Si può essere falliti a 25 anni?
Ho 25 anni con una laurea triennale che ancora non ho preso, sono una frustrata, sono inutile e depressa. Mi lamento in continuazione e quando agisco con tutto l'entusiasmo di questo mondo non concludo nulla, quindi ancor di più confermo la mia teoria di totale fallimento.
Non sono brava a parlare con le persone, spesso vengo considerata come la causa dei problemi altrui. Sono fidanzata con un ragazzo che mi ama ma la sua famiglia mi detesta e crede che sia io la causa dei suoi fallimenti all'università, e lui non se ne frega di quello che pensano. Non so sia per amore o se gli faccia comodo che i suoi genitori pensano che sia colpa mia, così se magari lui non supera qualche esame lo rimproverano fino ad un certo punto. Per fortuna a lui non è mai mancato nulla.
Nella mia vita ho imparato a crescere troppo in fretta, ho vissuto situazioni in casa disarmanti, con i miei che si volevano lasciare da quando avevo 3 anni e litigate continue. Ho visto la depressione negli occhi dei miei genitori, per mio padre che non trovava un lavoro e sfogava la sua rabbia su di noi (non ci ha alzato le mani, assolutamente ma una parola di gentilezza o dimostrazione di affetto erano decisamente rari. Mio padre mi ha abbracciato poche volte e quelle poche volte sono stati ai funerali dei miei nonni e a quello di mia zia, sua sorella). Ho assistito a litigare assurde con mio fratello che urlava a mio padre che non lo vedeva come un padre, che non gli ha mai insegnato nulla. E io piangendo cercavo di parlare e di sfogare anche la mia di rabbia. Mia madre nel silenzio sapevo che stava male, che piangeva e che a volte ci ha sfogato il fatto che sarebbe stata disposta a lasciarci tutti ed andarsene di casa e io piangendo, ancora le ho risposto che se questo la rendeva felice, allora lo poteva fare. Non so definire questo come una cosa matura o un segno di stupidaggine. Punto per la seconda, quale figlia vorrebbe che i genitori si lasciassero? Io forse per felicità di mia madre lo farei anche se ne dovrò soffrire io.
A scuola non sono mai stata la ragazza figa, anzi sono stata sempre colpita da bullismo psicologico creato dai miei compagni che mi vedevano come una ragazza brutta e da evitare (pensate che una volta, a scuola in un periodo in cui giravano i pidocchi, si allontanarono tutti da me perché pensavano che li avessi dato che stavo sempre con un'amica che aveva problemi economici peggio dei miei e la pulizia non era un suo forte. In realtà la mia era forfora e ne ho sofferto molto durante l'adolescenza e l'altro bullismo più brutto è stato quando mi hanno fatto uno scherzo fingendosi di essere un ragazzo che mi veniva dietro e tutta la classe, quando ho scoperto che in realtà avevano architettato tutto, si mise a ridere davanti a me mentre io dentro volevo solo morire, ma morire veramente. Ho sempre pensato di suicidarmi ma non ho mai avuto il coraggio di farlo, perché credetemi ci vuole coraggio a fare quello e questo conferma ancora di più la mia vigliaccheria). Mi prendevano in giro e io piangevo come una stupida davanti a loro e quindi era motivo maggiore di prese in giro. Mi domandavo e mi domando tutt'ora che cosa ci sia di sbagliato in me. Che cos'ho che non va. Anzi, le risposte me le do sempre: sono una depressa di merda.
Sono sempre stata emarginata, quando ho provato ad avere amicizie mi hanno usata sempre come mezzo per sfogarsi dei loro problemi, io li ascoltavo perché pensavo che mi volevano bene se si confidassero con me e invece molte volte quando risolvevano i loro problemi usavano me come capro espiatorio per il fatto che io non parlavo mai delle cose che mi venivano dette. E quindi tutti passavano per santi mentre io per la falsa del gruppo. E pensate che ho imparato da questi errori? Assolutamente no, ho continuato a farne di peggiori.
Ho lavorato sempre nella mia vita, perché a differenza di altri non mi sono potuta permettere l'aiuto dei miei, lo hanno fatto si ma quanto potevano e su questo non posso che ringraziare sempre. Ma ho sempre lavorato. Mi sono fermata un anno prima di iscrivermi all'università, ho lavorato per dare una svolta alla mia vita. Pensavo che l'università sarebbe stato il mio trampolino di lancio e invece mi sono sbagliata. Mi sono iscritta a vent'anni in una facoltà che non avevo mai fatto prima. Mi sono iscritta ad economia e finanza provenendo da un liceo delle scienze sociali. Vi domandate perché? Beh a 16 anni rimasi incinta del mio ragazzo che mi fece prendere la decisione più traumatica e difficile della mia vita: l'aborto. Dopo questa decisione che mi ha segnato eternamente ho voluto prendere un percorso universitario che mi poteva garantire una vita migliore, per me stessa ma soprattutto anche per i miei figli quando li avrei avuti e se li avrei avuti. Volevo garantirmi un posto di lavoro che mi avesse dato una buona carriera per poi arrivare in futuro ad avere una famiglia. Avevo ottimi propositi per il mio futuro, ma purtroppo nulla va come vorrebbe.
Ho cominciato l'università, mi sono trasferita in un posto nuovo, sembrava tutto perfetto e invece nulla era perfetto. Ebbi delle enormi difficoltà per via delle mie lacune in quelle materie che non avevo mai fatto e questo mi fece rallentare con gli studi e soprattutto un altro problema mi fece rallentare enormemente: il lavoro. Ripresi a lavorare e a studiare allo stesso tempo ma questo mi diede dei risultati disperati e così ripresi ad avere gli attacchi di panico, la depressione, i tranquillanti, il blocco per andare a fare gli esami. Vivevo male e ho vissuto male tra lavoro e studio. Decisi di bloccarmi quest'anno per recuperare tutto quello che avevo perso e in un anno sono riuscita a dare 7 esami e adesso ad un passo da una laurea triennale mi sto sentendo un fallimento. Vorrei fare la specialistica fuori ma ci sono delle scadenze da rispettare e vista la difficoltà dell'esame sono scettica sul superarlo, per non parlare degli enormi costi per prendere la casa in affitto e siccome i soldi del lavoro mio non bastano non so se riuscirei a gestire di nuovo lavoro e studio e questo mi potrebbe comportare ad un anno di nuovo ferma e arrivare a 26 anni a iscrivermi di nuovo all'università e se tutto va bene laurearmi a 28 anni. E dove andrò poi? Che fine farò? Mi rendo conto che sarò vecchissima per inserirmi nel mondo del lavoro concretamente (lo sono già ora) e così mi ritroverei a 28 anni (forse) con due lauree e lavori saltuari come cameriera, pulizie, receptionist e operaia (grazie a Dio non ho mai rifiutato nulla, sono tutti lavori che reputo rispettabili). Non so che cosa pensare perché vedo gente intorno a me già laureata che lavora e mi fa pesare il fatto che loro ci sono riusciti a laurearsi in tempo (hanno avuto anche la fortuna di essere stati aiutati dai genitori al 100% e questo si, lo invidio tantissimo) mentre io invece sto ancora così, per non parlare di quelli che si sposano e hanno figli e io a 25 anni che non ho una mia indipendenza, non ho una laurea e vivo ancora a casa dei miei. Non credo di essere invidiosa, la mia è una rabbia verso me stessa, perché non capisco per quale motivo io non posso essere felice e non posso anch'io avere le mie soddisfazioni nella vita. Mi sento un rifiuto della natura! Non mi sento di avere più prospettive per il mio futuro e non credo davvero a niente. Mi sento una fallita! Non faccio altro che deludere le persone, la mia famiglia specialmente. Che schifo che faccio!