Sempre brava, sempre sicura (o forse), e ora?

Inviata da occludens · 6 nov 2019 Orientamento scolastico

Ho appena iniziato l’università, nella facoltà dei miei sogni: medicina! Anni passati a fantasticare su un futuro che ora sto realmente iniziando a costruire, passettino dopo passettino. Eppure, eppure eccomi qui. Giorno dopo giorno la strada si fa sempre più in salita. Non dal punto di vista della difficoltà dello studio, che anzi quasi mi appassiona, ma è tutto il resto. Sono una fuori sede neanche troppo fuori (non sono molto lontana da casa, torno tutti i fine settimana!) ma questo contorno della vita universitaria mi uccide. Ho sempre pensato che questo momento sarebbe stato bellissimo, con l’autonomia e l’indipendenza tanto preziose che si guadagnano, e invece lo odio. Mi sento frustrata, fragile, anzi debole debolissima. Ogni settimana torno a casa da lezione e quando sono sola (che mi è concesso sfogarmi liberamente) mi metto a piangere come una bambina. È terribile perché mentre mi sento sola (non che non sia una sensazione poco nota a me storicamente, soltanto che ora nemmeno ho più la mia famiglia con me) mi sento anche una stupida, perché questo mio malessere emotivo finisce per stancarmi parecchio e farmi vivere tutto male, anche lo studio che potrebbe appassionarmi, anche il mio sogno di medicina. Poi torno a casa dai miei e quando sto con loro sto bene, non ci sono e mi sento ancora sola (il pensiero che questa sensazione diventerà quotidiana, necessariamente, perché la crescita e il diventare adulti sono inevitabili, mi uccide) ed è un’altalena emotiva che non sopporto, è estenuante. Ho intitolato questo messaggio “Sempre brava, sempre sicura, e ora?” perché nelle varie fasi della mia vita sono sempre stata grande, non ho mai avuto problemi di questo tipo, ho sempre gestito le sfide con determinazione e responsabilità. Non che non abbia mai avuto problemi, aaaanzi, l’ansia è una compagna da sempre. Però tutto sommato ho sempre avuto grandi soddisfazioni. Infine, oltre a tutto questo, ci si mette anche il sentirsi un fallimento, perché vorrei solo scappare. Finisco sempre a pensare a tutte le alternative che ho di fare altro. Ma fare cosa? Il mio sogno è questo. E vi chiedo: come si può sopportare di poter sfiorare un sogno con le dita senza avere però la forza di coglierlo? Senza forze e senza speranza mi ritrovo a vivere una vita profondamente triste quando invece tutto il mondo intorno a me grida che questa dovrebbe essere l’età più felice.

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Miglior risposta 7 NOV 2019

Cara occludens, forse il nocciolo della questione non è nell'ansia e nelle difficoltà dell'"ora" quanto, piuttosto, nella narrativa del "sempre stata". Lei si racconta come una persona "sempre brava, sempre sicura", pur nel riconoscimento delle difficoltà. In questo, evidentemente, non riesce più a riconoscersi in un momento della Sua vita in cui, normalissimo, sta affrontando difficoltà legate all'insicurezza della nuova facoltà, del vivere sola, dell'affrontare un aspetto dell'adultità e del confrontarsi con delle aspettative molto idealizzate su un "sogno" che fa bene a inseguire, ma senza che diventi ciò che La definisce. Detto altrimenti: c'è un aspetto di medesimezza su cui Lei si mantiene (la ragazza sempre stata capace di affrontare tutto, che sogna di fare medicina) che fatica a tenere insieme alle difficoltà che sta incontrando, come se le due cose non potessero coesistere. Non è un caso che "l'ansia sia una compagna da sempre" ma solo ora Lei percepisce una sensazione di crisi, che chiaramente ha il risvolto del fallimento personale laddove il sogno di una vita, l'orizzonte identitario cui tende da sempre, potrebbe non essere raggiunto - cosa che Lei, se non sbaglio, non ha mai nemmeno preso in considerazione. La buona notizia è che questa situazione di stallo e di difficoltà percepita può essere facilmente risolta; si rivolga a uno psicoterapeuta nella Sua zona e in breve tempo sarà in grado di riprendere la Sua vita con rinnovata serenità. In bocca al lupo! cordialità, DMP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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8 NOV 2019

Salve,
spesso si dice che le cose che ci fregano non sono gli eventi di per sé, ma le aspettative... e dalle informazioni che ci fornisce credo proprio che una parte del suo malessere sia collegato a ciò. Ha fantasticato per anni su un futuro bellissimo, quello dei suoi sogni, forse sottovalutando le difficoltà che inevitabilmente ci sono in questo momento di cambiamento, di passaggio a uno stile di vita completamente diverso, indipendente e autonomo: all'università, soprattutto se da studenti fuori sede, ci viene richiesto di organizzare da soli lo studio e gli orari della giornata, la gestione quotidiana delle attività (pulizie, spesa, ecc), la mole di studio e la pressione "scolastica" aumenta notevolmente (che anche se piacevole sarà stancante), contemporaneamente al doversi fare nuove amicizie e crearsi una rete sociale...quante cose! davvero difficile gestire tutto! quella che sta attraversando è sicuramente una situazione stressante e lo stress ci rende più irritabili, ci stanca fisicamente e mentalmente, abbassa il nostro tono dell'umore e con questo dirige la nostra attenzione su stimoli, pensieri ed eventi negativi, ci fa sentire più ansiosi e tende a farci isolare.
Se il suo sogno è questo, non ci rinuncerei; infatti, rispetto alle sue parole "come si può sopportare di poter sfiorare un sogno con le dita senza avere però la forza di coglierlo?", mi sembra che lei stia cogliendo il suo sogno, non sta rinunciando ma sta solo affrontando un momento di difficoltà, una parte di lei ha coraggio e forza, si sta rendendo conto del problema e sta chiedendo aiuto! Si fidi di quella parte... questo momento di transizione e di difficoltà è il momento giusto per iniziare un percorso psicologico che la aiuti a gestire meglio la situazione, a conoscere i suoi limiti e le sue risorse, a tollerare la frustrazione e a mantenere l'obiettivo, per lei e per il suo sogno, aiutandola anche a comprendere se ci sono ragioni più profonde e più lontane alla fonte di questo malessere. Nel frattempo posso consigliarle di prendersi del tempo piacevole per lei, un po' di attività fisica, un hobby interessante, un bagno profumato, ecc, qualsiasi cosa la rilassi e sia piacevole... potrebbe sembrare l'ennesimo impegno da inserire nella sua giornata ma le assicuro che l'effetto che apporterà sarà benefico per il tono dell'umore e per la regolazione delle emozioni!
Buona fortuna!

Dott.ssa Giulia Fruzzetti Psicologo a Livorno

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7 NOV 2019

Gentile O., che la tua età dovrebbe essere più felice è un luogo comune, prova ne sia che qui è pieno, scusa la franchezza e detto col massimo rispetto, di studenti/esse angosciati. Per non parlare di chi purtroppo si toglie la vita, evento noto fin dai tempi di Freud, che vi dedicò una conferenza con i colleghi. I consigli che propongo son sempre i soliti: aumentate la vostra rete sociale, dedicatevi a qualcosa (volontariato, attività fisica o terapia mente-corpo di gruppo) fuori dallo studio che vi rilassi e vi faccia stare bene. Se questo non basta intraprendete una psicoterapia. Resto a disposizione
Cordialmente
Leopoldo Tacchini

Dott. Leopoldo Tacchini Psicologo a Firenze

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7 NOV 2019

mia cara "sempre brava..."
l'inizio dell'università e tra l'altro lontana ( un pò ) da casa sono le tipiche e possibili nuove realtà da dover affrontare che possono generare - e aumentare - ansie e paure. Ogni volta che viviamo una condizione di cambiamento possiamo andare incontro a queste re-azioni perchè, per quanto certi nuovi mondi siano desiderati e "sognati" ci portano verso nuove esperienze e fuori dalla confort zone alla quale eravamo abituati. L'importante però è non perdere "la bussola" ed evitare che queste sensazioni arrivino a bloccarci, a intristirci e alla fine a sabotare i nostri stessi progetti. Quindi... intanto valorizzi la fatica fatta fino ad ora e i successi raggiunti ( non è da tutti aver superato l'ammissione a medicina )poi cominci a pensare che lo studio può essere un buon motivo di condivisione con altri studenti e lo stare insieme aiuta a superare il senso di solitudine e anche le prove più difficili oltre che far nascere importanti e solide amicizie. Come è capitato a moltissimi studenti (ne ho esperienza essendo stata a mia volta prof universitaria fuori sede ) superate le difficoltà degli inizi i compagni di corso si trasformano quasi in una famiglia e l'università uno spazio dove in un certo senso "sentirsi a casa" . Quindi, senza curarsi troppo di chi le dice che deve essere felice si dica semplicemente che come per ogni altro momento faticoso superato fino ad oggi con successo, anche questo momento può essere affrontato. Se però sente comunque di aver bisogno di un supporto psicologico, come in molte università penso che anche la sua abbia uno sportello dedicato agli studenti se invece non ci fosse o non le piacesse, cerchi un mio collega della sua zona per trovare un buon sostegno per questo periodo . Resto comunque disponibile .
Dott.ssa Patrizia Adamoli
Cernusco Lombardone -Milano

Dott.ssa Patrizia Adamoli Psicologo a Cernusco Lombardone

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7 NOV 2019

Carissima!
Ha scritto un messaggio davvero profondo ed autentico, in cui si coglie la drammaticità che ogni cambiamento porta con sé. Diventare adulti non è affatto facile, soprattutto quando, come nel suo caso, non lo si dà per scontato ma se ne avverte tutta la responsabilità.
L'angoscia che prova, dovuta proprio al realizzarsi di qualcosa che ha tanto desiderato, può essere un ottimo motore per iniziare un lavoro su di sé. Ci pensi, potrebbe (ri)scoprire la "sicurezza" con cui si definisce nel titolo e potrebbe lasciare andare, forse, quella necessità di essere "quella brava".
Un caro saluto,
Marta Cricelli

Dott.ssa Marta Cricelli Psicologo a Rho

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