Rapporto impossibile con i miei genitori

Inviata da angela · 25 feb 2016 Terapia familiare

Buonasera,
Sono una donna di 45 anni, mamma di due ragazzi di 16 e 10 anni, separata con un compagno. La vita va avanti tra mille difficoltà ed in genere trovo sempre delle soluzioni di fronte alle criticità. ...l'unica cosa che non sono mai riuscita a gestire purtroppo, il rapporto con i miei genitori. Condizione che condivido con il mio unico fratello.
La situazione ora è di totale chiusura da entrambe le parti. Noi figli li accusiamo di essere stati dei genitori molto egoisti e prevaricanti nei nostri confronti, di averci ignorato nei momenti del bisogno e di aver subito sottomissioni costanti, assenza di dialogo, violenza psicologica e fisica quando eravamo bambini , comportamenti che hanno inequivocabilmente modificato la nostra sfera affettiva, le relazioni, ci sentiamo spesso inadeguati.....Il loro egoismo davvero ha raggiunto delle manifestazioni impensabili. ....(oggi poi come madre non potrei mai pensare a comportamenti simili nei confronti dei miei figli) ..il mio problema è la chiusura. ...vorrei chiudere questo rapporto distruttivo e riuscire a non guardarmi indietro, mio fratello dice di esserci riuscito, io probabilmente perché madre ho maggiori difficoltà, la mia richiesta è proprio questa come fare per non pensare più a loro ....dare una giustificazione che non provochi in me rassegnazione e tristezza....perché a volte penso che essere genitore è qualcosa che ti smuove dentro e non può renderti completamente insensibile con manifestazioni di estrema cattiveria....questo proprio non riesco a conciliare dentro di me.
Grazie della risposta.

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Miglior risposta 25 FEB 2016

Cara Angela
certo il fatto di essere mamma mette ancora più in evidenza dentro di lei le "scorrettezze" e gli errori dei suoi genitori verso lei e suo fratello.
Purtroppo è possibile che anche persone che dichiarano di amare i figli possano cadere in comportamenti tanto distruttivi in quanto si trovano ad avere carenze profonde e profonde ferite.
Questo genere di genitori non si rendono conto di fare tanto del male e se uno glielo dice tendono sempre a minimizzare, il loro sistema psichico non gli permette di rendersene conto.
Cosa può dunque fare lei? Intanto dovrebbe prendere le distanze emotivamente da loro, smettere di essere turbata per ogni cosa e, senza pensare più al passato, regolare i rapporti sull'oggi e pretendere correttezza in gesti e parole.
Forse in questo modo potrà sentirsi meglio e accettarli vedendoli per come sono :persone ferite e fragili a loro volta che di meglio non hanno saputo fare.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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26 FEB 2016

Gentile Angela,
in realtà non si può chiudere definitivamente i rapporti con la famiglia d'origine, perché questi rimarranno sempre aperti, magari all'odio e al rancore, ma comunque ci saranno. Siamo così perché dietro ci sono sempre stati i nostri genitori, e rappresentano una parte di noi incancellabile, nel bene e nel male.
La cosa migliore per lei penso sia quella di accettare quanto successo in passato, per quanto terribile, perché purtroppo non lo si può più cambiare, e convincersi che non era colpa sua. (Non conoscendo i fatti mi baso ovviamente su ipotesi, ma spesso i bambini pensano di essere responsabili per le angherie subite, soprattutto se provengono dai genitori) Per fare questo occorre che qualcuno la aiuti ad elaborare tutto.
Prima metterà da parte dentro di se il suo passato, accettandolo appunto perché elaborato, e prima riuscirà a guardarsi dentro per la donna che è diventata e a migliorarsi negli aspetti che secondo lei sono stati condizionati negativamente da tale rapporto.
Come le dicevo le occorrerà aiuto, quindi le consiglio di affidarsi ad un esperto e intraprendere un percorso terapeutico con lui/lei.
Un caro saluto,

Dott.ssa Elisa Paterlini

Dott.ssa Elisa Paterlini Psicologo a Carpi

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25 FEB 2016

Cara Angela,

Siamo esseri umani, fatti di fisico e psichico insieme.

Il sistema psichico può tentare di accantonare esperienze distruttive e dolorose; può negarle, può provare a seppellirle. Appunto può provarci, ma non ci riesce mai del tutto. Si possono prendere le distanze, ma di fatto il benessere emotivo e affettivo è possibile raggiungerlo tramite un processo specifico: quello della rielaborazione.
La negazione non è funzionale, ma origina, a lungo andare, una psicopatologia o quanto meno un malessere psicologico.

Per mettere in atto un processo di elaborazione, che consenta alla sua psiche di trovare un giusto e soddisfacente equilibrio, è bene rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Trovi il coraggio e la forza per farlo.
Ne trarranno giovamento anche i suoi figli.

Ha molte risorse dentro di sè: le ha dimostrate nell'affrontare quello che ha affrontato.
Ora manca un pezzo del lavoro.

Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa-psicoterapeuta
Milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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25 FEB 2016

Gentile Angela,
sono d'accordo con la mia collega sia sul fatto che diventare genitori rimette inevitabilmente in discussione il modo in cui siamo stati cresciuti ed educati durante l'infanzia dai nostri genitori, con conseguente superamento delle difficoltà o esacerbazione della conflittualità, sia sulla mancata risoluzione del suo "essere figlia".
Purtroppo tutto il male che lei ha subìto non può essere cancellato con un semplice colpo di spugna, proprio per l'importanza che le figure genitoriali rivestono nella nostra vita, anche quando sono state solo fonte di sofferenza e non di amore e accudimento.
Le suggerisco di contattare un collega della sua zona in modo da intraprendere un percorso di elaborazione e ridefinizione del suo ruolo di figlia ormai madre, ed anche della sua atavica rabbia che potrebbe influenzare molto le sue relazioni attuali. Le suggerisco un terapeuta familiare.
Le faccio i miei migliori auguri,
Dott.ssa serena Russo
Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Serena Russo Psicologo a Roma

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25 FEB 2016

Gentile Angela,
il rapporto con i genitori viene spesso rievocato dal proprio essere genitori, nel bene e nel male, questo perché nella propria posizione di genitore interviene spesso il ricordo e il vissuto dell'"essere figlio/a" e queste due posizioni a volte possono essere in contrasto. La Sua posizione di figlia non è stata semplice ma
è chiaro che Lei non voglia riproporre lo stesso modello ai Suoi figli e questa è già una buona scelta.
La questione "dell'essere figlia" non è ancora stata risolta e ancora Le provoca dispiacere e risentimento.
Potrebbe rivolgersi ad un terapeuta per trovare il modo di chiudere questa parentesi nel modo meno doloroso per Lei, un percorso Le gioverebbe e potrebbe trovare una serenità forse mai provata.
Le consiglio un terapeuta lacaniano.

A disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Fornari Daniela

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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