Sono il papà di una bambina di sei anni che frequenta la prima elementare presso un istituto di suore. A mio giudizio per i primi sei mesi dell'anno scolastico mia figlia aveva un buon rendimento ed avendo delle potenzialità intellettive al di sopra della norma apprendeva velocemente la didattica . Pultroppo a mio parere ora risulta nella didattica superficiale ed indifferente ad ogni stimolo che le si presenta riguardante il suo percorso formativo, non vuole andare a scuola la mattina cosa che non faceva prima cercando d'inventare scuse non credibili. Secondo il mio parere questo atteggiamento è dovuto al comportamento che la sua insegnante suora ha nei confronti di mia figlia , inventando che la bambina da quando entra in classe fino a quando esce parla continuamente , la denigrandola davanti ai compagni e nonostante gli abbiamo spiegato la situazione all'insegnante invece di capirla è andata dalla bambina a dirle che se non si trova bene in questa scuola dove va puo andare da un'altra parte. Cosa mi consiglia in merito ? Come mi devo comportare ?
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12 MAR 2013
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Salve signor Stefano,
da quanto mi riferisce posso dedurre che l'atteggiamento dell'insegnante non è dei più corretti. Ad ogni modo, sebbene sbagliatissimo, questo atteggiamento della suora sembra essere una conseguenza di un qualche cambiamento che è avvenuto in sua figlia. Lei stesso mi dice che i primi mesi era molto contenta di andare a scuola. Bisognerebbe capire cosa è successo. Cerchi il più possibile il dialogo con sua figlia e se necessario non esiti a portarla da uno psicologo che la aiuti a esprimere il proprio disagio. I motivi del cambiamento di sua figlia potrebbero essere molteplici, potrebbe avere difficoltà nella relazione con gli altri compagni, essere una bambina molto vivace che non riesce a stare a lungo seduta al banco in silenzio o semplicemente annoiarsi. In ultimo, non è da trascurare l'ipotesi che la bambina possa avere delle difficoltà di apprendimento che le creano frustrazione (es. dislessia, discalculia). Deve considerare che queste difficoltà sono presenti in circa il 5% di bambini di intelligenza normale e spesso si evidenziano soltanto con l'inizio della scuola. Per valutare quest'ultima ipotesi potrebbe rivolgersi ad uno psicologo che si occupi di disturbi specifici di apprendimento. E' comunque importantissimo capire il più presto possibile quali siano i motivi del disagio e porvi rimedio prima che sua figlia si disaffezioni troppo alla frequentazione della scuola e allo studio. Se vorrà pormi ulteriori domande non esiti a contattarmi. Spero di esserle stata d'aiuto. Dott. Francesca Figliozzi
24 DIC 2018
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Carissimo,
se questa suora l'ha così presa di mira allora tanto vale cambiare classe. Oppure, ma se ne vale la pena, parlare con la suddetta per chiarire meglio la situazione.
22 MAR 2013
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Buongiorno,
la sua bambina ha avuto un cambiamento notevole a quanto riferisce, ma non è chiaro a cosa sia dovuto e perché la sua insegnante abbia tenuto un comportamento del genere. Il fatto che la bambina chiacchiera non mi sembra un problema così eccessivo in prima elementare. provi a chiedere un colloquio con la suora cercando di capire insieme come aiutarla e parli con sua figlia rassicurandola in merito alle sue capacità. i problemi di apprendimento spesso sono legati a stati emotivi e non necessariamente ad un disturbo in quanto tale che comunque non può essere diagnosticato prima del secondo anno di scolarità per la dislessia e al terzo anno per la discalculia.
spero di esserle stata di supporto.
cordiali saluti dott..sa silvia tonelli
13 MAR 2013
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Gentile papà, sicuramente è successo qualcosa che ha profondamente turbato la bambina, magari una semplice sgridata... o magari l'essersi accorta di non essere la migliore,magari l'ansia di dover dimostrare sempre di doverlo essere... le ipotesi possono essere svariate.
Come sa che viene denigrata? Se comunque posso rassicurarla, per esperienza personale, avendo frequentato da bambina un istituto religioso, ho in prima persona vissuto atteggiamenti denigratori e molto pesanti da parte delle suore; tuttavia, non sono morta per questo.
Ai nostri giorni si è portati ad iper-proteggere i nostri figli e poco tollerare le piccole ingiustizie che la vita, in quanto vita propone. Anziché allarmarci facilmente (non dico che sia questo il suo caso) forse sarebbe più utile minimizzare ai loro occhi ed aiutarli a capire quello che accade. Ciò comporta fatica ed il rischio di sbagliare, ma un atteggiamento comprensivo e non iper-protettivo può servire molto.
Fossi in lei, dopo aver parlato e ri-parlato alla bambina,starei a vedere come si evolvono le cose e, nel caso in cui le vedesse peggiorare o non migliorare contatterei uno psicologo infantile.
12 MAR 2013
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Gentile Stefano,
spero che, pur non rispondendole via mail dato che purtroppo non visualizzo i suoi dati se non il nome dell'inviante della domanda, possa leggere la mia risposta. La situazione appare delicata e non è escluso che la difficoltà di sua figlia non riguardi l'apprendimento dal punto di vista cognitivo o di impegno, ma coinvolga invece un piano più emotivo e psicologico: è molto importante poter inquadrare quale sia la problematica profonda che la sua bambina manifesta, per cui le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo che si occupi di problematiche infantili della sua zona. Se lo desidera, rimango a sua disposizione, può contattarmi tramite questo stesso portale. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
12 MAR 2013
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Gentile Stefano,
la sua bimba a parte il rifiuto verso la scuola è serena? Manifesta altre forme di disinteresse o di rifiuto ? Com'è il rapporto con voi genitori e le amichette ?
Se il disagio è circoscritto all'ambito scolastico possono essere intervenuti due fattori. Il primo è che forse la scuola non ha stimolato adeguatamente le sue potenzialità e quindi la bimba si annoia. Il secondo risiede nell'atteggiamento dell'insegnanteche l'ha demotivata ancora di più. Cosa racconta sua figlia delle giornate scolastiche ?
Sarebbe opportuno indagare i sentimenti della bambina verso il contesto scolastico ed anche se il tipo di didattica sia adeguata allo sviluppo delle sue capacità.
Un saluto
Dott.ssa Cristina Mencacci