggere fino a quando recentemente non ho trovato una persona eccezionale con la quale ho potuto condividere solo pochi mesi perché non riuscivo a lasciarmi andare completamente con lei e la storia è finita. Moltissime paure, ansie, paranoie..ecc che hanno portato alla rottura. Negli ultimi anni ammetto che i sintomi della depressione si sono aggravati: ho sempre fatto sport, ma negli ultimi mesi mi sento "scarico", altri problemi a livello fisico che si sono accentuati, la memoria sta peggiorando (e io ho 30 anni..) così come la mia concentrazione e la voglia di fare. A questa situazione, aggiungiamo anche gli ultimi 4-5 anni di ansia e stress a livelli critici a causa del lavoro (sono un libero professionista). Mi reputo una persona forte mentalmente, ma ammetto che questa ultima storia andata male mi ha un po' scosso e spronato a prendere la situazione in mano definitivamente, dato che mi sono sempre "vergognato" di andare da uno psicologo anche solo a chiedere consiglio. Il problema è: data la situazione che si protrae da tempo, ci sono ancora margini per guarire e tornare ad avere una vita normale o adesso si può solo "salvare il salvabile"?
Grazie
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2 SET 2015
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Caro Max,
temo che tu commetta l'errore molto comune di confondere la rigidità caratteriale con la forza mentale che è da intendere invece come consapevolezza dei propri limiti e capacità di adattamento e/o di negoziare nella vita di coppia e nella vita in generale.
Ipotizzo che questa confusione è il motivo principale per cui le tue storie sentimentali finiscono. Molto spesso la depressione è conseguenza di un pensiero rigido che non ammette alternative e quando cozza contro ostacoli più duri va in frantumi : la tua stessa "vergogna"a consultare e farti aiutare da uno psicologo è la riprova di quanto dico.
Hai fatto passare dieci anni facendo i tuoi tentativi senza troppo successo e credo che sia venuto il momento di cambiare atteggiamento e strategia perchè ti renderai conto che una breve risposta online non è sufficiente ma ci vuole un percorso di accompagnamento e di crescita.
Il suggerimento è di rivolgerti ad un bravo collega psicoterapeuta della tua zona.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)
26 OTT 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno .
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
Illudersi che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).
8 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
gentile sig. Max,
la sua lettera pone alcuni interrogativi su cui riflettere per provare a rispondere al suo quesito.
Lei sembra focalizzare la sua attenzione su quella che definisce una depressione, le sue relazioni affettive con l'altro sesso e la vergogna a rivolgersi ad uno psicologo.
Forse bisognerebbe provare a contestualizzare meglio questa situazione entro la sua esperienza di vita e professionale più in generale, presente e passata, in modo da provare a capire che significato ha questa che lei definisce depressione, in termini di capacità di gestione delle relazioni sociali e di individuazione e raggiungimento di obiettivi di sviluppo personale e professionale; provare a capire quanto questa modalità relazionale sperimentata con l'altro sesso costituisca un modello relazionale più generale. Ed eventualmente provare ad individuare anche degli obiettivi con cui rivolgersi ad uno psicologo in una prospettiva più generale di sviluppo personale e delle capacità di vivere relazioni appaganti e realizzarsi professionalmente. A questo scopo potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo che la possa supportare in questo percorso.
4 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ma perchè avere vergogna di chiedere aiuto a uno psicologolo. Cioè un professionista iscritto ad ad un Albo, ossia riconosciuto dalol Stato, che ha dedicato la sua vita a prendersi cura della sofferenza psichica, che, come Lei ha verificato, è molto spesso più invalidante, e di impatto sulla qualità della vita, e causa di deterioramento anche fisico. Insomma per fare un esempio brutale, senza una gamba posso essere l'uomo più felice del mondo, se ho un problema psichico, anche se ho due gambe, la mia vita può essere un inferno. Si rivolga ad un bravo psicologo/psicoterapeuta. Il suo disturbo è uno di quelli che si incontrano più frequentemente, e Le assicuro che ne può uscire bene. Lei ha solo 30 anni! Non sciupi altro tempo.
3 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Perchè si vergogna di andare da uno psicologo? Lo psicologo non è "il medico dei pazzi", è solo una professionista che aiuta le persone a superare le difficoltà momentanee che ognuno di noi può attraversare. Per quanto riguarda il suo caso specifico, è certo che lei può guarire e definitivamente dalla sua depressione, non importa la durata, una volta individuate le cause di essa si interverrà su di esse e lei si sentirà meglio. Tutti attraversano periodi di crisi e per questo lo psicologo può risultare utile per una terapia anche semplicemente di supporto, per un sostegno. Lei dice di avere un mente brillante, benissimo questo è un suo punto di forza che la aiuterà ad affrontare una terapia psicologica e a superare le sue difficoltà. Si fidi di noi. Un saluto affettuoso.
2 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Caro Max,
i sentimenti di vergogna legati all'andare da uno psicologo purtroppo sono molto comuni e fino a che i disagi psichici non si considereranno alla stregua di un qualsiasi disagio fisico (mal di denti, mal di pancia...) ancora ci saranno persone che si vergogneranno a chiedere un consulto ad un professionista della psicologia. Detto ciò, mi sembra di capire che 10 anni fa, quando la sua relazione è finita, lei è stato male e ha pensato che soffrisse di depressione senza però una vera e propria diagnosi da parte di un esperto. E' per questo motivo che le consiglio di andare quanto prima da uno psicologo/psicoterapeuta della sua zona per sapere con certezza che cosa le causa disagio; potrebbe essere depressione o potrebbe anche essere qualcos'altro. Lei chiede anche se c'è la possibilità di poter stare bene dato che questa condizione si protrae da molto tempo: sì, se lei inizierà un percorso ci saranno sicuramente dei benfici.
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione
2 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Max,
ha ricevuto, 10 anni fa, una diagnosi di depressione? Non fosse così, lasci perdere le etichette diagnostiche che le possono procurare ansia e necessità di ricercare in se stesso sintomi.
La storia che ci racconta descrive un uomo che ha il bisogno di controllare le proprie emozioni e che, a forza di controllarle e moderarle, le sta spegnendo.
Scrive di provare "vergogna" nel rivolgersi ad uno psicologo, eppure ora, con noi, lo sta facendo. Valuti la possibilità di qualche colloquio di consulenza, che le permettano di dare un significato diverso ai suoi stati d'animo e restituirle voglia di fare, fiducia nel futuro, in sè e negli altri. Può pensare anche ad un supporto tramite skype per rompere il ghiaccio.
2 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Max,
dalla sua storia sembra che una depressione reattiva, dovuta alla fine della storia sentimentale, abbia lasciato delle tracce che le impediscono di vivere pienamente altri rapporti. Da questo stato si può uscire con l'aiuto di uno psicoterapeuta. Le suggerisco l'approccio cognitivo-comportamentale, poiché mi sembra che si sia "imbrigliato" in alcune convinzioni errate che limitano la sua vita, confutarle e gestirle insieme ad un esperto potrà farle vedere le cose con altri occhi e comportarsi di conseguenza diversamente.
Parla anche di "ansia e paranoia" riguardo all'ultima relazione, su questo posso consigliarle un mio articolo "la philofobia: la paura d'amare", in modo da iniziare a conoscersi.
Un saluto
Dott.ssa Cristina Mencacci
2 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Max
probabilmente il suo problema è molto più facilmente risolvibile di quanto teme. Ovviamente nessuno può ridarle indietro gli anni trascorsi dopo il primo episodio di depressione, ma uscire da essa non dovrebbe essere difficile se, come sembra, essa si collega ad una sfortunata storia d'amore.
Dovrebbe comunque consultare uno psicologo psicoterapeuta che confermi queste ipotesi e applichi le giuste strategie terapeutiche.
Le consiglio un articolo sulle storie sentimentali non chiuse sul mio sito professionale che può gettare luce sulla sua storia. Nello stesso sito troverà anche alcune notizie sulla cura della depressione attraverso la Terapia Strategica Breve.
Tenga inoltre presente che la psicoterapia si avvale per ottenere risultati anche della "relazione terapeutica" e questo è uno dei principali motivi per cui la figura dello psicologo è assolutamente necessaria ed è teoricamente impossibile aiutarsi da soli.