Relazione terapeutica: rapporto terapeuta-paziente

Inviata da Claudio Cucinotta · 18 mar 2013 Orientamento professionale

Salve,
mi appresto a domandare quanto segue:
è vero che, un terapeuta, non può avere contatti col paziente al di fuori del setting terapeutico?
è vero che, tra paziente e terapeuta, non può esserci alcuno scambio di gesti affettivi, effusioni, tenerezze di qualsiasi tipo?
è vero che, il terapeuta, non può rivolgersi al paziente con appellativi del tipo:"Io sono, per te, come un padre"."Tu sei, per me, come un figlio"?
È vero che, il terapeuta,non può,ad es., aiutare il paziente a reperire un impiego oppure a superare gli esami universitari, mediante raccomandazioni?
è più importante la qualità o la frequenza temporale delle sedute?Mi spiego meglio:è preferibile un terapeuta che,lavorando in servizio pubblico e, seguendo quindi un vasto bacino d'utenza,offre incontri sporadici;ma comunque proficui oppure incontri frequenti,ma infruttuosi?
è deleterio che,un paziente,in un transfert,si affezioni filialmente al terapeuta?Lo veda,insomma,come un genitore (specie se il genitore effettivo non c'è più o non c'è mai stato)?
Se un paziente sente denigrare,da un collega,il proprio terapeuta:come si deve regolare?
Come si procede se, il paziente, a seguito delle calunnie udite,non ripone fiducia nel terapeuta; ma, al contempo, non riesce a staccarsi da costui, perché lo vede come un referente affettivo assimilabile ad una figura paterna?
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Miglior risposta 27 MAR 2013

Sembra che Lei si sia Invaghito del suo terapeuta,Un terapeuta Narcisista da quel che lei descrive transfert oppure no,Dovrebbe dire queste cose che prova al terapeuta....
Almeno cosi ti togli tutti i dubbi.... se non ti porti dietro questa pesantezza..

Saluti

Dr.Elton Kazanxhi Psicologo a Jesi

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18 APR 2013

Condivido in pieno le risposte dei due colleghi precedenti. E' sicuro che il suo/a terapeuta sia iscritto all'Albo, nonchè abilitato alla Psicoterapia??

Dott. Carla Maria Brunialti Psicologo a Rovereto

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25 MAR 2013

Gentile Claudio, tutte le domande che pone non hanno soggetto. Sarebbe più facile capire la situazione se descrivesse fatti. Ciò che chiede ha delle risposte intuibili anche da non professionisti, quindi ne è già a conoscenza. Un unico punto non è intuibile. Nel rapporto di transfert si può sviluppare una relazione filiale, ciò va bene ma deve esserne fatto buon uso. Sta alla professionalità e all'esperienza del terapeuta ciò. Il transfert è uno degli strumenti di lavoro. Saluti

Alessandro Degasperi Psicologo a Trento

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20 MAR 2013

aggiungerei in nota che lei ha pubblicato un post analogo circa un anno fa, cosa che mi lascia ulteriormente perplessa

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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20 MAR 2013

salve,
il suo post mantiene un tono di generale impersonalità, non capisco bene con chiarezza se si riferisce ad un'esperienza che ha avuto o che qualcuno che lei conosce sta avendo, se sono pensieri/fantasie o altro.... detto questo i comportamenti e le frasi che lei cita, reali o meno si discostano parecchio dalla deontologia e soprattutto dall'obiettivo di una terapia psicologica, ovvero il benessere e l'autonomia individuali. Non ritengo di avere dettagli sufficienti per consigliarle come agire, ma se lei ha davvero avuto esperienze come quelle che descrive col suo terapeuta sarebbe certamente importante approfondirle.
Cordiali saluti

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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19 MAR 2013

Mi dispiace che nelle risposte precedenti non si sia tenuto conto del fenomeno da cui non si può prescindere...quello del Transfert e Controtransfert di cui ogni psicoterapeuta è ovviamente al corrente....non hai detto nulla di nuovo di quanto accade nel setting: Lasciando perdere in questo caso la questione deontologica, la quale peraltro tiene conto del fenomeno di cui sopra, ti pregherei di dire tutto quello che hai pubblicato qui, a scanso di fraintendimenti , esclusivamente e primariamente al tuop attuale terapeuta...a tua disposizione comunque per dettagli ulteriori Dottssa Carla Panno- psicplpga e psicoterapeuta di Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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19 MAR 2013

Egregio signor Claudio Cucinotta,
per avere risposte concrete ai suoi dubbi evitando polemiche on line tutelando comunque se stesso le consiglio di fare riferimento all'ordine degli psicologi della sua regione: presentarsi personalmente e chiedere del referente della commissione deontologia cui esporre quanto qui noto
dr paolo zucconi, psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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18 MAR 2013

gentile Claudio,
le cose che riferisce sono gravissime e violano l'intero codice deontologico cui tutti gli psicologi devono attenersi. Può denunciare questo terapeuta all'Ordine Psicologi della sua città. Questo soggetto ha fatto leva si suoi punti deboli per legarla ad rapporto di dipendenza, al contrario il percorso psicologico deve promuovere l'autonomia della persona. Posso consigliarle di rivolgersi ad un altro psicologo, la cui etica e moralità siano riconosciute, per farsi aiutare a sganciarsi da questa figura opprimente e portare avanti gli obiettivi terapeutici che l'hanno condotta a rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
In bocca al lupo
Dott.ssa Cristina Mencacci

Dott.ssa Cristina Mencacci - Psicologa - formata in Terapie Brevi Psicologo a Perugia

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