Psicoterapia e setting

Inviata da Merak · 30 set 2022 Orientamento scolastico

Salve,
sono una studentessa di psicologia. Mi chiedo se si possa fare psicoterapia con un professore con cui si avrà a che fare in università e durante la specializzazione.
Come ci si comporta in questi casi? Come si può non avere ripercussioni sul setting, quindi sulla terapia?
Come si conciliano le due cose, se si conciliano?
Grazie

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Miglior risposta 1 OTT 2022

Gentile Merak,
come lei saprà, il setting è l'insieme degli aspetti spazio-temporali e concettuali che definiscono una buona relazione terapeutica.
Tuttavia, pur essendo fatto di regole da rispettare, in alcuni casi particolari è possibile da parte del terapeuta apportare qualche modifica o adattamento in maniera consapevole e responsabile.
Per rispondere alla sua domanda se può fare psicoterapia col suo professore universitario, risponderei perciò che può chiederlo direttamente a lui e che, per evitare possibili interferenze e/o contaminazioni di ruoli, sarebbe preferibile, a mio parere, scegliere un altro terapeuta visto che non mancano professionisti bravi.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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3 OTT 2022

Gentile Merak,
credo che la tua domanda già sia indicativa di qualcosa che non ti torna e che quindi potrebbe essere, per te in primis, un qualcosa di difficile gestione. Personalmente, credo che non sia ottimale mischiare i due piani, soprattutto in una fase di formazione così importante. Temo che la risposta possa non essere univoca a seconda degli orientamenti della singola scuola di specialità e ognuna darebbe le proprie motivazioni. Io ho una formazione psicodinamica e ho fatto nei 4 anni di scuola la mia terapia personale con un docente della mia scuola il quale, prima di iniziare, si é sincerato che non sarebbe stato mai mio docente negli anni e solo in quel momento ha accettato.
Credo che, in ogni caso, di fronte a possibili risposte differenti, la cosa migliore sia quella di fare un qualcosa in cui tu possa sentirti comoda e a tuo agio.
Resto a disposizione e ti saluto cordialmente,
Dott.ssa Martina Pazienti

Dott.ssa Martina Pazienti Psicologo a Torino

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3 OTT 2022

Buongiorno. Mi chiamo Massimiliano Castelvedere e sono uno psicoanalista S.P.I. di Brescia. Come più di un secolo di psicoanalisi dovrebbe averci insegnato (ma in realtà non ce l'ha insegnato mai abbastanza) l'interesse psicoterapeutico verso un/una paziente non può in alcun modo conciliarsi con altri interessi (affettivi, professionali, economici, ecc.) rivolti dal terapeuta a quella stessa persona. Nel caso in cui ci si infili in questo conflitto di interessi, è facile prevedere che ne derivi, prima o poi, un mare di guai, tutti collegabili all' l'interferenza del rapporto extra-terapeutico con la funzione ed il ruolo terapeutico del terapeuta, fino al vero e proprio collasso della psicoterapia.
Quindi la risposta alla sua domanda è: no, non si può fare psicoterapia col proprio professore universitario. Addirittura direi che se il professore fosse una persona seria, dovrebbe essere lui il primo a dirle che non può farlo e ad indirizzarla altrove (magari ad un collega di sua fiducia). Come potrebbe il professore, per fare degli esempi, valutarla in modo imparziale al proprio esame se lei fosse una sua paziente? Oppure, ancora peggio, come potrebbe muoversi serenamente ed obiettivamente (lui, ma anche lei) nel caso in cui nel percorso universitario doveste condividere un pezzo più significativo, come ad es. la tesi di laurea o un progetto di ricerca? Sempre per esemplificare, le cito il caso del training psicoanalitico S.P.I., che prevede sia buona norma, nel caso in cui un'analista debba tenere una lezione al gruppo di candidati di cui faccia parte un proprio paziente, che quel candidato abbandoni l'aula e non assista quindi alla lezione del proprio analista.
Infine, se non bastasse, le incollo qui sotto l'articolo 28 del codice deontologico degli psicologi, che mi sembra molto pertinente all'argomento in questione:
Articolo 28
Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale. Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito. Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale.

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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3 OTT 2022

Buongiorno.
Mi chiamo Massimiliano Castelvedere e sono uno psicoanalista S.P.I. di Brescia. Come dovrebbero averci insegnato più di 100 anni di pratica psicoanalitica (ma in realtà non ce l'hanno mai insegnato abbastanza) l'interesse psicoterapeutico verso un/una paziente non può conciliarsi in alcun modo con altri interessi (affettivi, lavorativi, economici, ecc.) rivolti verso la stessa persona. Quindi la risposta alla sua domanda è semplice: no, non è possibile fare psicoterapia con un professore con cui si debba condividere qualcosa di importante nella specializzazione universitaria. Se il professore universitario fosse una persona seria, dovrebbe lui stesso indirizzarla in psicoterapia altrove, magari da un collega di sua fiducia. Come potrebbe il professore, infatti, una volta che lei fosse sua paziente, giudicarla in modo imparziale al proprio esame? Oppure, ancora peggio, come potrebbe seguirla obiettivamente nella stesura della tesi di laurea, con l'aggravante dei contatti personali ripetuti che di solito ci sono fra professore e laureando/a?
L'alternativa potrebbe essere fare la psicoterapia con il professore ma non fare il suo esame universitario ed evitare di avere con lui qualsiasi rapporto all'interno dell'università. Le faccio l'esempio del training della società psicoanalitica italiana, dove, qualora capiti che il un analista debba fare lezione al gruppo di un candidato in formazione, è buona norma che quel candidato lasci l'aula e non partecipi nemmeno alla lezione medesima.
A scanso di equivoci, le copio infine l'articolo 28 del codice deontologico degli psicologi, che la dice lunga sul tema in questione:
Articolo 28
Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale. Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito. Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale.

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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3 OTT 2022

Buongiorno, sarebbe meglio, molto meglio di no. Il terapeuta, nella testa del paziente, dovrebbe essere solo la persona che vede nel setting clinico e non anche la persona che fa le docenze, o si vede scherzare con altri durante una pausa o davanti un distributore di caffè, o che si sente parlare con altri carpendo, magari, informazioni private, etc...tutte queste situazioni (e tante altre), banali e normali nel quotidiano, fanno sviluppare un'immagine diversa del proprio terapeuta...a questa immagine, inevitabilmente, verranno associate emozioni potenzialmente non utili per il percorso terapeutico.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo-Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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2 OTT 2022

Gentile Merak, il quesito che solleva non è di semplice risoluzione e come sempre non esiste una risposta univoca bensì punti di vista correlati a specifiche cornici teoriche e/o esperienze personali. Forse potrebbe chiedersi prima di tutto come mai avverte il desiderio di intraprendere un percorso di psicoterapia proprio con un docente universitario dal momento che sa già che avrà a che fare con lui durante tutto il percorso di studi. Potrebbe inoltre approfondire con lui la richiesta e il suo immaginario a riguardo e confrontarsi direttamente con lui per conoscere il suo modus operandi in casi come questo. Ciò detto, il setting di un percorso di psicoterapia è un campo minato e prezioso allo stesso tempo: in una situazione del genere si potrebbe verificare un sovraccarico di "reale" che potrebbe inficiare sulla fruizione del materiale inconscio e sul processo di simbolizzazione. Pertanto, le consiglierei di valutare altre possibilità che le permetterebbero uno spazio più neutro entro cui potersi muovere più liberamente. Le auguro di intraprendere la strada giusta per lei. Resto a disposizione, ADM

Dott.ssa Annarita Del Mese Psicologo a Torino

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2 OTT 2022

Cara,
fintanto che la relazione è solo terapeutica si può fare terapia e solo nel momento in cui le cose dovessero presentarsi come ostacolo,pregiudizievoli rispetto alla cura o conflittuali/disagevoli, affrontare la questione.
Il setting deve essere accogliente e privo di pregiudizi, motivo per cui le due persone in questione, terapeuta e paziente, non si conoscono..
Spero di aver risposto alla Sua domanda, ma resto disponibile per ulteriori chiarimenti.

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cantù

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1 OTT 2022

Buongiorno Merak,
la mia risposta è no non si può.
Avrà modo di esplorare anche il significato di questa domanda quando inizierà il su percorso psicologico.
Giordana Milani

Dott.ssa Milani Giordana Psicologo a Biella

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