Qualcuno di voi ha mai pensato che fosse giusto decidere di morire?

Ne parli con la psicoterapeuta e con il suo psichiatra...

Ne parli con la psicoterapeuta e con il suo psichiatra..

Ne parli con la psicoterapeuta e con il suo psichiatra.

Un professionista ha lo scopo di impegnarsi per curare e sostenere. Nel suo caso specifico, comprendo il tipo di problema che ha e anche porsi queste domande mi dice qualcosa di lei. Però io non conosco la sua storia, non conosco gli operatori che l’hanno e la stanno curando, so solo che farmaci prende e non posso sbilanciarmi per indicare se qualcuno sta sbagliando qualcosa.
Sicuramente ci vuole tempo.

Salve,

leggiamo che ha già cominciato un percorso di psicoterapia, all'interno del quale sicuramente questo genere di riflessioni sono parte di un processo terapeutico in corso. Sarebbe opportuno ne parlasse col suo psicoterapeuta, tornando così sull'argomento, questo affinché le sue istanze possano esser accolte nel migliore dei modi da chi la conosce sicuramente più di noi.

Un caro saluto
Studio Associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli

Buongiorno ,
e grazie per quello che ha scritto qui , che è molto intimo .
Io credo che tutti noi stiamo morendo , nel senso che sappiamo bene che ogni giorno in più è un momento di avvicinamento all'ultima giornata della nostra vita.
Ogni giorno può essere assaporato o buttato nel cestino , come un fazzoletto sporco.
Ogni giornata può essere un momento di crescita , oppure un attimo di autodistruzione .
Io Le propongo una cosa : di rimandare il più possibile la sua decisione , e mentre lei la rimanderà , potrebbe scoprire qualcosa di inaspettato.
Se vorrà poi rischiare ancora , ne potremo parlare meglio .

Cara Giulia,
le sue parole sono molto forti. mi piacerebbe sapere come mai le ha volute condividere con noi. Sento come una richiesta di essere "vista" che ancora non è riuscita a sperimentare. Io la vedo attraverso il suo finto cinismo. Vedo una ragazza che ha solo voglia di esprimere quello che è. Non si lasci sopraffare dalla tentazione di "non essere" ma legittimi la sua voglia di chiedere a qualcuno semplicemente di essere vista e non curata.
Cordialmente
Giuseppe D'Amico

Cara Giulia, leggendo il tuo messaggio ho la sensazione che utilizzi il tema della morte per parlare d'altro che ti é molto chiaro. Mi sembra di avvertire forte la tua urgenza di portare alla luce dei temi tabù...una sorta di tentativo di scandalizzare per permettere ad alcune tue necessità di esistere.
Mi sembra che di fondo il tema che ti é caro è quello della libertà di uscire da una situazione che ti opprime, estremizzando il significato fino a parlare di morte....ma tante volte morte, significa solo voglia di liberarsi da una situazione oppressiva. Perché non provi a focalizzare le tue energie per cercare di capire qual'é la cosa che ti rende oppressa?
Un caro saluto

Ciao Giulia,
Non credo che la questione sia di perdere operai sottopagati, credo che l'empatia e l'umanità ci portino a non voler perdere una persona a noi vicina o comunque una persona che ha ancora una vita davanti da poter vivere. Capisco che sembra egoistico, perché se tu pensi sia giusto morire devi invece rimanere in vita per volere di qualcun altro? Ti direi perché gli altri che vogliono salvarti sanno che ci sono buoni motivi per rimanere, che il tuo punto di vista può cambiare da un momento all'altro con l'aiuto dei farmaci e della psicoterapia.
Ne hai parlato col terapeuta? Hai iniziato solo a settembre, andando avanti col tempo avrai dei risultati.

Buongiorno Giulia,
qualcuno pensa che decidere di morire sia una scelta sbagliata, a prescindere dalle ragioni che l'hanno motivata, perchè la vita è un dono di Dio e non si può rifiutarla, qualcun altro pensa invece che questa decisione sia un diritto inalienabile della persona e che quindi vada rispettata e debba essere regolata dalle leggi di uno stato laico.
Dove si colloca in questo scenario l'intervento dello psicologo? Poichè spesso la decisione di non vivere dipende da un malessere emotivo e affettivo lo psicologo si incarica di curare detto malessere pensando che rimuovendo le cause il dolore mentale diminuirà fino al punto di sparire o quanto meno fino al punto da diventare tollerabile (e non sempre costante) al pari di altri sentimenti tristi
Le cure che lei sta seguendo Giulia hanno questo scopo, le auguro che possano essere efficaci.

Giulia buongiorno,
questa è una pagina per psicologi e dunque, non essendo medici o infermieri, non ci occupiamo di fine vita o eutanasia. Inoltre, non essendo psichiatri, non ci occupiamo nemmeno di prescrizione o somministrazione di farmaci.
Di mio non mi sento di avere opinioni sul diritto che ognuno ha di gestire la propria vita, di certo posso dispiacermi del suo desiderio di togliersela perché immagino che la sua disperazione sia insopportabile.

Gentile Giulia,
va detto che la morte è un evento naturale che prima o poi si verifica per tutti e, proprio perchè gli esseri umani sono ancora tanti sulla Terra, è evidente che la vita vince sempre sulla morte (nonostante le guerre, le malattie e le catastrofi).
Ciò premesso, a mio parere, il suicidio non è mai un atto di coraggio (come qualcuno potrebbe pensare) ma resta un atto irresponsabile, crudele e vile.
Aggiungo che chi vuole veramente togliersi la vita trova sempre il modo per farlo e nessuno lo può impedire ma mi auguro e le auguro di trovare qualche buon motivo per scegliere di vivere.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Buongiorno sono molto desolata della sua situazione.
La vita vale sempre la pena di essere vissuta
Anche quando si attraversano momenti bui.
Ne parli con la psicoterapeuta e con il suo psichiatra.
Di quello che pensa e di quello. che ha scritto a noi.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Questa domanda rischia di essere una trappola. Anche le risposte lo sarebbero. La sua sofferenza non può trovare una risposta esaustiva in questo modo...

Cara Giulia, sarò molto breve e concisa perché non è certo questa la sede più opportuna per affrontare un tema così complesso e delicato: la morte non è mai la soluzione! Il parallelismo con il mondo animale propriamente detto è un po' azzardato! Noi siano esseri umani con leggi e comportamenti specifici sebbene molto più aleatori, un topo ha una stretta gamma di alternative date dal suo istinto, noi abbiamo una gamma di alternative pressoché infinite per risolvere le nostre problematiche.
L'unica cosa che posso dirti è che il suicidio è una soluzione pensata per "scampare" ad un grande dolore dopo che questo è avvenuto, non durante, dove vige l'istinto di sopravvivenza! Alla nostra sopravvivenza infatti non sappiamo dare un senso, ci troviamo dispersi, e, al di là di qualsiasi credo religioso, se vogliamo solo essere coerenti con la continuità della coscienza, lo saremo anche dopo, e saremo comunque costretti a trovare questo senso che tenga unita la nostra esperienza che rischia di frammentarsi in mille pezzi!
Certo che i farmaci non le daranno il senso di coerenza di cui ha bisogno per riunificare le parti di sé slegate dal dolore , ma sicuramente la mettono in grado di poterlo cercare, di poter pensare soluzioni diverse, seppur nel "mare del non senso" attuale.
Le auguro di trovare al più presto una strada che possa sentire percorribile.
Dottoressa Aniela Corsini

Cara Giulia, apprezzo la schiettezza nel suo parlare. Diversamente dai topi, seppur dotati della loro intelligenza, noi abbiamo la capacità di mentalizzare, di chiederci come mai siamo portati a pensare che la nostra vita non meriti di essere vissuta, che la nostra vita sia solo destinata a concludersi, diversamente da quella degli altri intorno. Si dia del tempo per incuriosirsi, rispetto a questo tema o per qualsiasi altro suo dubbio, insieme alla sua terapeuta.