Salve, sono Martina e ho 20 anni. Ho sempre avuto problemi di peso da quando ero piccola, quando avevo 14 anni ho costretto mia madre a portarmi da una dietista e anche se all'inizio ero dimagrita poi ho ripreso tuttiI kili e ho smesso di andarci (ci sono tornata a 17 con lo stesso risultato). A 16 anni ho iniziato a digiunare e buttare via il cibo di nascosto fingendo di mangiare, ma dopo un po' sono iniziate le abbuffate e ho incominciato a vomitare qualsiasi cosa che ingerivo. Questa situazione si è protratta fino ai 17 anni, quando ho continuato ad abbuffarmi senza vomitare, riprendendo il doppio del peso perso e diventando molto sovrappeso. Ora da sei mesi ho ripreso a digiunare e vomitare, svolgendo esercizio fisico, vorrei non farlo di nuovo, ma appena vedo il cibo davanti a me mi viene l'ansia, si chiude lo stomaco, mi viene da vomitare e mi tremano le mani. Non lavoro e non posso permettermi niente, mentre I miei genitori sono contrari a qualsiasi "strada". cosa posso fare?
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 49€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
10 GIU 2019
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Martina,
il tuo disturbo del comportamento alimentare è un sintomo e, come ogni sintomo, nasconde un problema che occorre individuare e risolvere.
Ciò viene fatto in un contesto di psicoterapia e se non hai disponibilità economica puoi provare a rivolgerti all'ASL tramite la richiesta del medico di base.
Tuttavia, se a 14 anni sei riuscita a convincere tua madre ad accompagnarti da una dietologa, ora che ne hai 20 dovresti avere più argomenti per persuaderla all'idea che hai bisogno di un percorso di psicoterapia per risolvere il tuo problema.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
10 GIU 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Martina,
in attesa che tu possa diventare economicamente autonoma e iniziare una psicoterapia appena ti sarà possibile ti lascio alcuni consigli.
I tuoi problemi con l'alimentazione e il cibo nascondono problemi emotivi e affettivi per questo fai fatica a stabilire un equilibrio: cerchi di intervenire sull'alimentazione e il peso senza occuparti delle tue emozioni e di ciò che senti.
Allora il primo passo da fare è iniziare a sentire e a diventare più consapevole di ciò che senti. Come puoi farlo? Inizia a scrivere un diario e quando hai un comportamento alimentare che giudichi scorretto scrivilo e scrivi anche come ti senti, cosa pensi e qual è la situazione in cui si è verificato.
In questo modo potrai portare alla luce le tue emozioni e cercare di agire per esse e non contro di esse.
Naturalmente questo da solo non basta, per cui la cosa migliore da fare è come ti dicevo iniziare un percorso quindi fallo al più presto, sei maggiorenne e forse nella tua città ci sono anche centri che possono darti aiuto gratuito o quasi.
Un caro augurio, dr Katjuscia Manganiello
10 GIU 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Martina, sei stata molto brava a cercare aiuto già in giovanissima età. Io penso che gran parte dei tuoi problemi derivino da un rapporto non soddisfacente proprio con la tua famiglia. E' necessario che tu trovi sostegno professionale, perché il disturbo alimentare è già presente e può solo peggiorare. Come la Collega suggerisce giustamente, se non hai possibilità puoi solo rivolgerti al sistema pubblico. Da parte mia, se lo desideri, posso offrirti un colloquio telefonico gratuito. Abbi cura di te!
dr. Leopoldo Tacchini
8 GIU 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Martina, hai bisogno di essere aiutata; il rischio che abbia sviluppato un disturbo alimentare o che possa svilupparlo, purtroppo c'è. Se i suoi genitori si oppongono al farla curare, le suggerisco di rivolgersi a un consultorio psicologico o di parlarne con il suo medico di base in modo che possa facilitare l'accesso alle cure presso il servizio sanitario nazionale. È davvero importante per il suo benessere farsi aiutare. Un caro saluto. Luisa Fossati