Provare dolore fisico tramite l’immaginazione ed altri problemi gravi

Inviata da Alessandro · 3 dic 2021

Salve, sono un ragazzo di 19 anni e dopo un’estate di estrema confusione mentale caratterizzata dall’impossibilità di ragionare correttamente a causa di una miriade di pensieri intrusivi di contenuto violento o “senza senso(canzoni o immagini, anche inventate di sana pianta ripetute in continuazione)” risento di un grave problema che blocca i miei studi o qualunque attività che provochi l’applicazione di ragionamenti logici. Premetto che non sono mai stato una grande mente e da bambino non ho mai intrapreso attività che richiedessero molta logica, non ho mai giocato a carte, non ho mai giocato a un videogioco contenente parametri troppo complessi, non ho mai ascoltato o letto seriamente un film/libro, insomma, non ho mai sviluppato particolarmente il mio cervello. Inoltre dalle elementari per quasi tutte le superiori non riuscivo a fare addizioni/sottrazioni a mente. Inoltre studiavo veramente poco aritmetica e privilegiavo materie discorsive come storia e letteratura. Tutto questo mi ha portato fare i conti con il passato, infatti in età più sviluppata mi accorsi di avere molte lacune e cercai di sovraccaricarmi di allenamenti per colmarle tutte. Ed è qui che arriviamo all’estate citata all’inizio del testo. Calcolavo tutto, prendevo numeri casuali li sommavo/sottraevo tutto il giorno e ad ogni sbaglio la mia autostima si abbassava drasticamente, mi sentivo uno stupido in confronto ai miei compagni con capacità di calcolo oltre le mie possibilità, per me era un impresa anche il calcolo del resto, o addirittura l’aggiunta di un tot di soldi per ottenere un resto pieno(senza centesimi). Oggi posso dire di essere migliorato molto, di aver ottenuto una comprensione del testo efficiente, riesco a seguire abbastanza bene film o libri ed ho quasi risolto il mio problema nel sommare a mente. Credo sia il caso di scavare nei miei vecchi pensieri e nella loro evoluzione... inizialmente ero focalizzato sui calcoli matematici, poi mi interessai anche a giochi come scopa (per me il MASSIMO della difficoltà poiché ero costretto sia a contare sia ad elaborare strategie su quale fosse la migliore carta da buttare in campo), lì la mia confusione raggiunse il picco, non riuscivo a fare un ragionamento schematico e comprensibile , molti si diramavano talmente tanto che se dovessi li rappresentare graficamente assumerebbero la forma di un gomitolo molto, MOLTO disordinato. Poi mi focalizzai sulle parole, credevo di essere un analfabeta funzionale, credevo di non riuscire a comprendere le parole, proprio per questo abbandonai il normale intuito che permette di capire il contenuto di una frase senza essere particolarmente concentrato, e cominciai ad osservare lentamente le parole, con le varie e possibili sfumature di significato fino a creare il gomitolo di pensieri menzionato prima, nel quale è molto difficile muoversi.
Una volta mi convinsi di avere addirittura l’alzhaimer, e riuscì pure a simularlo! Bastava credere di non ricordare il pensiero fatto precedentemente e magicamente scompariva dal mio cervello! Mi sentivo completamente solo, la mia mente non era sicuramente una buona compagnia e risultava parecchio difficile ascoltare una conversazione con il rumore chiassoso del mio cervello di sottofondo (a volte riproduceva piccoli segmenti di canzoni all’infinito).
Poi cominciarono le immagini intrusive di stampo sessuale, premetto di essere feticista e di averlo accettato (più o meno) di recente. Tuttavia questo mio gusto mi portò a guardare tipologie di porno di tipologia bdsm , con i piedi posizionati in primo piano, questo genere di porno era la mia unica valvola di sfogo. Questa mia altra attrazione per il bdsm nacque in molto tempo ma cominciò fin da piccolo; i miei spesso guardavano film “crime” con rapimenti e scene di violenza, in particolare mi colpì la scena di un bambino imbavagliato chiuso in una scatola quasi conpletamente sotterrata posta sotto una macchina con(come se la macchina non bastasse) dei chiodi nel coperchio; rimassi parecchio traumatizzato da quella scena e inizialmente sviluppai una sorta di claustrofobia, immaginavo che situazioni del genere potessero essere avvenute realmente e che in ogni momento della giornata, ogni giornata, qualche altra persona potesse star vivendo la stessa condizione del bambino. Piano piano però mi abituai alle serie poliziesche dei miei genitori, ripudiavo la violenza di quelle scene ma mi eccitavo all’idea di violare una persona dei suoi movimenti o della sua parola, in particolare sviluppai una grandissima attrazione verso il nastro adesivo applicato davanti la bocca.
A volte mi rotolavo nelle coperte, altre nella tenda, altre volte mettevo il nastro adesivo nella mia bocca. Tra i 5 e i 10 anni riuscì (in qualche modo, la mia mente ha rimosso tutto) a farmi legare e farmi mettere in bocca il piede da mia cugina di circa due anni più grande, il tutto con l’inconsapevolezza di entrambi e la spensieratezza non malevola tipica dei bambini, non capivo esattamente cosa stesse succendendo dentro di me ma quella situazione mi piaceva. A 13-14 anni non vedevo l’ora che le amiche di mia sorella (di circa 1 anno in meno di me) venissero a casa per giocare con lei ed aspettavo il momento in cui si togliessero le scarpe per fare delle foto di nascosto ai loro piedi. Mi rendevo conto di quello che stavo facendo e cominciavo a odiarmi.Cominciarono ad affascinarmi anche i piedi di mia sorella , molte volte le facevo dei massagi e poi andavo a masturbarmi, come un porco senza morale, il mio odio verso me stesso saliva ma continuavo comunque a girare attorno ai piedi di MIA SORELLA.Il culmine arrivò in estate quando per giocare , bloccai le gambe a mia sorella (stavamo facendo uno pseudo combattimento) e involontariamente mi toccò il pene con i piedi, allora cominciò a muoversi per cercare di liberarsi, il movimento ripetuto mi fece eccitare, e mentre stringevo la presa eiaculai, ero arrivato al limite, ero un lurido verme, volevo uccidermi, perchè non mi ero fermato?

Veramente non avevo l’autocontrollo necessario per fermarmi? È stata colpa mia? Mai io non volevo.. Ancora oggi mi odio e vorrei cancellare tutto quello che ho fatto a quell’età, non posso vivere con questo peso sulle spalle. Sono un mostro e non posso nasconderlo sempre, a volte riesco a dimenticarmene e ritorno lo spensierato bambino di un tempo, ma poi ritorna in faccia la realtà dei fatti pesante come un blocco di marmo. Come ho potuto diventare così?Cosa è successo?Perchè sono così?
Ho vissuto con questo peso per anni, io e mia sorella abbiamo un meraviglioso rapporto e non le rifarei MAI E POI MAI niente di quello che ho fatto da più piccolo. Ora vorrei soltanto cancellare tutto, oppure ricominciare da capo, con la morale e la mentalità di adesso e con la consapevolezza di chi sa cosa è giusto e cosa no.
Non ho mai provato attrazione per mia sorella in sè, e non la proverò MAI, provo un sincero affetto per lei e la proteggerò sempre da chiunque le volesse fare male, anche se, forse, la persona che le ha fatto più male in assoluto sono io, anche se questo lei non lo sa.
Però questo non è il mio unico problema, anche se probabilmente è il maggiore...
Nel periodo in cui scoprì il bdsm scesì molto affondo in quel mondo fino a vedere video ai limiti dell’orrido. Tuttavia questo mio eccitarmi non era accompagnato dall’empatia per le “vittime” (anche se ogni video era prettamente autoriale, con cast,sceneggiatura ecc.. quindi non posso parlare di vere vittime meno male) alle quali venivano sottoposte delle piccole torture. Ho sempre evitato video troppo estremi ma nei picchi di eccitazione niente riusciva a limitarmi, per cui in quei momenti, seppur limitati nel numero, riuscivo a sottopormi alla visione di contenuti veramente terribili: da macchine di penetrazione automatizzate che per l’appunto penetravano donne legate e private della vista e della parola, a donne legate con pesetti attaccati alle labbra della vagina, legature molto strette che non lasciavano respiro al seno e strane apparecchiature che forzavano una donna a tenere la bocca aperta e ingerire forzatamente dello sperma. Più contorto era il video più la mia eccitazione saliva, non riuscivo a fermarmi. Dopo la masturbazione mi sentivo malissimo, non riuscivo a capacitarmi di quello che avevo fatto, nonostante tutto la situazione si ripeteva, più e più volte.

Ritornando all’estate della confusione mentale... in quel periodo riuscivo a sfogarmi solo tramite la masturbazione e tramite quel genere di video, masturbazione caratterizzata dalla più totale eccitazione e dalla limpidezza della mente durante. Non pensavo a niente, solo al piacere, piacere momentaneo.
Ma più volte mi masturbavo, più il ritorno alla realtà era brusco. Quel genere di video che mi guardavo mi fece ricordare un’altro video inviato “per scherzo” ( anche se di divertente in quel video non c’era nulla) da degli amici in un gruppo, nel suddetto video vi era una donna con le gambe molto aperte leggermente rialzata dalla parte del sedere mentre due altre donne versavano del latte e dei cereali all’interno della sua vagina, allargata ai limiti del fattibile.. cominciai a pensare a cosa avrebbe potuto provare quella donna e mi resi conto di poter immaginare in modo particolarmente vivido quella sensazione. Inoltre gli anni di video a cui avevo prestato visione mi confermarono quanto la mente umana fosse contorta e mi resi conto dell’illimitata quantità di schifezze che può partorire. Beh, cominciai a immaginare l’inimmaginabile, mutilazioni di organi riproduttivi, inserimento di corpi estranei nella vagina, spilli nel pene ecc...
Insieme si aggiunsero: hocd, pocd ed altre tipologie di disturbo ossessivo compulsivo. Spesso immaginavo di mettere il pene di mio padre in bocca e riuscivo a immaginarmi in maniera molto realistica la sensazione che avrei potuto provare, spesso mi veniva da vomitare e non nego di aver vomitato circa 2 volte all’elaborazione di questa immagine. In DAD durante le videolezioni invece immaginavo di bucarmi le vene con uno spillo o di infilarmi la punta dell’evidenziatore fino ai timpani, il tutto accompagnato dalle rispettive immaginazioni delle sensazioni, le quali sono più forti se il dolore immaginato è breve ma forte e pungente, in questo modo esso può essere ripetuto come se fosse un codice morse e diventa una vera e propria tortura, una sedia elettrica ma con i pensieri.
Inoltre, se un dolore colpisce una particolare parte del mio corpo io riesco ad amplificarlo notevolmente attraverso il mio pensiero. Se avverto un leggero pizzichio al naso immagino automaticamente di infilarmi una matita dal naso all’occhio, se ho mal di tenti immagino di raschiarli con il rasoio ecc...
Credo e spero di non aver tralasciato nulla, so già che serve una visita specializzata da uno psicologo, tuttavia non credo che riuscirei a confessare tutto ad una persona reale, susciterei sdegno in qualunque essere umano e sono abbastanza sicuro di essere un caso senza speranza, il mio solo esistere è superfluo ed anzi nocivo per tutti, anche per le persone a cui tengo di più.

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Miglior risposta 5 DIC 2021

Gentile Alessandro,
sia che riguardi calcoli matematici, sia che riguardi aspetti sessuali e parafilie o altre aree tematiche, il suo è un disturbo ossessivo-compulsivo di grado severo e come tale va trattato al più presto con terapia combinata farmacologica e psicoterapeutica.
In tal modo potranno ridursi intensità e frequenza dei pensieri intrusivo-ossessivi con i numerosi sensi di colpa ad essi correlati.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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7 DIC 2021

Buongiorno Alessandro,
ti consiglierei di intraprendere un percorso psicoterapeutico per trovare il suo benessere emotivo.
È importante Alessandro.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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4 DIC 2021

Salve Alessandro, ritengo molto importante che lei possa rivolgersi a un professionista poiché la situazione sembra essere complessa Tuttavia è importante anche identificare quelle che sono i pensieri negativi disfunzionali a rigidi che lei mette in atto e che le impediscono il cambiamento desiderato. Credo che un percorso cognitivo comportamentale poteva essere utile per esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e di studio motivi connessi e trovare strategie utili per gestire e fronteggiare i pensieri ossessivi onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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