Salve, mio figlio, 13anne, non ha amici. E' un ragazzino molto intelligente, ma un po' goffo, con interessi diversi rispetto ai coetanei. Lui si forza anche a farseli piacere questi interessi degli altri, prova ad invitare qualcuno, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso: escluso a scuola, spesso deriso, sempre solo. E' figlio unico, quindi la sua solitudine è ancora più accentuata. Passa le sue giornate in casa, tra fumetti e qualche videogioco. Fa anche sport, ma in palestra si ritrova con le solite persone,giacchè viviamo in un paesino molto piccolo. Le rarissime volte in cui ha parlato del problema ho visto in lui una sofferenza enorme per la situazione, ma la norma è che rifiuti l'argomento e lo liquidi con un "va tutto bene". Sto seriamente considerando di accettare un lavoro in città per portarlo via da questa situazione che non credo possa evolvere. Forse un nuovo ambiente, molte più persone e possibilità potranno essere d'aiuto? Ho molta paura di fare una scelta sbagliata
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15 LUG 2017
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Caro Papà,
la sua preoccupazione è più che comprensibile e le sue intenzioni e propositi sono ragionevoli. Offrire al ragazzo nuovi ambienti e situazioni nelle quali sperimentare le proprie capacità relazionali, è il consiglio che mi vien da darvi. Fate qualche sacrificio (di organizzazione familiare per gli spostamenti) ma cambiate l'iscrizione ad una palestra nuova, proponete uno sport di squadra, orientatevi per una scuola superiore senza i vecchi compagni di scuola, permettete a vostro figlio di proporsi come "ragazzo nuovo" in un posto nuovo. Aria nuova, vita nuova! per lui il passato, probabilmente, è solo una zavorra...
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan
14 LUG 2017
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Caro papà,
i figli sanno capire più di quanto pensiamo le scelte dei genitori soprattutto se ancora non sono nella fase adolescenziale di ricerca di indipendenza emotiva. Non si ponga il problema di cambio di lavoro per suo figlio, nel giro di poco tempo sarà in grado da solo di scegliere una scuola o l'università che vorrà frequentare. Attraverso i social poi i giovani oggi vivono ben fuori dai confini geografici le loro vite avendo contatti potenzialmente con tutto il mondo. E' bellissimo che lei come padre si ponga questi dubbi e cerchi delle soluzioni. Ma deve in primis trovare il suo benessere - emotivo, economico, professionale - e di conseguenza eventualmetne scegliere con suo figlio un nuovo percorso di vita, comunque non scevro di ostacoli. Come potrà reagire in una grande città suo figlio se fino ad oggi è abitutato a una dimensione molto più ristretta?! Non si potrebbe tornare indietro facilmente credo... l'insegnamento più grande che potrà dare a suo figlio è proprio quello di guardare e curare la sua personale soddisfazione, in questo modo farà capire a suo figlio che il suo ruolo è di bambino e il suo di padre è quello di condurre la famiglia verso uno stato di benessere partendo proprio da se stesso. Quando sarà grande, questo paradigma, gli sarà molto utile.
cordiali saluti
dott. Alessandro Stirpe