Salve Dottori. Sono una ragazza di 30 anni. Provo un pò a spiegare quello che vivo da molto tempo. Durante la giornata mi capita spesso di avvertire una sensazione di vuoto interiore e di tristezza come se mi mancasse qualcosa ma non sapessi cosa. Quello che faccio durante la giornata lo faccio solo per dovere (anche lo stesso lavoro) e non ci metto un minimo di passione ed entusiasmo.
Anche nella relazione col mio ragazzo è così, stiamo insieme da 6 anni e lui lamenta il mio essere anaffettiva, poco coinvolta emotivamente e fisicamente, oltretutto in tutti questi anni non siamo mai riusciti ad avere un rapporto sessuale completo perché io non ho mai voglia di fare l'amore e di recente mi è stato diagnosticato il vaginismo.
A gennaio di quest'anno mi sono rivolta ad una psicologa per intraprendere un percorso psicologico ma l'ho successivamente interrotto in quanto non mi stava aiutando a stare meglio, anzi, l'aver preso consapevolezza di molti dei problemi che caratterizzano la mia vita (il rapporto non 'sano' con mia madre, la paura di crescere, il non avere amicizie) e la sensazione di non riuscire ad affrontarli, mi ha portato a sviluppare attacchi di panico molto forti e ansia costante (di cui avevo sofferto anni fa) tanto che mi sono rivolta ad una psichiatra che mi ha prescritto una terapia farmacologica grazie alla quale l'ansia si è attenuata.
Da un mese ho ricominciato un percorso di psicoterapia da un'altra psicologa e al momento non ne sento i benefici, a tratti ci vado solo per parlare dei miei problemi e sfogarmi (essendo molto sola e non avendo nessuno con cui parlare tranne il mio ragazzo e mia madre).
Vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire cosa si nasconde dietro questo profondo disagio. Grazie a chi mi risponderà
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
7 OTT 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Dory,
sicuramente nella sua storia di vita ci saranno stati traumi psicologici che spiegano i vecchi attacchi di panico e i più recenti sintomi descritti (rapporto conflittuale con sua madre, probabile ansia sociale, basso tono dell'umore, anedonia, vaginismo).
Purtroppo non è stata una scelta felice quella di interrompere precocemente il primo percorso terapeutico nè lo è quella di scarsa continuità nel secondo perchè accade frequentemente che in una fase iniziale di una psicoterapia vi sia un temporaneo peggioramento della sintomatologia.
D'altra parte, la sola terapia farmacologica non risolve questi problemi alla radice perchè non è una cura eziologica.
Ne consegue il consiglio di portare avanti correttamente il percorso di psicoterapia per poterne ottenere il massimo beneficio (durata di almeno un anno con regolari sedute a cadenza settimanale).
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
merdico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
7 OTT 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Dory,
penso che la scelta di iniziare nuovamente un percorso di psicoterapia le consentirà di approfondire le origini del suo disagio e di comprendere meglio le difficoltà che sta incontrando. I primi momenti di un percorso terapeutico sono sempre molto complessi e può essere necessario attendere un poco per riuscire a riconoscere dei benefici. Anche la costruzione di una relazione di fiducia con il proprio terapeuta può richiedere del tempo. In questo momento mi sembra già un primo passo importante quello di riuscire a vedere i colloqui come uno spazio di sfogo, sentendo di poter avere un luogo sicuro dove condividere i suoi pensieri e dove affrontare eventuali perplessità, anche in merito al percorso terapeutico che ha iniziato.
Resto a disposizione
7 OTT 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Dory.
Leggendo la sua richiesta emergono alcuni passaggi fondamentali: le sue richieste d'aiuto sia a medici che a psicologi. Questo l'ha sicuramente aiutata a prendere consapevolezza di alcuni elementi emotivi e fisici. L'aver compreso determinati aspetti del suo funzionamento non la sta aiutando in quanto non è la soluzione a quanto riporta. Diciamo che è come se fosse ferma al primo step: la comprensione/la consapevolezza. Adesso sarebbe bene impostare un lavoro per imparare a gestire quanto emerso. Tale gestione le permetterebbe di iniziare ad affrontare le situazioni in maniera diversa e soprattutto a prendere decisioni autonome. Sicuramente non è lavoro semplice e indolore. Indubbiamente la prima a dover agire sarebbe lei, lo psicologo è uno strumento che può utilizzare per raggiungere il cambiamento desiderato.
Le lascio questa frase per me molto importante:
la vita è fatta per il 20% da ciò che ci accade, per l'80% da come lo gestiamo!
Augurandole buona giornata, rimango a disposizione qualora avesse necessità.
7 OTT 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Dory, innanzitutto grazie per la tua condivisione. I percorsi terapeutici sono sempre molto complicati e dolorosi, e può capitare che quando si iniziano ad affrontare certe tematiche importanti in realtà si stia peggio. Il mio consiglio è di perseverare nel tuo percorso, questo potrebbe darti a lungo andare del beneficio.
Resto a disposizione!
AV
7 OTT 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Dory, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
