Sensazione di ansia verso il padre

Inviata da Veronica · 24 lug 2020

Buonasera, scrivo per una condizione di forte stress, ansia e pensieri ossessivi riguardo mio padre. Ho da sempre avuto un rapporto di amore/odio, nel senso che mi sono sempre sentita come se dovessi dimostrargli il mio valore, e un suo "brava" era (ed è ancora) uno dei complimenti migliori che possa ricevere. Questo suo modo di essere, molto giudicante (seppur sia sempre stato molto affettuoso, anche fisicamente - con baci, abbracci - verso tutta la famiglia) mi ha portata ad oggi credo a non essere sicura di me stessa al 100%. Sono comunque una persona che sa dire di no, che sa farsi rispettare, e che dice quando sta male. Ma mi rendo conto di essere troppo introspettiva, molto emotiva, attaccata alle mie emozioni (tendo a dar loro un significato fondamentale). Rimugino eccessivamente sulle cose. Sono single da due anni, ho 27 anni ed era dai 18 anni che ero fidanzata. È la seconda volta, questa, in cui ho questa paura: di essere stata abusata in passato da mio padre. Perché? Perché ho questi pensieri? Mi fanno terrore. E la paura per questo fatto non fa che incrementare la paura per il fatto stesso. Non ho ricordi specifici, anzi, direi nessuno, se non alcune sensazioni di fastidio che però reputo normali da parte di una femmina in fase di crescita nei confronti del genitore di sesso opposto - il bacio della buonanotte, troppe carezze, ecc. - Ho il terrore di aver rimosso dei ricordi. Mi viene la nausea al pensiero. Ne ho parlato con mia madre, che poverina c'è stata male e mi ha garantito che non è mai successo nulla, che mio padre mi ha sempre amata e protetta. Per non farla stare male, probabilmente reprimerei certi pensieri. Ma se li avessi repressi anche in passato, sono sicura che in qualche modo sarebbero venuti fuori ben prima. Io ho sensazioni di profondo disagio al pensieri di stare sola con lui, perché mi ritrovo sempre sotto "giudizio": e forse, visto che ormai non sono più una bambina, associo al giudizio un pensiero più "sessuale". Poi, c'è da dire che noi in famiglia siamo molto "aperti": il pudore c'è ovviamente ma fino a un certo punto, visto che siamo in famiglia fra di noi. Andiamo in bagno con la porta aperta, oppure mio papà a volte si mette la mano nelle mutande quando è sdraiato sul divano rilassato a guardare la tv e magari ci siamo anche io e mia mamma..non ci fa caso, non lo fa con chissà quale intenzione, semplicemente è normale. A me, da figlia, da un po' fastidio. Cercare di contraddirlo mi ha sempre portata a vederlo arrabbiato verso di me (questo è io ricordo emotivo che ho) e mia mamma (genitore severo ma giusto) ha sempre cercato di "difenderlo", di capirlo..anche se non è sottomessa, si arrabbia e si fa le sue ragioni quando deve. Io ora sento questo terribile disagio. La mia vecchia psicologa mi ha detto che alle volte siamo noi stessi a "desiderare" ciò che ci fa paura: se mio padre mi desiderasse, o mi avesse desiderata, significherebbe che ai suoi occhi valgo, o sono valsa, qualcosa. Una mia fantasia sessuale ricordo che è sempre stata quella di compiacere uomini adulti, a volte anche anziani. Poi, finita la fantasia, provavo ovviamente ribrezzo. Ho paura che mi guardi come "una donna", che "ci provi" con me. Allo stesso tempo a volte trovo bella la sua voce, quasi sensuale, e questo mi da fastidio. Non riesco più a capirmi, cosa mi succede? Scusate la lunghezza, grazie a chi saprà aiutarmi. Se potete, vi prego, non limitatevi a commentare di seguire un percorso di psicoterapia, grazie molte ancora.

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Miglior risposta 25 LUG 2020

Gentile Veronica,
premesso che quanto ha scritto non può essere sufficiente per una valutazione diagnostica, a mio parere tra le informazioni che ha dato ve ne sono due di maggiore rilevanza:
1) il fatto che lei è preda di pensieri ossessivi,
2) il fatto che è single da due anni dopo essere stata fidanzata per sette anni.
Tra questi due fatti vi è probabilmente una relazione nel senso che il trauma della interruzione e perdita della sua relazione sentimentale può aver innescato i pensieri ossessivi a sfondo sessuale su suo padre.
Ovviamente è anche importante la qualità della relazione che nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza si è potuta formare tra lei e le figure genitoriali.
E' poi da tener presente che spesso i pensieri ossessivi, in quanto intrusivi e aggressivi, riguardano ciò che è particolarmente sgradevole e/o immorale.
Inoltre non si capisce per quale motivo lei è così ostile ad avvalersi di un percorso terapeutico dal momento che accenna ad una precedente esperienza di psicoterapia che presumibilmente ha interrotto in maniera prematura tanto da sentire il bisogno del parere online di altri psicoterapeuti, parere che per motivi facilmente comprensibili non può essere che poco esauriente e poco circostanziato.
Cordiali saluti.
Dr. Gernnaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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25 LUG 2020

Buongiorno Veronica,
Che cosa è successo alla sua ‘vecchia psicologa’? O meglio, che cosa è successo alla terapia che aveva iniziato? Il quesito che lei pone è molto personale e, nonostante Lei fornisca un resoconto dettagliato di particolari comportamenti di suo padre e del fastidio che le provocano, È difficile da un racconto capire se i suoi timori sono fondati o meno. L’impressione, e non può essere altro che un’impressione, è che si sia arrivati molto vicini al problema, alla comprensione delle cause del suo disagio, ma poi non ci sia stato il coraggio o il modo di andare oltre. Purtroppo la terapia, che col suo setting rigoroso e la preparazione del professionista, protegge da facili soluzioni e ipotesi selvagge, è l’unico mezzo per uscire dalla situazione psichica di stallo in cui si trova.
Dott. Giuliana Gibellini, psicologa psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica

Dott.ssa Giuliana Gibellini Psicologo a Carpi

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