Rabbia, tristezza e desiderio di stare da solo.
Salve,
mi chiamo Sergio, ho 26 anni, volevo spiegare, nella maniera più semplice e diretta possibile, quelle che sono delle dinamiche della mia vita che da anni si susseguono in maniera incontrollabile, in un crescendo anno dopo anno. Premetto che sono già seguito da una psicologa, da poche settimane, ma gli incontri settimanali mi sembrano sempre limitati, un'ora a settimana non mi basta a esternare quelle che sono delle dinamiche quotidiane diverse fra di loro. Non ho un ricordo ben preciso di quando ho iniziato a percepire i cambi d'umore repentini incontrollabili, ma ho sempre avuto un carattere "lunatico", giusto per utilizzare la terminologia utilizzata dai più nelle varie situazioni, e anno dopo anno questi cambi d'umore sono stati sempre più pesanti e interferivano con le varie attività, dal lavoro alle relazioni. Mi ritrovo ad avere pochi amici, quasi nessuno, le relazioni sono sempre tormentate, intense e tumultuose, non riesco a tenermi un lavoro per più di 6 mesi senza mandare tutto all'aria a causa degli scatti di rabbia e del nervoso che ogni tanto vivo. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata, soprattutto negli ultimi mesi, ho continui attacchi di panico, ansia, depressione, stress, nervoso, tristezza, isolamento, delusione e un profondo senso di vuoto nel torace, sono schivo e manco di fiducia, in alcuni casi mi comporto come un detective privato quando penso che qualcuno mi stia nascondendo qualcosa. Sono molto impulsivo nella mia vita, ho sempre agito d'istinto, e forse mi è andata sempre bene, ma da quest'anno non riesco a gestire più nulla, il susseguirsi di emozioni e umori è incontrollabile, la testa è in un continuo moto, con tanti pensieri che si accavallano e mi buttano giù, non riesco più a gestire nulla. Attualmente prendo dell'Ansioten in compresse ogni sera e nei casi di attacchi di panico dell'Alprazig, ovviamente tutto prescritto dal mio medico curante. La psicologa continua a dirmi di cercare di esternarmi dalle varie situazioni disagianti e cercare di vedere me stesso dall'esterno, come un osservatore alla finestra. Non ci riesco purtroppo per via dell'ingestibilità delle emozioni. Volevo un vostro parere. Grazie mille in anticipo.