Rapporto padre figlia… non capisco qual è il problema

Inviata da Sara del castello · 19 lug 2021

Oggi pomeriggio è successa questa cosa.
Premetto che sono una ragazza di 24 anni, da 10 anni sono orfana di madre e mio padre si è rifatto una vita da un po’ di anni con una nuova donna con cui attualmente convive (bravissima donna lei!), mentre io e mio fratello (26 anni) viviamo nella nostra casa precedente.
Oggi sono passata da mio padre per pranzare insieme e dopo pranzo ho deciso di mangiare qualche dolcetto che mi aveva riportato (sotto mia richiesta). Prima di mangiare il mio bel muffin ho pensato che sarebbe stato più gustoso con una crema al cioccolato bianco, quindi allestisco il tutto e proprio mentre stavo per spalmarla mio padre viene in cucina e, vedendo la scena, si schifa dicendo che non dovevo spalmarci pure la crema perchè quelle cose fanno male già di loro (la solita paternale sul cibo spazzatura). Premetto che mio padre è un tipo salutare che si concede pochissime volte a questi vizi e OGNI VOLTA (non ne fa mancare una!) che mi vede mangiare qualcosa che sia fritto o dolce si lascia andare a commenti poco graditi sempre sul fatto che siano cose che fanno male e che devo limitarne il consumo.
Da qualche anno soffro di disturbi alimentari (beange eating) che nonostante tutto non mi portano ad essere grassa perchè sono sempre in movimento e comunque sia mio padre è al corrente di queste mie abbuffate, ma non lo considera assolutamente un campanello d’allarme.
Ciò che comunque rileva in questa situazione è il fatto che al commento di mio padre di oggi io rispondo in malo modo mostrandomi parecchio alterata e agitata (reduce dalle millemila volte in cui ho abbozzato e ho lasciato andare le sue parole) che ogni volta devo stare con il fiato sul collo per la paura che lui arrivi di colpo e mi trovi a mangiare qualcosa che non lo aggrada e che ogni volta devo sentirmi giudicata, rammentandogli il fatto che le calorie le ingerisco io, pertanto i suoi giudizi (non preoccupazioni!) non richiesti non hanno alcun razionale.
I toni si alzano, era tutto un puntarmi il dito con espressioni tipo “la tua reazione è esagerata, non ti ho detto niente, non ha senso che reagisci così, hai un caratteraccio” ecc.
Al che, non sentendomi capita e non riuscendo a trovare le parole giuste scoppio in una crisi di pianto! Apriti cielo! Mio padre ha iniziato ad inveire contro di me dicendo che è inutile che piango quando “non vinco” nelle discussioni, che sono una persona egocentrica e che non sono il centro del mondo, che ho problemi interrelazionali, che sono superficiale, che sono un’ingrata e penso solo a me stessa (altre robe di questo tenore).
Io sono una persona che si mette sempre in discussione, mi faccio tremila domande sul motivo per cui una persona mi abbia potuto trattare/rispondere in un determinato modo; sono conscia del fatto di non essere perfetta, ma non mi ritrovo assolutamente in tutte quelle parole vomitate da mio padre quest’oggi, anche perché chiedendogli anche un mezzo esempio che potesse testimoniare la mi ingratitudine, superficialità e quant’altro, la sua risposta è stata: “lo sei e basta, non sto qui a ricordare le cose”.
Dopodiché, in lacrime, sono andata via.
Ora eccomi qui, chiedo a voi, cosa dovrei fare? Sono consapevole che da un po’ di righe non si può avere un chiaro quadro della situazione, ma vorrei capire se sono io che dissocio le situazioni e non capisco di avere colpe o se, al contrario, mio padre abbia anche qualche colpa.
Avrei bisogno di qualche consiglio.

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Miglior risposta 21 LUG 2021

Buonasera Sara,
Intanto sento dalle sue parole tutte le lacrime versate e anche se si tratta di poche righe colgo il dolore che c'è dietro quell'esplosione e quella ricerca di spiegazioni. Tuttavia colgo anche la rabbia per non essere capita e la rabbia è una colla che non ci lascia liberi e ci trattiene impedendoci di andare avanti.
Sicuramente sarebbe utile capire dove nasce la rigidità di papà e dove e quando lui abbia imparato a non lasciarsi andare al piacere ma sicuramente al dovere! Capire quali modelli abbia avuto può aiutarla a comprendere meglio lui e anche vedere diversamente le vostre difficoltà per avere un nuovo punto di partenza. La problematica che vive ormai da diversi anni ci segnala che il problema non è la fame in sé ma la fame d'aria e d'amore... Oggi lei però è una giovane adulta che può scegliere di intraprendere un percorso che la aiuti a ridefinire in positivo la sua storia e comprenderla meglio. L'approccio sistemico relazionale in questo è molto utile.
Le auguro di riappropriarsi dei suoi 20anni e rimango a disposizione se avesse voglia/bisogno di confrontarsi anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Ludovica Autelitano

Dott.ssa Ludovica Autelitano Psicologo a Reggio Calabria

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21 LUG 2021

Cara Sara,
il giudizio di un padre, aldilà di quanto sia fondato o meno, è un'arma che può ferire molto ed alimentare un circolo vizioso di svalutazione e autosvalutazione che comporta dolore.
Il punto non è chi ha o non ha colpe, il punto è comprendere la natura di certe dinamiche, e distaccarsi emotivamente da ciò che comporta una sofferenza infruttuosa. Il rapporto con il cibo è molto intriso dalle dinamiche familiari, dall'autostima, dal senso di autoefficacia alimentare, da insoddisfazione, da sentimenti ed emozioni che possono essere molto collegate ai sensi di colpa e ad idealizzazioni, criteri e doverizzazioni su come essere, come ci si comporta, con delle aspettative rispetto a se stessi e agli altri.
In virtù di quanto riporta, Le consiglio di intraprendere un percorso con un terapeuta che sia mirato proprio a sciogliere in nodi che, ad oggi, la fanno sentire nei modi che descrive e che le comportano disagi.
Dal punto di vista dell'alimentazione le consiglio un percorso di Mindful Eating, ovvero di alimentazione consapevole, da accostare al supporto psicologico, orientato a riacquisire un modo di nutrirsi che sia in funzione delle richieste effettive dell'organismo. E' un metodo che aiuta a riconnettersi con i segnali del proprio corpo di fame e sazietà, al di là dei bisogni emotivi e di regole alimentari disfunzionali.
Mi rendo disponibile per aiutarla. Mi occupo di vita affettiva e relazionale e sono esperta circa le alterazioni del comportamento alimentare, specie di Binge Eating Disorder; a tal proposito impiego il protocollo Mindful Eating, che ha un alto riscontro positivo.
Le auguro di vivere una vita serena e in pace con se stessa, al di là dei giudizi e delle motivazioni altrui.
Buona giornata,
Dr.ssa Annalisa Signorelli (ricevo anche online)

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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20 LUG 2021

Cara Sara,
Dietro il disturbo alimentare, spesso, c'è una spia di conflitti familiari, lutti non elaborati, sensi di colpa verso noi stessi.
Da quanto tempo e in quale periodo particolare ha iniziato a presentare il primo episodio di disturbo alimentare?
Forse suo padre potrebbe avere contribuito in maniera indiretta nel suo disturbo alimentare.
I genitori con i loro modi di pensare e relazionarsi verso il mondo esterno ci trasmettono la loro visione e noi faremo sulla nostra pelle, in maniera più o meno consapevole, il loro modo di relazionarsi. Suo padre potrebbe averle trasmesso un senso critico molto alto in lei e insicurezza e non contestestualizzando i suoi errori ma facendo delle generalizzazioni( es:sei la solita, che brutto carattere che hai... Anziché dirle dai mi dispiace ma non reagire così sai come la penso e credo ti faccia bene cercare di mangiare più salutare... Esempio).
Non è stata supportata a gestire emozioni negative e questi sensi critici verso se stessa li sfoga con un alimentazione incontrollata per farsi del male.
Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico e cercare di fare degli esercizi di Mindfulness eating.
La mindfulness eating aiuta a mangiare tutto senza sensi di colpa il che potrebbe aiutare ad evitare abbuffate.
Resto a disposizione anche online se vorrà ulteriori informazioni o chiarimenti.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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20 LUG 2021

Buongiorno Sara,

la prima cosa che mi viene in mente leggendo il tuo racconto è che ci sono due tipi di critiche, quelle costruttive, specifiche di un comportamento (quando hai fatto X non mi è piaciuto, la prossima volta preferirei che agissi in quest'altro modo) e quelle manipolative.

Queste ultime sono vaghe, ("sei sempre la solita egoista, non cambi mai!") attaccano la persona in generale e sono insidiose perché fanno sì che sia tu ad andare alla ricerca di quei comportamenti che le confermano. Ed essendo noi spesso molto consapevoli dei nostri difetti, l'effetto è devastante.

L'esercizio consiste nel riconoscerle e nell'imparare piano piano a rispondere solo a quelle costruttive, vedendo le altre per quello che sono, modi pessimi di comunicare che raramente hanno davvero a che fare con un nostro reale comportamento.
Imparare insomma a scegliere quali stimoli sono degni della nostra attenzione, per quali cose vale davvero la pena di stare male. Ad esempio, una persona che si comporta così è davvero una persona che ci vuole bene?

Rivolgersi ad un professionista può rendere il processo più agevole e spesso si ottengono risultati già dai primi incontri.

Resto a tua disposizione e ti lascio anche un consiglio di lettura: "mi vado bene?" del collega Giannantonio.

Ti auguro una buona vita,

Paolo Perez

Dott. Paolo Perez Psicologo a Torino

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20 LUG 2021

Buongiorno Sara,

la prima cosa che mi viene in mente leggendo il tuo racconto è che ci sono due tipi di critiche: quelle costruttive (che sono specifiche, relative ad un preciso comportamento, seguite spesso da un desiderio altrettanto mirato, "non mi è piaciuto quando hai fatto X, preferirei che la prossima volta ti comportarsi in quest'altro modo) e quelle manipolative.

Queste sono vaghe (sei sempre la solita egoista!"

Dott. Paolo Perez Psicologo a Torino

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20 LUG 2021

Gentile Sara,
è evidente che l'episodio della crema sul muffin non è altro che la spia di una dinamica conflittuale, probabilmente ricorrente, tra lei e suo padre.
Di conseguenza, sarebbe opportuno, in sede di psicoterapia, approfondire le origini di questa conflittualità per elaborarla e migliorare la relazione.
Forse lei, oltre ad aver sofferto in passato per la perdita di sua madre, ha vissuto male il fatto che suo padre, rimasto vedovo, abbia poi voluto rifarsi una vita sentimentale con un'altra donna anzichè dedicarsi totalmente ai figli ancora in età adolescenziale.
Per altro, questa nuova compagna di suo padre, se (come dice lei) è una bravissima donna, potrebbe mediare nel rapporto tra lei e suo padre ma occorre comunque un aiuto professionale psicoterapeutico anche per il suo disturbo del comportamento alimentare.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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20 LUG 2021

Carissima Sara,
un episodio solo non può determinare tutto quanto scritto sopra, c'è sicuramente altro che dovrebbe essere analizzato ed approfondito nel rapporto con suo padre. Anche le sue abbuffate avrebbero bisogno di essere capite, andare a fondo nella relazione con lui e nei suoi pensieri potrebbero aiutarla sia a gestire il disordine alimentare sia a fare maggiore chiarezza su quelle che sono le dinamiche tra voi due. Sicuramente c'è qualcosa di non detto, di inespresso nel vostro passato che lo ha portato a reagire in questo modo e un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a capire meglio la vostra relazione e a capire meglio sé stessa per arrivare ai nodi e cercare di scioglierli.
Sono a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Barbaro
(ricevo anche on line)

Dottoressa Stefania Barbaro Psicologo a Milano

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