Buongiorno, sono una ragazza di 30 anni. Fino a qualche settimana fa vivevo con i miei genitori, attendendo con ansia di trovare l’appartamento giusto per andare a vivere con il ragazzo con cui sto da 5 anni. Non sono il classico esempio di “mammona“. Ho dovuto attendere molto tempo prima di pensare di uscire di casa, e ho mantenuto da sola i miei genitori per farli arrivare alla pensione e quindi ad una stabilità economica. Qualche settimana fa, dopo l’ennesimo litigio con mio padre (che con me tende ad essere violento sia verbalmente che fisicamente rispetto alle altre due mie sorelle) Ho deciso di trasferirmi a casa dei genitori del mio fidanzato. Non è la prima volta che succede, ma questa volta mi sento sopraffatta dal dolore. Come se avessi perso i miei genitori. Mi sento tradita, e sento che i miei sentimenti per loro sono gravemente compromessi. A volte durante le giornate, che stanno passando molto lente per me, penso che dovrei cercare di riallacciare i rapporti, ma dal giorno del litigio ho iniziato a prendere coscienza del fatto che forse i miei genitori non mi hanno mai amata veramente. Li ho aiutati quando avevano bisogno e loro non hanno aiutato me nel momento in cui avevo bisogno del loro sostegno. I miei genitori ora stanno conducendo serenamente la loro vita, come se niente fosse accaduto. Io invece mi sento dissezionata e piena di dolore. Non so più che passi fare per non sentire più male, per favore aiutatemi.
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26 AGO 2020
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Salve signora,
é lodevole l'impegno e l'amore che lei ha messo per sostenere la sua famiglia nonostante le violenze sunnominate, però a volte l'inversione di ruoli é molto dolorosa e comporta sacrifici e difficoltà ardue da gestire.
Lei con questo gesto di allontanamento ha dato una svolta al suo rapporto con la famiglia, nonostante al momento non nota positività, ma mi creda nel tempo farà accendere la miccia a questa famiglia e farà capire che qualcosa non va.
La separazione fisica non é una separazione emotiva, ma lei potrà, così, gestire la sua vita, le sue emozioni prendendosi cura di sé e del suo compagno.
Le consiglio un supporto per contenere la sua rabbia e gestire al meglio le sue difficoltà.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Maria Cristina Gentile
26 AGO 2020
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Buongiorno Ottavia,
le sue parole sono cariche di dolore e di rabbia come di amore. Spesso il legame con i genitori espone ad emozioni conflittuali e travagliate. Così lei si domanda se riallacciare i rapporti ma nello stesso tempo fa i conti con la profonda ferita di chi non si sente amato come vorrebbe. Racconta dell'attaccamento ai suoi e di come si sia curata di loro, aiutandoli ad arrivare alla stabilità economica, mentre dovrebbe accadare proprio il contrario... Una dolorosa inversione di ruoli. Questa sofferta e travagliata separazione, che lei ha messo in atto per tutelarsi, potrebbe diventare però per lei un'occasione per differenziarsi davvero. Parlo di qualcosa che va al di là della separazione fisica, che è un'autonomia emotiva, quella che può aiutarla a sentire meno male. Valuti la possibilità di cercare un terapeuta che possa aiutarla in questo percorso. Si occupi di sè, è arrivato il momento di farlo.
Le auguro giorni più sereni.
Dott.ssa Franca Vocaturi
26 AGO 2020
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Buongiorno, sig.ra Ottavia,
Il legame con i suoi genitori sembra essere composto da molti sentimenti di natura diversa e che contrastano fra loro. Quello che la fa soffrire è che non si sente amata da loro, anzi ci dice che è stata attaccata da suo padre. Dice anche che, nonostante questo, lei soffre la lontananza e l’indifferenza dei suoi genitori. Questo fa pensare che il suo legame nei loro confronti sia fortissimo, così in primo piano nella sua mente da mettere l’inizio della sua vita con il fidanzato in secondo piano.
Questo e molto altro potrebbe essere analizzato in una terapia psicoanalitica che la aiuti a portare a termine il distacco dai suoi genitori che, per il momento, è avvenuto a livello fisico ( lei si è trasferita), ma non ancora a livello psicologico.
Dott. Giuliana Gibellini, psicologa psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica
26 AGO 2020
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Buongiorno. La sofferenza che prova è legata alla sensazione di tradimento che riferisce, e va vista in riferimento alla temporalità: ha sacrificato il Suo tempo e i Suoi soldi (quindi il Suo progetto, "atteso con ansia", messo "da parte" per aiutare i Suoi) e si sente sconfitta e "senza senso". Quello che ha fatto risuona ora come vano e c'è una sensazione di mancato riconoscimento: la gratitudine manca e con essa il riconoscerLa per una figlia che si è sacrificata per loro. Mancano certamente informazioni: la figura della mamma, ad esempio, non emerge, così come non sono chiari i motivi del litigio nè la storia essendo "l'ennesimo". Non è dato sapere quali siano i margini di recupero del rapporto e se ha parlato di questo con i genitori, così come la figura del fidanzato. Quello che sembra, comunque, è la necessità di mettere a tema alcuni significati che Lei afferra parzialmente, anche tramite un lavoro volto a comprendere tempi e modi del progetto relazionale e affettivo. Valuti un sostegno professionale, per ricomporre alcuni pezzi che sono meno chiari. In bocca al lupo! DP