Relazione tra adulti

Inviata da Federico · 4 lug 2017 Psicologia risorse umane e lavoro

Buonasera, Le scrivo la situazione che ci siamo ritrovati a gestire alla fine della stagione sportiva.
Sono allenatore di una squadra di serie B femminile composta da atlete molto giovani, dopo una stagione molto travagliata siamo riusciti a centrare la salvezza, nel gruppo giocatrici c' era una ragazza con esperienza di categorie superiori che non rispettava mai orari, nonostante i numerosi richiami, aveva atteggiamento da saputella, e voleva sempre dire ultima parola, una parte della squadra aveva capito elemento e la sopportava, una parte di cui specialmente due giocatrici non perdevano occasione per mettere sempre in evidenza le cose sbagliate della compagna a cui va sicuramente il merito di aver giocato un ruolo decisivo per il raggiungimento della salvezza, finito il campionato la cosa sembrava appiattita, ma con i primi colloqui fatti con le giocatrici alcune e soprattutto le due citate prima hanno cominciato a dire se rimane lei noi andiamo via come se fossero isteriche, con i nostri dirigenti abbiamo cercato di farle ragionare dicendogli che la convivenza in ogni campo non è facile ma con la disponibilità e la buona volontà anche se non tutto si può risolvere almeno migliorare, ma hanno dimostrato lo stesso una grande insofferenza derivata anche dal fatto che durante l' anno hanno buttato benzina sul fuoco.
La domanda è come ci consigli di affrontare questo contesto per trovare una soluzione, noi non siamo molto d' accordo che una donna di 24/25 anni ci dica o io o lei soprattutto dopo tutto quello che è stato fatto per loro ma non sappiamo come comportarci per ricercare di risolvere questo problema che ci è scoppiato in mano.Grazie

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Miglior risposta 5 LUG 2017

Gentile Federico,
l'episodio che ci descrive riporta due possibili reazioni all'esuberanza di un membro all'interno di un gruppo. La presenza di questa ragazza ha posto le altre ragazze di fronte ad un quesito: assecondarla o contrastarla? Scegliendo solo la prima opzione, è probabile che lo stesso gruppo il prossimo anno risenta ancora di più della problematicità dei comportamenti della ragazza in questione, alimentando, nelle ragazze, la frustrazione e ciò che ne consegue. D'altro canto, il contrasto fine a se stesso, da parte di queste due ragazze, sta portando all'inevitabile rottura del gruppo ("o lei o noi"). Il consiglio che le posso dare è quello di considerare questo contrasto come un punto di partenza in cui far parlare tra loro le ragazze, in maniera assertiva, per lasciare che loro stesse trovino un compromesso: le due ragazze si potrebbero impegnare a "tollerare" maggiormente alcune mancanze della compagna, in funzione del bene della squadra, mentre la ragazza si potrebbe impegnare a rispettare il lavoro delle compagne e considerarsi al pari delle altre: se inserita in un contesto coeso, gradualmente si considererà parte della squadra, grazie al buon esempio delle compagne, e ne rispetterà maggiormente le regole. Ovviamente questa potrebbe essere un'idea: non conosco in maniera dettagliata le dinamiche della squadra e mi piacerebbe approfondire la reazione della giocatrice "problematica" quando le altre due compagne la contrastano.
Per approfondimenti non esiti a contattarmi.
Buona giornata
Dott.ssa Ilaria Albano
Psicologo a Roma

Dr. Ilaria Albano Psicologo a Milano

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5 LUG 2017

Buongiorno Federico,

comprendo come sia difficile gestire le dinamiche che si instaurano nei gruppi e nello specifico in una squadra. La cosa positiva da sottolineare mi sembra sia il fatto che nonostante le divergenze il gruppo sia stato in grado di lavorare insieme per raggiungere e centrare l'obiettivo della salvezza.
Inevitabilmente però è giunto il momento di affrontare queste divergenze per capire da che cosa derivino (gelosia, invidia, senso di ingiustizia, ecc..) poiché potrebbero comunque ripresentarsi con questo gruppo o in altri.
Sarebbe, dal mio punto di vista, il caso di affrontare a piccolo gruppo (solo le tre ragazze e lo staff societario) oppure con la squadra intera (classica riunione di fine anno) questa problematica così come altre divergenze che posso essere emerse durante l'anno allo scopo di capire e comprendere da che cosa sono scaturite; non con lo scopo di accusare nessuno ma di capire cosa determina i problemi e come poterli risolvere. Solitamente da questi confronti possono emergere tanti spunti inaspettati ed utili.
Cordiali saluti
Dott.ssa Barbara Testa
Psicologa e Psicoterapeuta

Barbara Testa Psicologo a Cernobbio

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5 LUG 2017

Sarebbe molto interessante condurre dei lavoratori con le atlete e dei focus per farle confrontare. Lei ha ragione a titolare "fra adulti" ma i comportamenti sono invece infantili perché tenuti su un livello genitoriale: difendete la bambina capricciosa nonostante le altre bambine puntino i piedi. Nel gioco di squadra si vince tutti o si perde tutti. Questo dovrebbero capirlo tutte le giocatrici ed anche voi! Mi contatti se vuole altre informazioni, sono a disposizione. In bocca al lupo, dott Alessandro Stirpe

The Profilers Srl Psicologo a Roma

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5 LUG 2017

Buongiorno Federico,
comprendo le sue difficoltà nella gestione di una squadra dove si sono creati conflitti interpersonali. Le suggerisco di proporre alle sue atlete alcuni incontri con uno psicologo, che possano far emergere le dinamiche disfunzionali e indicare strategie di cambiamento positive.
Tanti auguri!
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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5 LUG 2017

Gestire le relazioni interpersonali all'interno di una squadra non è sempre facile, entrano in gioco diversi fattori che, oltre a quelli sportivi, determinano il clima dello spogliatoio.

L'ingresso di questa nuova giocatrice sicuramente ha minato un po' l'equilibrio precedente e, se qualcuna delle compagne di squadra si è adattata in favore di un bene superiore (l'obiettivo finale), altre invece non hanno voluto accettarlo.

Il mio consiglio è approfittare della preparazione estiva, se ci sarà un ritiro o anche durante i primi allenamenti, per dedicare del tempo alla comunicazione interpersonale e alle dinamiche di gruppo al di là della semplice preparazione fisica (comunicazione efficace, gestione dei conflitti, cooperazione, mediazione, obiettivo comune, tramite confronti, role playing, colloqui di gruppo e individuali), oltre a effettuare dei colloqui specifici con la giocatrice "sotto i riflettori" per confrontarsi sul suo non attaccamento alle regole.

Per sicurezza, vi potete affidare ad uno psicologo dello sport, una figura professionale e formata per gestire le dinamiche di squadra.

Vi auguro in bocca al lupo!

Dott.ssa Deborah Landa
Psicologa dello sport e del comportamento alimentare

Dott.ssa Deborah Landa Psicologo a Caselle Torinese

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