Inviata da devonboglia96 · 22 giu 2020Psicoanalisi
Salve, volevo porre un quesito.
Sono un ragazzo di 24 anni,sono in psicoanalisi classica da 2 anni e mezzo (prima di questo ho fatto 1 anno di terapia psicodinamica) per un disturbo dell'umore/disturbo d'ansia (psichiatri diversi, diagnosi diverse). A febbraio mi è capitato di andare da un analista reichiana (allo sportello Lgbt della mia città) e sono stato colpito dalla differenza dell approccio terapeutico: il mio analista dietro le mie spalle, tendenzialmente "neutro", e invece la reichiana faccia a faccia a condividere il dolore con me, addirittura le sono scese due lacrime dopo aver raccontato degli episodi miei. Io ho sempre patito l essere "neutro" del mio analista ( infatti smisi la prima terapia anche per questo motivo) e quando mi sono imbattuto in questa terapista molto più "umana " proprio sono rimasto sorpreso in positivo. La mia domanda è, anche la terapia reichiana è valida?il mio analista sostiene che un approccio troppo "umano"(non e il termine giusto, ma non so come dirlo..) sia pericoloso per me,per questo motivo lui persiste ad essere un po più rigido. Il problema che io sono già una persona molto molto chiusa di mio, diffidente in primis verso me stesso, verso il mondo intero, penso che siano tutti cattivi ecc..quindi credo che mi riuscirei molto di più ad aprire se davanti mi trovo una persona più "umana" e sensibile. La mia domanda è: posso farlo o ci sono "controindicazioni"? Avete consigli da darmi?
Vi ringrazio tanto in anticipo,
Luca
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23 GIU 2020
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Buonasera,
sono uno psicoanalista freudiano, pratico principalmente l’analisi classica.
In un percorso di analisi è fondamentale che scatti il transfert tra il paziente e l’analista. Che cos’è il transfert?
Freud dice che la psicoanalisi si fa attraverso un trasporto e si accorge che questo avviene attraverso l’amore. Il rapporto d’amore diventa mezzo per far sì che l’altro possa lavorare produttivamente per capire se stesso. In questo processo è molto importante che l’analista rimanga il più neutro possibile per permettere al paziente di fare il lavoro, guidandolo.
Detto ciò, ciascuno trova la sua migliore cura poiché è psicologo di se stesso.
Rimango a disposizione.
Un cordiale saluto.
Dott. G. Gramaglia
23 GIU 2020
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Gentile Luca la cornice teorica e l'approccio terapeutico che un professionista usa sono degli "attrezzi", differenti tra loro ma validi se nello stesso tempo il terapeuta riesce a creare una buona alleanza con il paziente. Lei ha sentito probabilmente che essa manca dalla relazione con il suo attuale terapeuta e ricercarne un'altro è un passaggio positivo e coerente. È come se lei non trasse ciò di cui ha bisogno e si è attivato ricercando altrove questa possibilità. Non credo si tratta di fuggire da una relazione per non affrontare le difficoltà appunto relazionali e rifugiarsi in un'altra, si tratta di rispettare ciò che ha capito per sé stesso e darsi un opportunità creando delle condizioni migliori per la sua terapia. Se lo spirito di ricerca è tale potrebbe provare una consultazione con professionisti di approccio completamente differente da quello analitico per capirne le peculiarità (ad. es. sistemico famigliare, centrato sulla persona la schema Therapy oppure la Terapia Focalizzata sulle Emozioni EFT) e come potrebbe condividere un percorso in cui si sente compreso e validato in quanto una persona con vulnerabilità come tutti noi. Un' altra ragione valida per cui vale la pena cambiare terapeuta è quando ci sentiamo di ricevere qualcosa di buono ma che non ci fa crescere ed evolvere veramente. Spero di essere stata di aiuto rispetto alla sua perplessità. Inoltre non esiti di contattarmi per ulteriori chiarimenti, potrebbe essere utile a lei una breve consultazione per mettere meglio a fuoco i segnali su cui prestare attenzione nella scelta del professionista e come eventualmente portare avanti la sua scelta.
Buon proseguimento.
Dott.ssa Eleni Drakaki
Buon proseguimento
23 GIU 2020
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Salve Luca,
ti descrivi come una persona molto chiusa e diffidente, più che sorprenderti dell'approccio forse potresti sorprenderti di quanto tu oggi possa concederti di desiderare e " rischiare" una maggiore intimità e vicinanza.
Penso che tutti gli approcci possano essere funzionali ma è opportuno approfondire e affrontare questi dubbi con il tuo psicoanalista, sono convinta che tutte queste perplessità possano rivelarsi utili spunti da approfondire durante il colloquio.
23 GIU 2020
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La vera questione , secondo il mio parere, non si trova nelle persone che lei descrive così diverse e con approcci diversi, ma dentro la sua testa. Penso che si trovi in un momento della sua vita dove sente che qualcosa dentro di lei sta cambiando nel senso di un maggiore desiderio di vivere una relazione più coinvolgente, ma questo la fa spaventare perché teme di perdere una sicurezza a lei familiare . Appoggia questi sentimenti sulle figure dei due terapeuti ma la vera questione riguarda se stesso , il suo desiderio di crescere e la paura che lo accompagna. Non sorprenderebbe che la scelta fra questi due stili la stia vivendo in altri ambiti della sua vita. Sono processi normali che ci mettono dolorosamente di fronte a noi stessi.