Salve sono una ragazza di 18 anni, e da qualche mese mi sento diversa
Salve sono una ragazza di 18 anni e frequento l'ultimo anno di liceo dello scienze umane. Dall'inizio di quest'anno scolastico mi sono sentita un po' meno entusiasta del solito, probabilmente a causa della routine quotidiana monotona. Ciò che però mi spinge a scrivere questo messaggio non é tanto il calo di entusiasmo, che in se non é preoccupante, ma come mi sento da un paio di mesi a questa parte. Sono sempre stata una ragazza solare, socievole, diplomatica, riflessiva e che non si lamenta delle cose, ma che ha bisogno di stimoli e novità. Ciò che ho sempre visto come un difetto é la difficoltà che a volte ho nel lasciarmi andare e nell'essere più istintiva e ho sempre avuto la tendenza a criticarmi. Ma questi sono difetti che ciascuno può avere. Il problema é sorto quando ho iniziato a sentirmi "diversa", mi spiego meglio: attualmente, dipende molto dalla giornata, ma frequentemente mi sento come se avessi qualcosa che non va, giù di morale, poco entusiasta, mi chiedo il senso della vita e penso alla morte. Anche prima mi facevo domande esistenziali, come tutti del resto, ma era qualcosa che in me scaturiva curiosità e mistero, non angoscia. Ho pensieri negativi ricorrenti e ho cercato di trovare le cause della loro insorgenza, Identificandone principalmente due (premetto che essendo una sorta di autoanalisi, potrebbe ovviamente essere sbagliata, ma del resto la persona che meglio conosce il contenuto dei miei pensieri, chi é se non io?):
- da quando abbiamo tolto la mascherina a scuola, penso con molta più frequenza ai lineamenti del mio volto: credo che gli altri pensino, solo guardandomi, che io sia a disagio o addirittura scontrosa o antipatica, inoltre penso alla faccia che dovrei avere in determinati momenti, pur essendo consapevole che le nostre espressioni facciali sono qualcosa di spontaneo e incontrollabile. Ho quindi la paura che gli altri possano giudicarmi solo dal mio volto
- da un anno e mezzo circa ho (o meglio avevo) un gruppo di amiche, dalle quali sto cercando di distaccarmi, convinta che possano essere almeno una delle ragioni di questo mio malessere interiore. ho sempre vissuto male questo gruppo, in quanto l'ho sempre visto come qualcosa che si é formato in seguito alla caduta in depressione di quella che era la mia migliore amica. Ritenendomi quasi in dovere di stare nel gruppo per starle vicina, mi sono fatta andare bene molte cose che spesso mi davano fastidio. Tra queste la continua tendenza al vittimismo (es. Continui abbracci, chiamarsi tesoro, chiedere costantemente come va ecc. Sono abitudini ricorrenti nei gruppi di amiche, ma non quando sono in eccesso, tanto che io lo vedevo come un qualcosa di "malato"). Dico che il gruppo si é formato in seguito alla depressione di questa mia amica, poiché lei ha iniziato a stare con altre due ragazze della mia classe che stavano sempre tra loro, allontanandosi da me e dagli altri compagni di classe. Sono io quella che più ha percepito questo suo cambiamento, poiché sono quella che la conosceva meglio e insieme avevamo sempre la tendenza a stare un po' con tutti e non certo a isolarci. Non posso dire lo stesso ora, perché sono molti i momenti in cui non la riconosco più. Tante delle cose che fa mi spaventano, soprattutto ora che sento anche io di avere qualcosa che non va, poiché la paura di diventare come lei e di non riconoscermi più é tanta. Detto ciò le altre due ragazze che fanno parte del gruppo ora non sono più amiche come prima, in quanto una delle due ha legato molto con questa mia amica che soffre di depressione. Solo in seguito ho scoperto che anche lei ha dei problemi simili ai suoi e da poco ha iniziato ad andare dalla psicologa. Anche la terza ragazza va dalla psicologa da un anno circa poiché soffre di ansia sociale. Io non ho mai sofferto di nulla o avuto l'esigenza di rivolgermi a uno specialista, ma la preoccupazione di questo mio malessere mi ha spinto a chiedere un confronto con una psicologa, che mi ha proposto delle tecniche di mindfulness e che ovviamente ha bisogno di altri incontri per comprendere meglio il disagio che sto vivendo. La maggior parte delle persone con cui ho parlato di questo mio malessere, compresi i miei genitori, mi hanno consigliato di distaccarmi da queste mie amiche, poiché ritengono io abbia assorbito tutti i loro problemi. Quindi é ciò che sto cercando di fare. Nonostante ciò spesso non mi sento più la stessa, ho pensieri ricorrenti al suicidio, nonostante non riesca a concepire l'idea di non poter più esistere. Ho intenzione di iscrivermi all'università, poiché mi ero già informata diverso tempo fa e avevo già le idee chiare su cosa voler fare. Anche se mi sembra che nulla in questo momento possa darmi felicità. Mi sento bloccata nel vero senso della parola. Mi chiedo spesso perché mi trovo in questo stato quasi convinta del fatto che probabilmente non lo sarei se avessi frequentato persone più affini a me con le quali mi trovo meglio, o piuttosto se fossi restata sola ( meglio soli che mal accompagnati) anche perché mi sono sempre trovata bene sola con me stessa, mentre ora difficilmente poiché a volte non mi riconosco. Ci sarebbero tante altre cose di cui vorrei parlare, ma il messaggio diventerebbe troppo lungo. Ho cercato di esporre le idee chiaramente, anche se é difficile. La cosa che piu vorrei capire é se questi pensieri sono dovuti a un vero e proprio stato depressivo o piuttosto alla paura di esserlo. Un ultima cosa: da quando sono in questo "stato" se così si può definire, penso molto di meno alla mia faccia, probabilmente poiché, assorta da altre preoccupazioni, mi sento più distante dalla realtà.
Questi sono alcuni dei pensieri frequenti, oltre a quelli già elencati sopra, magari più specifici:
-pensare a ciò che sto facendo piuttosto che farlo e basta
-pensare di essere un'altra persona
-pensare se gli atteggiamenti delle altre persone possano essere segno di qualche malessere