Ho un rapporto conflittuale con mia figlia di 24 anni, da quando diciamo mi sono ribellata ai suoi subdoli imbonimenti per manipolarmi e ottenere sempre quello che vuole, al suo egoismo e indifferenza nei miei confronti che mi hanno fatto soffrire in modo esponenziale. Ho cercato di parlare con lei sia con buone che con brusche maniere cercando di farle capire anche le ragioni e le esigenze anche della mia persona. Ormai sono quasi due anni che non mi parla e senza un apparente motivo. Ho provato in modo discreto a contattarla ma non risponde ne ai miei messaggi ne alle mie chiamate. Per terze persone mi manda a dire che non ce l'ha con me, che questo non è un litigio, ma che vuole farcela da sola (mai impedito a lei di fare sue scelte e strade) e che mi contatterà quando ne avrà voglia. Io faccio molta fatica ad accettare questo atteggiamento per il quale penso di essere stata paziente....ora non so cosa fare sono disorientata dal suo rifiuto. Vorrei confrontarmi faccia a faccia....e strapparle una motivazione.....non so cosa fare....
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11 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Salve Paola,
comprendo il senso di impotenza e la sofferenza che provi rispetto alle difficoltà relazionali che vivi con tua figlia.
Credo che in questo momento ci sia una distanza che per te è difficile da gestire dal punto di vista emotivo, probabilmente hai bisogno di trovare un modo per vivere in modo diverso questo rapporto, in alcuni momenti della nostra vita ci rendiamo conto che gli altri non cambiano, ma noi possiamo cambiare il nostro modo di relazionarci agli altri . Potresti prendere in considerazione la possibilità di fare un percorso terapeutico per elaborare i tuoi vissuti in relazione a questa situazione.
Saluti
dott.ssa Tiziana Giancola
13 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Paola
Le difficoltà relazionali quando non hanno giuste motivazioni,portano ad una forte sofferenza.Dalle righe inviate non si conoscono bene i particolari che hanno indotto questa situazione.Sta di fatto che sua figlia presenta la esigenza di vivere in modo autonomo e indipendente.Credo che qualsiasi sua iniziativa non sortisca gli effetti desiderati e questo fin quando non riprendono le comunicazioni e si comprenda la causa di questo comportamento anomalo.SE vuole si rivolga a qualche psicoterapeuta per aiutarla a comprendere.
Dr.LUCIANO DI RIENZO
5 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Paola
io penso che lei sia stata una di quelle mamme molto attente e presenti e che abbia voluto fare di tutto e di più per sua figlia...così facendo ha ottenuto l'effetto contrario e sua figlia ha sentito il bisogno di "liberarsi" di lei (lo so che è brutto da dire, ma è quello che dicono spesso a me le figlie di mamme molto presenti e brave).
Mi dicono questo motivandolo con il fatto che la presenza materna le "impedirebbe di crescere", mi sembra più o meno quello che sua figlia ha detto a lei.
Certo che due anni a non parlarle, deve essere davvero dura per lei.
Comunque coraggio, discretamente tenti qualche altro approccio e invii segnali di disponibilità ma tutto molto contenuto e discreto.
Con pazienza la cosa può funzionare ad un riavvicinamento.
Però, mi scusi cara Paola, ho riletto ora le sue prime righe della lettera...lei ha un parere molto negativo del carattere di sua figlia; sicura di non esagerare?
C'è qualcosa nelle sue opinioni su sua figlia che potrebbe essere cambiato?
Provi a guardare i vostri trascorsi da altre angolazioni...cambiando prospettiva anche le cose si scoprono diverse.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
4 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Paola,
innanzitutto non è chiaro se sua figlia è autonoma e indipendente e vive per conto suo oppure non lo è e vive ancora nella sua stessa casa.
Nemmeno lei dice se la ragazza ha un qualche rapporto col padre e cosa pensa lui di questa incresciosa situazione.
Sembrerebbe che sua figlia, non riuscendo più ad ottenere da lei tutto ciò che voleva abbia reagito mettendo distanza (almeno emotiva) da lei.
Immagino che lei soffra per questa situazione e non sarà certo una possibile motivazione di sua figlia a eliminare il suo dolore.
D'altra parte sua figlia la motivazione gliel'ha già data perchè ha detto che "ora vuole farcela da sola!".
Siccome vi è un problema di comunicazione che riguarda entrambe ed è molto probabile che sua figlia non sarà collaborativa, le consiglio di contattare individualmente uno psicoterapeuta de visu per approfondire la tematica ed avere suggerimenti su possibili strategie da usare per uscire da questa situazione.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico,psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
3 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Paola, dal suo racconto si evince di avere vissuto il rapporto con sua figlia in termini di sfruttamento, si sentiva manipolata fino al momento un cui si è ribellata, Attualmente sua figlia la tiene distante e come madre lei ne soffre chiedendo di dare una motivazione a questo suo comportamento. Ahimè comprendere cosa stia succedendo a sua figlia, cosa pensi non è possibile, ma può invece comprendere con un professionista perchè il vostro rapporto per lungo periodo sia stato basato su aspetti di utilitarismo a discapito di una comunicazione autentica volta anche al rispetto dell'altro. Il parlare con uno psicologo che consentirebbe di comprendere gli errori del passato e, apprendendo da essi, non ripeterli nell'immediato futuro.
Cordialmente
Dott.ssa Damia Simona Bragalini
Psicologo Psicoterapeuta Gruppoanalista Milano
3 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Paola,
il rapporto con i figli a volta mette a dura prova.
Sembra che tra Lei e Sua figlia qualcosa non abbia funzionato, che qualcosa nella Vostra comunicazione abbia fallito e che questo allontanamento sia una risposta a ciò che la ragazza ha vissuto e che non sembra è pronta a condividere in questo momento.
Porti pazienza, considerando la richiesta che le fa la sostenga, può mandarle un messaggio in cui le dice semplicemente che Lei, Paola, è sicura che ce la farà.
Le consiglio però di pensare Lei stessa alla Sua persona, è giusto che una madre lo faccia, i figli ci sono, ma anche le madri devono coltivare e sostenere la propria soggettività. Potrebbe rivolgersi ad un terapeuta per affrontare proprio la relazione con sua figlia, è evidente che questa situazione La stia facendo soffrire.
Sono sicura che, sciolti alcuni nodi, le cose andranno meglio per entrambe.