Rispondo alle domande
Caro Andrè,
ti descrivi come maldestro, con un umore variabile, sensibile ed incline al pianto, un bambino/a. Ho notato che non definisci la tua identità sessuale, dici di essere una persona di 24 anni e poi seguono una serie di aggettivi negativi.
E' possibile che quando sei a lavoro hai molti pensieri che non ti permettono di concentrarti? Quando eri depresso com'era la tua quotidianità e come è cambiata da quella attuale?
Rimango a disposizione,
cordiali saluti
Dott.ssa Monica Salvadore
Dottoressa Monica Salvatore, la mia vita quotidiana era: letto, cucina, bagno, letto e letto. Adesso? Lavoro, casa, lavoro, casa. Non ho una vita come tutti i ragazzi. non ho amici, una persona da amare. Cugini che mi aiutano, Sono solo/a !!!!! Ogni giorno che passa, sono sempre giù di morale. E per una volta vorrei essere felice.
Caro Andrè
mancano delle informazioni importanti nel suo racconto, come per esempio il motivo per cui è caduto in depressione (dunque il racconto della sua vita) e se c'è stata una diagnosi eseguita da un professionista o se è solo sua supposizione. Altro dato importante è se assume farmaci e quali. Se così fosse, potremmo dire che alcuni farmaci (e in certe dosi) possono comportare dei problemi di memoria come lei li descrive, almeno in parte.
Il suo essere maldestro, credere di non essere all'altezza del suo lavoro (e di un lavoro in genere) sono senz'altro riconducibili per lo più ad una grave mancanza di autostima, tant'è che lei stesso dice di sentirsi "cretino" a volte.
Io credo che lei abbia profondamente bisogno di una psicoterapia (psicodinamica) perchè, al di là della eventuale cura farmacologica che segue, questo è l'unico modo per indagare le cause originarie del suo malessere interiore e per lavorarci.
Lei non è assolutamente un cretino, però è ora che prenda in mano la sua vita e la affronti.
Cordialmente
Dr.ssa Cristina Giacomelli.
Ho avuto una serie di problemi per arrivare a tale. Vorrei raccontarle la mia vita ma qua, dove tutti possono leggere, ma non mi va. Anche se nessuno mi conosce. Vorrei andare dalla psicologa ma economicamente non posso. Non ho mai parlato dei miei problemi a qualche esperto (mi sfogavo solo/a, abbuffandomi fino a stare male per poi rimettere, altre volte passavo giornate intere con diarrea e dolori di pancia). Mia mamma ne parlò con il dottore e lui mi invoglió ad andare dalla psicologa. Senza risultati perché al primo giorno di visita, voleva darmi delle gocce senza sapere nulla di me.
Mi sono accorto che l'ansia e la paura mi fanno sbagliare il lavoro che faccio, quando mi osservano, divento imbranato/a. Perché ho paura di essere giudicato, del rimprovero, di qualcuno che mi mandi via. Mi sento inferiore a tutti, inutile, non sono bravo a niente. Ogni volta che mi riprendono davanti alla persona che mi interessa, vorrei morire. Lei/lui pensa che sia uno/a che non capisce, un/a cretino/a ( me l'ha fatto capire) e così in sua presenza sbaglio sempre.
Quanto vorrei essere diverso/a. Una persona tranquilla e felice. Ma sarà difficile tutto ciò