sentirsi protetta

Inviata da BEA · 1 ott 2019

Nelle ultime sedute avvenute dopo una interruzione della terapia ho provato una bellissima e per me " nuova" sensazione di sentirmi protetta . Ho pensato molto a questa sensazione, ma essendo il setting un luogo costruito e non reale so benissimo anche questa sensazione non puo' essere legata a qualcosa di vero.
Interpreto ogni atteggiamento del mio terapeuta come se volesse proteggermi, ogni sua parola la interpreto come se lui volesse proteggermi e proprio perche' so che non puo' essere una protezione reale nei miei confronti verso di me come persona (si protegge solo cio' a cui si tiene veramente) ma e' una protezione data dalla sua professionalita' voglio assolutamente distaccarmi da questa illusione .
ma come dovrei fare?
io non riesco perche' questa illusione mi fa stare veramente bene anche se allo stesso tempo ho paura svanisca al solo parlarne ho paura veramente che mi dica che e' solo un atteggiamento che per professionalita' deve tenere.

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Miglior risposta 1 OTT 2019

Cara Bea,
il setting è un luogo costruito per creare un'alleanza terapeutica in cui ci siano condizioni favorevoli per sviluppare il benessere interiore. Capisco il suo dubbio ma vorrei precisarle che non siamo macchine fredde e che le sensazioni provate nel setting (in questo caso la protezione) sono reali. Si creano legami talmente profondi che possono sfociare anche in un vero e proprio affetto.
Quindi le consiglio di parlarne direttamente con il suo terapeuta in modo da togliersi ogni dubbio e capire che la protezione che sente è reale, cosi da poter affrontare il suo percorso terapeutico con tutta la serenità di cui necessita.

Cordiali saluti

Dott. Emmanuele Rosito

Anonimo-176176 Psicologo a Guglionesi

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2 OTT 2019

Gentile Bea,
anche se il senso di protezione che lei avverte da parte del suo terapeuta è mediato, o meglio, facilitato dalla sua professionalità ciò non vuol dire che non sia autentico e benefico anche da un punto di vista pratico.
Quindi non sono d'accordo sul fatto che lei pensa che non si tratta di una protezione reale nei suoi confronti solo perchè le sedute devono essere pagate ed il terapeuta non è un suo familiare.
D'altra parte vi sono tanti esempi di familiari anche stretti che non sono figure protettive e speso sono anche dannose.
Comunque, le suggerisco di confrontarsi direttamente col suo terapeuta su questo tema e le suggerisco anche di non interrompere la psicoterapia precocemente e senza essersi prima consultata con lui.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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2 OTT 2019

Gent.ma Bea,
sentirsi protetti è molto confortante. Ne facciamo esperienza nei primi anni di vita e dipende in gran parte dai nostri genitori. È proprio nelle prime tappe della nostra vita che ci viene impressa un’impronta di protezione o una mancanza della stessa. Questi processi restano impressi in noi e influenzano il modo in cui ci relazioniamo con gli altri da adulti.
Quando si cresce con la sensazione di essere protetti, si impara a potersi fidare degli altri e di sé stessi. La prima conseguenza di questa sensazione è la capacità di stabilire facilmente relazioni affettive. Al contrario, se si cresce con l’assenza di protezione, si proverà paura nel legarsi affettivamente a qualcuno.
Potrebbe darsi, che essendo per lei una nuova sensazione quella di sentirsi protetta, le stia attivando paura e che le stia portando a mettere in discussione l'atteggiamento protettivo ed accogliente del suo terapeuta. Un po' come se si dicesse "lui è così solo per professionalità, la sua protezione non è reale, è solo un'illusione, se ci credo ci starò male".
Ne parli apertamente col suo terapeuta, perché sono sicura che ne usciranno aspetti importanti di sé di cui prendere consapevolezza. Col terapeuta si instaura un legame significativo, che spesso fa da reparenting, ovvero ci offre una nuova esperienza relazionale diversa da quella sperimentata nell'infanzia, che nel suo caso è quella sensazione di sentirsi protetta per la prima volta. Allo stesso tempo, essendo a tutti gli effetti una relazione, seppur terapeutica (che non vuol dire non reale) ci fa sperimentare gli stessi timori che proveremmo in una qualsiasi altra relazione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Heyra Del Ponte

Heyra Del Ponte Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Pescara

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1 OTT 2019

Buongiorno Bea,
un percorso psicologico/terapeutico può permettere e consentire ad ognuno di noi di provare un senso di protezione e sicurezza data dal setting che viene vissuto come un luogo, uno spazio e un tempo sicuro, prevedibile all'interno del quale è possibile esprimere se stessi e le proprie fragilità senza il timore che l'altro possa utilizzarle contro di noi.
Il senso di protezione benchè non possa essere inteso in senso fisico, può però essere visto in senso lato: protezione nei confronti della nostra persona, protezione che col tempo ognuno di noi può fare propria e utilizzarla anche in assenza del proprio terapeuta e al di fuori della seduta.
Uno degli obiettivi fondamentali di un percorso è proprio quello che ognuno sia poi in grado di utilizzare gli strumenti forniti dal terapeuta anche nella propria quotidianità.
Può dunque giovare di questo senso di protezione fino a quando le sarà necessario e fino a quando non sentirà di potersi rassicurare e proteggere a sua volta.
Spero di esserle stata in qualche modo di aiuto.
Cordialmente,
Dott.ssa Lara Civeni

Dott.ssa Lara Civeni Psicologo a Cassano d'Adda

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