Salve, sono un ragazzo di 27 anni che ha una storia famigliare particolarmente dolorosa: mia madre si è gettata dal terzo piano quando avevo 18 anni e mio padre è morto quando ne avevo 19. Dopo la maturità classica avevo programmato di iscrivermi ad architettura ma non sono andato a sostenere il test. Mi sono iscritto al D.A.M.S. Ho sostenuto 3 esami e ho rinunciato agli studi. Ho fatto il cameriere, cosa che avevo fatto anche nel 2012, d'estate. Nel 2017 dopo aver lavorato come cameriere
ho sostenuto il test di medicina, non superandolo. Nel 2018 sono stato licenziato per la condotta sul lavoro (uscivo spesso a fumare durante il servizio) e mi sono iscritto ad ingegneria gestionale a cui ho rinunciato dopo aver sostenuto un esame. Ho fatto più di recente l'operatore di telemarketing in smart-working licenziandomi dopo una settimana da un'azienda e dopo un giorno da un'altra; da un'altra non fui confermato dopo una prova di 3 giorni perchè non ho raggiunto gli obiettivi di vendita richiesti.
Attualmente sto preparando un concorso pubblico per istruttore amministrativo. Ho memorizzato fino ad ora 61 commi del Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali. Il materiale da studiare è corposo. Mi sono esercitato sui primi 10 articoli rispondendo alle domande di un quiz e ho risposto correttamente. Per superarlo dovrei quindi studiare costantemente con questo metodo. C'è un progetto che è dedicato ai dipendenti pubblici, Riformare la P.A., per cui è possibile iscriversi a un corso di laurea tramite una convenzione tra il Ministero della Funzione Pubblica e diverse università italiane.
Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare NAS, diagnosi rivista in seguito a un episodio depressivo in cui mi sono annodato il cordone dell'accappatoio attorno al collo cercando di strangolarmi.
Saprei giustificare il mio cambiamento di scelte, non rendendole in qualche modo riconducibili necessariamente a un disturbo bipolare. Architettura perchè stava cominciando ad appassionarmi la matematica e perchè ho avuto sempre un interesse verso la storia dell'architettura quindi ho pensato potesse essere il corso di laurea giusto; il D.A.M.S. perchè sono sempre stato interessato alla storia dell'arte; medicina perchè in un periodo al liceo stava appassionandomi la biologia ma anche alcuni argomenti di chimica; ingegneria gestionale perchè avendo interesse nella matematica e anche nella sfera sociale ho pensato che un misto fra economia e ingegneria potesse essere la scelta giusta anche considerando il mercato del lavoro attuale. Ho fatto il cameriere principalmente per una questione economica, perchè la mia famiglia non poteva sostenere i costi della socialità quindi ho voluto guadagnare un po' di soldi per potermi permettere delle uscite con gli amici.
Credo di essere un ragazzo valido. Al D.A.M.S. ho avuto un 30 e lode, un trenta e sono stato esonerato da un esame per aver superato due test preliminari. Ad ingegneria sono riuscito a comprendere facilmente le definizione di limite dopo aver assistito alla lezione. Studiando l'analisi cominciavo a comprendere la materia in profondità. Quando ho fatto il cameriere nel 2017 uno dei camerieri responsabili veterani del villaggio mi aveva proposto di fare il maître.
Anche in fase puberale e adolescenziale ero solito cambiare hobby e quando scelsi la scuola superiore ci tenni particolarmente a terminare il percorso iniziato senza cambiare, benché ne avessi avuto l'idea.
Vorrei seguire un progetto in maniera lineare. Se devo essere onesto lavorare senza la possibilità di formarmi quindi riuscendo a seguire un progetto più complesso e ad avere delle progressioni di carriera nel tempo non mi entusiasma.
Ho provato a lavorare e a studiare contemporaneamente preparando il test di medicina ma ho abbandonato lo studio dedicandomi solo al lavoro.
Sono capace di studiare per superare il concorso pubblico ma non so se sono abbastanza flessibile per poter svolgere la mansione di istruttore amministrativo e di frequentare un corso di laurea contemporaneamente, benchè le lezioni siano in modalità sincrona o asincrona sul portale dell'università. Non riesco ancora ad entrare nello status di lavoratore. Chi si è laureato prima di iniziare a lavorare ha il vantaggio di aver seguito un percorso formativo che l'abbia preparato anche a livello psicologico al mondo del lavoro, mettendo di fronte al momento di fare un salto, di fare ingresso nella vita adulta. Per quanto mi riguarda, invece, è tutto così confusionario che non so come agire e preferisco starmene immobile. Ho pensato quindi che teoricamente un percorso sensato potesse essere quello di diventare dipendente pubblico e di formarmi in ambito amministrativo. È come se arrivato il giorno di andare, alla prova, non avessi il coraggio di andare. Per me prepararmi a questo concorso significa fare ingresso nella vita adulta ed è come se io non fossi pronto.
Ho paura che mia madre mi lasci e venga meno il mio sostentamento e qui si apre la questione sulla capacità da parte mia di autosostentarmi, di avere la capacità e di essere idoneo a livello psico-fisico a svolgere una mansione e possibilmente anche foormarmi in un'ottica a lungo termine.
Vorrei mi aiutaste a capire che devo sforzarmi di adattarmi ed avere un approccio meno "accademico" alla vita, trovando il coraggio di uscire dalla mia zona di comfort e di sperimentare anche emozioni e sensazioni particolari, per esempio relative alla scoperta del mio approccio con alcuni aspetti pratici della vita (es. cucinare e pulire, cose che fa mia madre),e relative anche alla possibilità di fallire circa l'essere capace di conciliare studio e lavoro.
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29 NOV 2022
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Danilo buonasera,
rammento di aver già letto la sua storia abbastanza di recente.... forse ponendoci più volte lo stesso quesito attende di avere risultati diversi?
C'è qualcosa di fortemente logorante nei suoi processi di pensiero. Una pedissequa, pragmatica, ossessiva e razionalissima mancanza di pace.
Rimarrei orientata sul corso di yoga e la psicoterapia.
13 FEB 2023
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Nella parte finale ha delineato bene il suo eventuale percorso di terapia... uscire dalla sua zona comfort... la terapia breve strategica aiuta propria in questo... si documenti e se vuole qualche chiarimento non esiti a contattarmi.... .
13 FEB 2023
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Nella parte finale ha delineato bene il suo eventuale percorso di terapia... uscire dalla sua zona comfort... la terapia breve strategica aiuta propria in questo... si documenti e se vuole qualche chiarimento non esiti a contattarmi....
13 FEB 2023
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Nella parte finale ha delineato bene il suo eventuale percorso di terapia... uscire dalla sua zona comfort... la terapia breve strategica aiuta propria in questo... si documenti e se vuole qualche chiarimento non esiti a contattarmi...
13 FEB 2023
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Nella parte finale ha delineato bene il suo eventuale percorso di terapia... uscire dalla sua zona comfort... la terapia breve strategica aiuta propria in questo... si documenti e se vuole qualche chiarimento non esiti a contattarmi
30 NOV 2022
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Danilo,
leggo e sento che ha tanto bisogno di parlare e di essere ascoltato. Ho deciso di non darle un feedback sulla sua articolata e complessa storia perché la narrazione acquista diversi significati a seconda della relazione con chi ci ascolta.
Le rimando comunque che per uscire dalla propria zona di comfort è importante contare su una base sicura e quindi sulla capacità di affidarsi all'altro. Un percorso di psicoterapia potrebbe essere la direzione. Un caro saluto, dr. Maria Zaupa
29 NOV 2022
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Gentilissimo, la sua storia familiare è molto dolorosa e sicuramente le avrà lasciato dei traumi profondi che sarebbero da elaborare attraverso un percorso psicoterapico. Non si soffermi sulla diagnosi psichiatrica, ma intraprenda quanto prima un percorso. Sinceramente, credo che lei abbia delle grandi potenzialità che però potrà esprimere soltanto se affronterà la sua sofferenza facendosi aiutare. Le faccio davvero tantissimi auguri. Dott.ssa Daniela Noccioli.
29 NOV 2022
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Buonasera Danilo,
Il suo racconto è molto denso di storia vissuta e molti accadimenti sono stati di non poco conto sul piano affettivo. Soprattutto molti sono i cambi di scenario. Sembra però mancare una narrazione sulla terapia. Questa dimensione è molto importante perché potrebbe darle un senso di storicità del tempo vissuto orientandola nel presente-futuro, sia per quel che riguarda il lavoro che per le relazioni affettive che mutano nel tempo sedimentando però un fondo che fa sentire disposti ad un sentimento di fiducia interna e quindi ad una maggiore voglia di esplorare esperienze di autonomia.
Quindi l’indicazione più importante è iniziare una psicoterapia con setting ben strutturato.
Dott. Pietro Salemme
29 NOV 2022
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Nella parte finale ha delineato bene il suo eventuale percorso di terapia... uscire dalla sua zona comfort... la terapia breve strategica aiuta propria in questo... si documenti e se vuole qualche chiarimento non esiti a contattarmi.
29 NOV 2022
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Salve, mi spiace molto per la sua situazione, credo che una storia di vita così contrassegnata da eventi traumatici, necessiti di un approfondito lavoro terapeutico. Soprattutto per poter fare scelte autonome e serene oggi. Un caro saluto
29 NOV 2022
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Buon giorno Danilo,
sono dispiaciuto per gli eventi dolorosi di cui mi rendi partecipe.
Prima di iniziare qualsiasi progetto di vita, sarebbe opportuno stendere un percorso chiaro e strutturato, ma soprattutto validato scientificamente, che porti a produrre risultati concreti. In particolare sarebbe necessario
1. CHIARIRE GLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE: considerando anche i cambiamenti necessari, il confronto con ciò che ci motiva a livello emotivo e razionale (aspetto troppo spesso trascurato!), immaginando lo scenario una volta realizzato il successo (anche i vari problemi)
2. ANALIZZARE TUTTO CIO' CHE SI INTERPONE TRA DOVE SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE: prendere in considerazione in particolare i problemi e le difficoltà da superare e le resistenze al cambiamento
3. ANALIZZARE TUTTI I TENTATIVI FATTI PER RISOLVERE I PROBLEMI E RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO PREFISSATO: vanno prese in considerazione sia le tentate soluzioni di successo, sia quelle fallimentari per crearne di alternative
4. PASSARE ALL'AZIONE CONCRETA: mettere in pratica mediante un piano di azione costruito su misura per te e orientato al raggiungimento del tuo obiettivo
Ho sintetizzato le 4 fasi necessarie per perseguire un cambiamento concreto, tenendo conto dei molteplici aspetti che si intrecciano dentro di no: dal piano emotivo a quello razionale, dal desiderio di cambiare alle resistenze che si incontrano.
Mi piacerebbe dialogare con te per capire come poterti aiutare più nel dettaglio.
Augurandomi di esserti presto di aiuto, ti ricordo che per qualsiasi necessità rimango a disposizione. Anche online.
29 NOV 2022
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Ciao Danilo, innanzitutto mi dispiace per la tua storia, deve essere stato doloroso e difficile. Dal tuo racconto inizialmente avevo come l'impressione di una tendenza ad autosabotarti, e questo ha risuonato con la tua auto analisi rispetto a una difficoltà a separarti e renderti autonomo dalle cure materne. Non credo molto nella "sforzarsi" credo che se facciamo qualcosa sia perché sentiamo che è il nostro miglior adattamento possibile alla vita e ci viene automatico riprodurlo. Quello che possiamo fare è consapevolizzare quali vantaggi e svantaggi ne traiamo per poi fare scelte magari difficili, diverse dal solito,spaventose, ma che sono invitanti per noi, che risuonano col nostro desiderio,che siano per noi motivanti. Questo e difficile,spaventoso, e ci espone al fallimento. Ma queste son parole in generale, il punto è come funzioni specificatamente tu e cosa ti incastra e questo è un lavoro che potresti portare avanti entro un percorso terapeutico. Buona fortuna e un caro saluto
29 NOV 2022
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Buongiorno Danilo,
mi dispiace molto per la storia familiare che racconti e per i brutti momenti che hai passato.
Sembra tu sia continuamente alla ricerca di qualcosa che non è mai molto chiaro e durevole. Avresti piacere a intraprendere un percorso nel quale lavorare sulla tua autonomia, la tua indipendenza e i tuoi desideri futuri? È possibile che alcuni pensieri ed emozioni invalidanti ti stiano enormemente complicando le cose, facendo vacillare il tuo sentirti efficace in ciò che fai. Un percorso psicologico ti aiuterebbero proprio a trovare una stabilità, guidandoti nella conoscenza di te stesso, delle tue capacità e delle tue ambizioni.
Resto a disposizione per una consulenza più approfondita e ti auguro il meglio.
Un saluto,
Dott.ssa Silvia Trotto