Può la relazione tra un terapeuta e un paziente definirsi d'amore?

Inviata da Chiara · 20 mag 2015 Orientamento professionale

La relazione terapeutica può essere definita una relazione d'amore? Se l'analista dice: "c'è poco da dire, la nostra è una relazione d'amore di tipo etero" che cosa intende dire? Se glielo chiedo risponde in modo evasivo e le sue frasi hanno un dolce retrogusto di ambiguità :)

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Miglior risposta 21 MAG 2015

Cara Giulia
la relazione terapeutica non può essere definita tout court una "relazione d'amore di tipo etero". Se pure il suo terapeuta è stato sbrigativo o sciatto nel voler definire, questo è un altro punto a sfavore per una figura professionale che usa le parole come strumento terapeutico.
Se poi non risponde o risponde ambiguamente alle sue domande di voler spiegazioni... ci siamo men che meno.
Comunque sia voglio aggiungere che una "relazione d'amore di tipo etero" o altro .. deve in primis essere condivisa dai due e affermata da entrambe.
Oltre a non essere la definizione giusta, questa affermazione sminuisce lei nel suo valore di persona e sminuisce il terapeuta stesso.
Sarebbe bene che il collega tornasse in sè!
Un saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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21 MAG 2015

Il mio terapeuta oggi defunto aveva per compagna una sua paziente .Avendo un ottimo feeling e conoscendo bene la tecnica del transfert in onestà decisi verso la fine del nostro Percorso di interagire sul punto. Il senso era legato alle generalizzazioni del Tipo: Come fa un chirurgo che lavora su una bellissima ragazza a non eccitarsi davanti alla Sua nudità’? La risposta fu semplice: dipende dal Tipo di Sguardo e ovviamente dal Contesto, ribadendomi che non ci si emoziona con un Corpo ma con una Persona che è in un Corpo e in base al tipo di sguardo scambiato senti e dunque sai. Tornando all'esempio, Se io opero in quel momento, sono un chirurgo e ho lo sguardo da chirurgo. Se al contrario io in quel momento sono un Maschio eccitato e ho lo sguardo di un Uomo che desidera quel Corpo di Donna intesa come Sicuro Piacere, allora chiamo la Signora e fuori dalla Sala Operatoria Le dico: Signora io son attratto da Lei, facciamo Sesso? Con tutte le probabili conseguenze a venire(Schiaffone).In realtà il rapporto tra Uomo e Donna non è Soggettivizzante ma è Soggettivo, cioè è legato al come mi sento con Te e come Tu donna ti senti con Me e quello che ci diciamo scambiandoci emozioni lo chiamiamo Amore perché' nutre l'Anima grazie alle emozioni condivise e il Corpo(le sensazioni percepite insieme). Un Terapeuta che vede il Paziente in modo diverso, ovvero non da Paziente, ha l'Obbligo deontologico di sospendere il Percorso Terapeutico e far chiarezza sul senso del suo Desiderio. Spesso se succede è un trasfert finito male, ma non è detto. Far chiarezza se ci sia reale Amore o Altro risulta difficile anche allo stesso Psichiatra che dovrà trasferire ad altro Terapeuta per chiarire il senso del Suo Coinvolgimento. Il fatto è che un uomo che ama una donna non parla in senso generico di rapporto fra eterosessuali come ha proposto il Medico. Credo sia evidente e non ritengo vi siano ambiguità a riguardo. Credo invece che il Medico abbia operato una scelta tecnica condivisibile e saggia per poterti aiutare ad avere maggiore consapevolezza nel qui ed ora e meno ambiguità nel Mondo Reale. E' possibile che tu abbia riconosciuto nella disponibilità al dialogo che è un atto dovuto sul piano contrattuale, qualcosa che con buona probabilità non esiste nella Realtà. Il Medico sta cercando di portarti qui ed ora e non lì tra le Convinzioni e i Pensieri. Credo che le Tue emozioni sia decontestualizzate dal Momento. Puoi accorgetene vivendo nel qui ed ora in ogni momento e recuperando cosa senti nel presente. Scrivi ambiguità ma un soggetto consapevole sente l'Altro e non pensa a cosa potrebbe significare "è un rapporto come quello che c’è tra eterosessuali". Un soggetto consapevole dice Io ti Amo e prima di dirlo lo senti dal tono di voce, dall'Atmosfera, dal Tatto, dal Dialogo. Nel Presente hai tutto, attivando il dato emozionale: Sento, non Penso di sentire! Nel Tuo caso, leggo una semplice fantasia molto comune poiché nel Terapeuta si proietta il proprio Ideale di Uomo, inteso come un Padre affettuoso e Presente. È sensato. Io da quando so leggere l'Anima, ho molto successo con le donne, ma evito perché ho imparato a superare le fantasie dell'Oggetto Donna e ad arricchirmi di cosa significhi Una Donna Persona. Chi conosce la struttura del Se, ha un potere molto grande sulle Persone perché conosce i sistemi che governano Emozioni e Pensieri e dubito che il Tuo Medico si sia spinto a indurti in errore. Il Medico sta solo sostituendo il Tuo Genitore Interno con alta Probabilità in modo da positivizzare in modo congruo ai tuoi desideri il Tuo Bambino Interiore.

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21 MAG 2015

Ciao Giulia...forse avevi scritto qualche giorno fa sullo stesso tema?

La relazione che si instaura con il terapeuta dovrebbe essere solo professionale, e a meno che il collega non stia attuando qualche tipo di tecnica per verificare le proprie ipotesi circa una diagnosi nei tuoi confronti...non c'è ragione che le frasi a te rivolte abbiano questo "retrogusto ambiguo", perché di fatto le tue energie invece di essere focalizzate sul lavoro terapeutico, vengono convogliate sul fantasticare un rapporto differente da quello che dovrebbe essere.

In 3 righe è facile evincere che la cosa ti incuriosisce e ti intriga, oltre che venire a bearti qui dai "suoi colleghi" per la situazione e questo per la consulenza che stai seguendo è piuttosto controproducente...se non addirittura dannosa.

Ti chiedo io: lui ti piace? Se sì, diglielo, interrompi il lavoro terapeutico e trova un altro collega che ti segua, e con lui se è libero da impegni...visto che definisce in un certo modo la vostra relazione, proponigli di uscire.

Oppure tutto è frutto di fantasie?
Chissà
Così ti toglierai ogni dubbio sulle sue affermazioni che tu definisci ambigue.

Claudia Popolillo - Studio Logos Psicologo a Lodi

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21 MAG 2015

Cara Giulia,
concordo con la collega. E' bene lei chiarisca con il terapeuta i suoi dubbi rispetto alla frase che ha pronunciato. Nel caso in cui risponda con ambiguità, glielo faccia presente; è un suo diritto ricevere una risposta pulita e senza increspature.

Cordialmente
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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20 MAG 2015

Cara Giulia,
la relazione terapeutica è sicuramente una relazione di affetto e stima. Per sapere cosa intendesse il suo terapeuta con quella affermazione, può solo chiedere spiegazioni a lui, in modo che non ci siano sospesi ed ambiguità fra voi, che potrebbero compromettere il rapporto terapeutico.
Cordialmente,
Dott.ssa Martina Gerbi

Dott.ssa Martina Gerbi Psicologo a Asti

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