Buongiorno,
da qualche settimana siamo in terapia di coppia (in realtà abbiamo fatto solo una seduta di coppia ed una mia individuale) ma mi sono sorti alcuni dubbi e mi sono sentita disorientata e volevo chiedere:
è normale che dopo una seduta di coppia, ed una mia individuale, mi sia stato detto dal terapeuta che:
"lei vede tante coppie e capisce quasi dall'inizio cosa ne uscirà e che secondo lei non abbiamo nulla su cui lavorare e che il ponte di connessione rimasto fra me e mio marito potrebbe essere solo nostra figlia".
Io ci avevo messo tanta speranza e capire che lei è quasi convinta che non ci sia da lavorare ci sono rimasta malissimo, come condannata....mio marito andrà questo sabato per una seduta individuale ed ho paura che lo porti ancora di più alla rottura.
io ovviamente non ci capisco nulla ma condannare così una coppia da subito è normale?
Nel caso come potrei affrontare l'argomento con mio marito e chiedere un cambio di terapeuta?
Grazie mille
Claudia
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4 FEB 2025
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Carissima Claudia,
Solitamente uno psicologo che prende in carico la coppia si occupa solo di colloqui di coppia, dunque se sente la necessità di fare colloqui anche individuali dovrebbe essere presa in carico da un altro professionista.
Per quanto riguarda il verdetto espresso dal collega, non comprendo il senso di prendervi in carico se crede che il percorso non possa funzionare.
Resto a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
2 FEB 2025
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Cara Claudia, ovviamente può sempre cambiare il terapeuta quando vuole e non deve chiederlo a nessuno. Semplicemente non fissa più e dice che non prosegue. Credo che comunque potrebbe dirlo al terapeuta e comunicargli che la sua individuazione del caso l'ha sconfortata molto provando a vedere cosa ne esce. Magari è vero o forse no , ma di certo non incontra le sue speranze e la sua richiesta terapeutica.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito
30 GEN 2025
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Buongiorno Claudia, in qualsiasi tipo di terapia è importante sentirsi a proprio agio nel raccontarsi e nel sentirsi ascoltati (...).
In primis tuttavia metterei l'importanza della Speranza, ingrediente, a mio avviso, alla base per la costruzione di un percorso di fiducia con il proprio terapeuta. Se sente che nel rapporto terapeutico questo manca ne parli con suo marito. È un percorso che avete intrapreso come coppia e le riflessioni, dubbi e perplessità è importante valutarle assieme. Le suggerisco di parlarne portando, come ha fatto qui, il suo sentire, le sue emozioni al riguardo. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa
30 GEN 2025
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Gentilissima Claudia, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrive, e comprendo soprattutto i suoi dubbi circa il lavoro terapeutico, soprattutto a fronte di pochissime sedute. Credo che, al di là del giudizio forse molto affrettato del terapeuta, essendosi preso poco tempo per conoscervi, forse potrebbe essere importante esporre i suoi dubbi e perplessità anche a suo marito, per poter condividere insieme quale sia il percorso migliore per il vostro lavoro.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
30 GEN 2025
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Cara Claudia, la sua delusione mi sembra più che giustificata. Potrebbe essere utile parlarne con il terapeuta in un'ottica di un'eventuale costruzione di un'alleanza terapeutica. Le garantisco che è molto utile portare i propri pensieri e dubbi al professionista, fa capire molte cose. Successivamente se questo confronto non ha risolto le sue perplessità può parlarne con suo marito e trovare una soluzione insieme, come scegliere un nuovo professionista. Quello che le ha detto il terapeuta potrebbe avere più significati e più intenti ma senza un confronto, questi rimangono in un limbo fatto di interpretazioni, angosce, paure e proiezioni. Per questo le suggerisco di portare quello che ha compreso, all'interno della relazione per comprendere se il messaggio di partenza corrisponde al messaggio ricevuto.
Resto a disposizione e le auguro un buon proseguimento.
30 GEN 2025
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Capisco il tuo smarrimento e la tua delusione. È assolutamente comprensibile sentirsi "condannati" dopo un'affermazione del genere da parte di un terapeuta, soprattutto se avevi riposto molte speranze nella terapia di coppia.
- È normale una "condanna" così precoce?
Non è usuale che un terapeuta esprima un giudizio così definitivo dopo una sola seduta di coppia e una individuale. Solitamente, la fase iniziale di una terapia è dedicata alla conoscenza reciproca, alla raccolta di informazioni sulla storia della coppia e sulle problematiche presenti, nonché alla valutazione della motivazione di entrambi i partner al cambiamento.
Un terapeuta dovrebbe creare uno spazio di ascolto e di accoglienza, senza esprimere giudizi affrettati. La "connessione" tra i partner, anche se non evidente all'inizio, può essere coltivata e rafforzata con il lavoro terapeutico adeguato.
- Come affrontare l'argomento con tuo marito?
Ti consiglio di parlare apertamente con tuo marito, esprimendo le tue preoccupazioni e il tuo disagio rispetto alle parole del terapeuta. Spiegagli che ti senti scoraggiata e che hai paura che questo possa compromettere ulteriormente la vostra situazione.
Ascolta anche le sue impressioni sulla seduta individuale e su come si sente rispetto al percorso terapeutico. Cercate di capire insieme se entrambi vi sentite a vostro agio con questo terapeuta e se vi fidate di lui.
- Come chiedere un cambio di terapeuta?
Se entrambi condividete gli stessi dubbi, potete affrontare la questione con il terapeuta stesso, esprimendo le vostre perplessità e chiedendo chiarimenti sul suo approccio. Se non vi sentite convinti, potete comunicare la vostra decisione di interrompere la terapia con lui e di cercare un altro professionista.
Non abbiate timore di esprimere le vostre esigenze. Ricordate che la scelta del terapeuta è una decisione importante e che avete il diritto di sentirvi ascoltati e compresi.
- Cosa fare dopo?
Potreste cercare insieme un professionista con un approccio che vi dia più fiducia. Ad esempio, alcuni terapeuti lavorano più sulla ricostruzione della relazione, mentre altri tendono a evidenziare le incompatibilità. Esistono anche i sessuologi che lavorano sulla relazione rispetto a eventuali problematiche/disturbi sessuali.
Vi consiglio di non scoraggiarvi e di non perdere la speranza. Cercate un terapeuta specializzato in terapia di coppia, che abbia esperienza nel trattamento di problematiche simili alle vostre.
Un buon terapeuta vi aiuterà a capire le dinamiche della vostra coppia, a comunicare in modo più efficace, a gestire i conflitti e a ritrovare una connessione profonda.
Non è mai troppo tardi per lavorare sulla relazione e per ricostruire un legame solido e duraturo.
30 GEN 2025
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Gentile Claudia, in genere un percorso di psicoterapia di coppia serve a riallineare i vissuti e le narrazioni dei partner che sembrano vivere vite parallele. Il risultato di un percorso di coppia non è dato all’inizio: non sappiamo mai se da un momento di crisi la coppia esce separata o più unita, lo stesso vale per la terapia.
Quello che avviene nella terapia di coppia, è un recupero della capacità comunicativa dei due partner, un recupero della capacità di cogliere l’altro/l’altra come persona con i suoi stati d’animo e le sue difficoltà. Questo porta alla costruzione o ricostruzione di obiettivi comuni, condivisi, che siano di proseguire la strada insieme o di separarsi.
In genere il terapeuta di coppia non vede i partner in sedute individuali, per evitare che emergano elementi che non emergerebbero in seduta di coppia. I colloqui individuali sono e dovrebbero essere gestiti da altri terapeuti esclusivi.
Un cordiale saluto.
Dr.ssa Patrizia Mattioli
30 GEN 2025
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Cara Claudia,
capisco quanto ti senta disorientata e abbattuta dopo queste prime sedute di terapia di coppia. Quando si entra in un percorso del genere, spesso lo si fa con la speranza di trovare soluzioni, strumenti, possibilità di ricostruzione. Sentirsi dire così presto che “non c’è nulla su cui lavorare” può suonare come una sentenza di condanna, ed è comprensibile che tu stia mettendo in dubbio la strada intrapresa.
La terapia di coppia dovrebbe essere uno spazio esplorativo, in cui entrambi i partner possano esprimere i propri bisogni, le difficoltà e le ferite, e in cui il terapeuta aiuti a fare chiarezza, senza imporre verdetti affrettati. Certo, un professionista con esperienza può farsi un’idea iniziale sulla situazione, ma il suo compito non è decidere al posto vostro, bensì accompagnarvi nel comprendere se e come desiderate proseguire il vostro rapporto.
Se ti sei sentita giudicata più che guidata, se il percorso ti sembra già segnato senza un vero lavoro di scavo, allora è legittimo chiederti se questa sia la persona giusta per voi. Un terapeuta non può decidere per la coppia, ma solo offrire strumenti per esplorare la relazione. Se già ora senti che questa esperienza sta portando tuo marito più vicino alla rottura invece che a una comprensione più profonda, allora vale la pena parlarne con lui.
Come affrontare il discorso con tuo marito?
Potresti dirgli qualcosa come:
“Queste prime sedute mi hanno lasciato molte domande e qualche perplessità. Sento che non abbiamo avuto ancora il tempo di capire davvero cosa possiamo fare per il nostro rapporto, e mi piacerebbe lavorarci con un terapeuta che ci aiuti a esplorare, senza partire da un presupposto già scritto. Ti andrebbe di rifletterci insieme?”
Non devi “convincerlo” a cambiare terapeuta, ma puoi invitarlo a chiedersi se sente che questo percorso lo sta aiutando davvero. Potreste anche decidere di fare ancora un paio di incontri e poi valutare se sia il caso di cercare un altro professionista.
Se vuoi un consiglio diretto: la terapia di coppia deve essere un viaggio, non una sentenza. Se ti senti già destinata al fallimento, forse il metodo di questa terapeuta non fa per voi. E non c’è nulla di male nel cercare un professionista che lavori in un modo più adatto alle vostre esigenze.
Se vuoi parlarne meglio o capire come orientarti nella scelta di un nuovo terapeuta, sono qui.
Un abbraccio,
Dott.ssa Barbara Durand
Ricevo a Torino e online
www.basisicure.com
30 GEN 2025
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Buongiorno Claudia, non voglio giudicare o commentare il comportamento di una collega, non conosco la vostra storia e/o quello che è emerso durante questi 2 incontri.
Suo marito che ne pensa di quello che è stato detto?
Ha condiviso con lui il suo stato d'animo?
Questa sua perplessità deve essere portata dentro la stanza di terapia, in modo che possiate parlarne insieme, anche con la terapeuta.
In ogni caso se lei sente che questa non sia la terapeuta giusta per voi, ne parli con suo marito.
È importante che lei si senta a suo agio dentro la stanza di terapia, che si senta accolta e non giudicata.
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Cristina Asero
30 GEN 2025
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Buongiorno Claudia,
È legittimo che lei possa chiedere delucidazioni su quanto detto dalla collega ed esporre a lei come vi siete sentiti al riguardo.
Credo che possano essere buoni spunti di lavoro, sia per la coppia che per lei.
Altrimenti se sente che l’alleanza di lavoro in qualche modo è venuta meno da entrambe le parti avete il diritto di poter scegliere di non continuare.