Scoprire di essere gay a 50 anni? (II parte)
Vi ringrazio per le chiare e gentili risposte, ma purtroppo abitiamo distanti da tutto e se anche volessimo farci aiutare da voi on line non abbiamo possibilità economiche, per ora. Sappiamo che non siamo unici in questo problema, conoscendo persone con lo stessa situazione, che hanno addirittura scelto di restare insieme come coppia platonica ed avendo ognuno relazioni al di fuori della coppia con regole e rispetto per l'ambiente familiare (alcuni hanno figli), e ci dicono che c'è comunque amore, un altro tipo di amore uno verso l'altro.
Ma la cosa che mi preoccupa di più è il poter creare ulteriori problemi a lui, magari consigliando cose sbagliate in questa fase così delicata della sua vita.
E' sempre molto triste e mi racconta che i colleghi a lavoro e alcune persone nuove che sembra lo intuiscano dai suoi comportamenti, (ha detto la verità solo ad una conoscente più grande che lo aveva capito) insistono per parlargli per farlo sfogare vedendolo così depresso.
Ed inoltre gli capita di venire invitato a bere un caffè da conoscenti di vecchia data (uomini) e di non riuscire a decidere se andare o no.
Io lo spingo ad uscire, per mettersi alla prova, senza per forza spingersi fino in fondo, e di evitare invece i colleghi, che potrebbe secondo me essere un arma a doppio taglio in questo momento di confusione.
Vorrei tanto che mi rispondesse qualcuno, su questo e sul fatto che la mia amicizia (visto che per quello che riguarda l'amore di coppia è finito) ed il sentimento profondo, che non so come chiamare da parte di tutti e due, mi porta ad aiutarlo parlandone insieme cercando di capire come instradarlo per la sua felicità e la possibilità che tra noi l'intimità mentale non svanisca con l'entrata di altre persone nella sua vita quotidiana, sono coscente anche del fatto che io sono sola e senza lavoro e forse ho anch'io bisogno di lui e di non vedere le cose per il giusto verso.
Insomma la mia più grande paura è di perdere la mia unica famiglia, "Lui". Grazie ancora