Sono Andrea, un pensionato settantaduenne, della provincia di Milano.
Credo di stare male, mentalmente.
Mia moglie è morta tre anni fa. Il mio unico figlio vive all'estero, negli Stati Uniti d'America, ed è già molto se torna in Italia per Natale, un anno si ed uno no.
Non ho, in realtà, degli amici. Qualche conoscente si, qualche vicino, ma amici no.
Non sto male di salute, e non ho problemi economici assillanti. Vivo solo, nella mia casa di proprietà.
Ma la mia visione del mondo è diventata tetra, qualcosa si è rotto, con la vita e con le sue gioie.
Vorrei chiedere: pensate che un supporto psicoterapico possa essermi utile, oppure la mia è un'infelicità standard, prevedibile e normale, ineliminabile, data l'età e la solitudine oggettiva?
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
28 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Tonino,
sono sempre convinta che un aiuto psicoterapico non possa che far bene, foss'anche soltanto come sostegno.
Credo pertanto che nel suo caso un sostegno si riveli efficace nella misura in cui faccia chiarezza sul suo "stare male mentalmente", come lei stesso afferma.
Parla di sé come una persona che volge al termine della vita, quando chiede se il suo malessere faccia ineluttabilmente parte di un percorso ormai in declino. Io non sono d'accordo. Una moglie morta, un figlio lontano, una scarsa rete sociale: sono dei motivi più che sufficienti per determinare uno stato depressivo tale da richiedere un consulto.Il bisogno di scriverci non fa che confermare questa necessità e io le auguro di trovare un valido collega che sappia confortarla, sostenerla ed aiutarla nella gestione di una frustrazione che ormai cova da tempo.
Cordialmente,
Dr.ssa Francesca Orlando
30 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Andrea, per rispondere alla sua domanda credo che un percorso psicologico le farebbe bene e non perché la sua è una infelicità "standard" come la definisce. Sta passando un periodo difficile e chiedere aiuto è il primo piccolo passo per affrontarlo al meglio. Scriveva Erikson, un grande studioso dello sviluppo umano, che nel periodo della terza età l'uomo si trovanti dinanzi a un bivio. Può scegliere la via della disperazione, quella in cui si chiude in casa, immerso nei rimpianti del passato, di ciò che è stato e non sarà più. Oppure può scegliere la via della saggezza, quel momento in cui, consapevole della sua storia, della sua esperienza, è di aiuto ai più giovani e si confronta con essi.
I nostri figli, i nostri nipoti, la società intera hanno oggi più che mai un disperato bisogno di saggezza. Non si chiuda in casa, può ancora dare e ricevere tanto dalla vita.
Un caloroso saluto.
Dott.ssa Vangelio
29 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buon giorno Andrea, comprendo i Suoi sentimenti, ma sono appunto sentimenti. E possono cambiare. Molte grandi persone hanno mantenuto il piacere di vivere sino alla inevitabile conclusione.
Esse sono la prova che questo suo vissuto depressivo può essere affrontato e risolto permettendo di recuperare la bellezza della vita.
Pensi a Goethe che scrisse IL FAUST a 82 anni, ad Ardito Desio, che scalò il K2 a 95 anni, a Jeff Hawkins che convive da 20 anni con la SLA e nel frattempo ha vinto un premio nobel per la fisica quantistica, si è sposato ed è tuttora uno dei più grandi fisici del nostro tempo. Ora forse noi non siamo al loro livello ma le loro storie ci insegnano che non è finita finchè non è finita. E qualcuno diceva che è meglio arrivare alla morte ancora vivi.
Quindi la risposta alla Sua domanda è si, si può godere della vita fino alla fine. E un bravo psicoterapeuta Le sarebbe certo di aiuto per ridarLe nuove prospettive e nuovo slancio.
La saluto con viva cordialità e resto a Sua disposizione.
Dr. Marco Tartari, Roatto Asti
28 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Andrea. Dalle sue parole capisco il dolore e la solitudine che descrive e li ritengo fisiologici nella sua esperienza di vita. Accanto a questo credo che un valido supporto emotivo la possa accompagnare a ritrovare la vitalità di prima, a riparare ciò che sente rotto nella sua quotidianità. L'infelicità non è ineliminabile. Questo può essere il suo punto di partenza per ritrovare se stesso.
Le auguro di ritrovare la sua gioia!
28 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Tonino,
Nel suo racconto percepisco un vissuto di solitudine oggettivo determinato dalla lontananza del figlio, dalla perdita della moglie e dalla presenza di pochi amici. La vita inevitabilmente ci pone difronte a continui cambiamenti a cui dobbiamo in qualche modo adattarci.
In alcune fasi della vita è piuttosto probabile incorrere in vissuti depressivi e di melanconia inoltre al di là della realtà concreta.
Un valido sostegno psicologico le permetterà di sentirsi meglio e potenzierà e valorizzerà le proprie risorse personali. Le auguro il meglio!
Dott.ssa Donatella Costa