Problemi con i miei genitori

Inviata da Andrearco · 2 ago 2021

Buon giorno,
Ho 30 anni e vivo ancora con i miei genitori. Lavoro anche con loro nell'attività di famiglia (che da qualche anno è mia ma loro continuano a lavorare ed a prendere decisioni!). Ho sempre avuto un rapporto di soggezioni rispetto ai miei genitori, anche da adolescente avevo paura di chiedere permesso per andare ad una festa o in discoteca e quindi evitavo di chiedere e non facevo nulla. In questi anni, lavorando e vivendo con loro ho sempre cercato di comportarmi come volevano loro e seguendo le loro regole (anche se a volte questo limitava la mia libertà). Da qualche mese ho conosciuto una ragazza di cui mi sono innamorato tantissimo: inutile dire che fin da subito sono iniziati i problemi a casa. Ho iniziato a prendermi un po' più tempo per me stesso e stare con lei (lavoro circa 50 ore a settimana.. quando ero solo spesso la sera mi dedicavo ancora al lavoro, non avendo altri interessi, ma ora le cose sono cambiate.. e comunque sto facendo tutto quello che devo fare al lavoro), vedo la mia ragazza praticamente ogni giorno (abitiamo a circa 80 km di distanza quindi facciamo un po' a testa). A volte torno a casa tardi, dopo mezzanotte, perché cerco di stare con lei io più possibile.

Tutte queste cose ai miei genitori non vanno. Mi hanno detto che sto trascurando il lavoro, che tornando a casa così tardi lì farò ammalare e che li sto trattando male. Io ho chiesto scusa se ho fatto qualcosa di sbagliato e mi dispiace che loro pensino questo, ed ho detto loro che vorrei solo avere un po' più di libertà perché comunque sono grande. questa cosa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: mia madre mi ha detto che si è offesa ed ora non mi parla più, e mi ha detto che se succedesse qualcosa a mio padre (lui ha problemi cardiaci,) sarebbe colpa mia e de mio comportamento e non devo farmi più vedere...

Io non capisco più se sono io sbagliato o se loro sono troppo chiusi mentalmente.

Inoltre questa situazione mi fa stare veramente male: sto male psicologicamente e mi fa male la pancia.

Solo quando sto con la mia ragazza mi sento bene e riesco a non pensare a questa situazione che ho in casa.

Vi ringrazio infinitamente per il vostro aiuto.
Cordiali Saluti
Andrea

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Miglior risposta 3 AGO 2021

Caro Andrea,
maturare, diventare adulti e individuarsi come uomo significa anche sganciarsi da meccanismi familiari che impediscono la propria evoluzione e di condurre una vita a proprio modo.
Colpevolizzare e minacciare una persona che si sta emancipando rispetto alla famiglia di origine è una sorta di manipolazione affettiva, può generare sensi di colpa importanti al fine di impedire il normale distacco. É come voler mantenere a tutti i costi quel cordone ombelicale che lega madre e figlio alla nascita, ma per evolversi bisogna tagliarlo. Ciò non significa necessariamente non rispettare i proprio genitori, non amarli, chiudere i rapporti, ma imparare a mettere le giuste distanze e a far rispettare i proprio bisogni, le proprie decisioni, la propria autonomía e indipendenza.
Questo processo sembra essere ostacolato in questo momento, è naturale che lei stia male e si senta così.
É importante trovare un modo equilibrato per sganciarsi emotivamente dalle pressioni familiari. Potrebbe aiutarLa molto un supporto psicologico volto a capire e comprendere meglio le dinamiche in atto e a migliorare le sue abilità personali, necessaria a questo processo, a gestire al meglio le scelte e la quotidianità.
Sono a sua disposizione, qualora volesse o ne sentisse il bisogno ricevo anche online.
Le auguro di riuscire a vivere una vita appagante, nel rispetto dei suoi bisogni e dei propri sentimenti, oltre a quelli degli altri.
Buona giornata,
Dr.ssa Annalisa Signorelli

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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3 AGO 2021

Gentile Andrea,
Diventare autonomi vuol dire seguire le proprie emozioni e i propri desideri, elaborare progetti di vita e prendersi le proprie responsabilità.
A volte genitori troppi apprensivi ostacolano questo processo. Per paura e in modo inconsapevole, infatti, desiderano che il figlio non si emancipi e non si allontani da loro e, dietro un atteggiamento protettivo, esercitano un controllo continuo. Si può trattare di un potere diretto (nel suo caso, le decisioni che prendono sul lavoro) o indiretto (colpevolizzandola per i suoi comportamenti troppo indipendenti). Questo controllo può generare insicurezza, mancanza di fiducia e di slancio vitale, ansia e somatizzazioni.
Lei, grazie anche alla relazione affettiva che ha instaurato, ha preso coscienza della sua situazione, e questo è già un notevole passo avanti.
Ne parli con la sua ragazza, elabori con lei un progetto di vita comune, e se non siete ancora pronti per una convivenza, faccia almeno l’esperienza di vivere da solo. Continuerà a vedere i suoi genitori ogni giorno al lavoro, svolgerà le sue attività lavorative con la stessa dedizione e sua madre prima o poi ricomincerà a parlarle. Quanto si problemi cardiaci di suo padre, non ne è certo lei il responsabile, e non credo che per questo lei debba rinunciare alla sua vita.
Forse ciò non eliminerà del tutto i suoi sensi di colpa ( che sono sempre difficili da sconfiggere!) ma l’aiuterà a gestirli, a sentirsi libero e a realizzarsi come persona.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Falcolini

Dott.ssa Elisabetta Falcolini Psicologo a Sansepolcro

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3 AGO 2021

Buonasera Andrea,
a volte è davvero difficile emanciparsi, differenziarsi, prendere la propria strada individuale. E' difficile se non si ha la "benedizione" o l'autorizzazione dei genitori. In realtà bisogna ricordare che la libertà non può venire concessa ma va conquistata. Gradualmente e consapevolmente occorre che i suoi genitori comprendano che lei ha diritto di fare le sue scelte e di crescere. Non vedo nulla di sbagliato in lei. E i suoi genitori dovranno accettare che non sono più loro tutto il suo mondo e che la perderanno solo se si opporranno alla sua evoluzione, costringendola a scegliere tra la sua ragazza e i suoi genitori. Al di là della prima reazione, può essere che sia possibile parlare con loro e rassicurarli che non li abbandonerà ma non può rinunciare alla sua vita. Le auguro il meglio e resto a sua disposizione, anche online. Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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3 AGO 2021

Caro Andrea,
Seguo con attenzione la tua preoccupazione.
Giustamente e anche grazie a questa ragazza, hai iniziato a vivere.
Essere responsabile ma anche iniziare ad assaporarti il piacere nel fare cose al di fuori del lavoro.
Non devi fartene una colpa anche i suoi ti fanno sentire in colpa.
Per uscire da questa dinamica familiare credo non puoi cambiare la loro mentalità anche perché non la cambieranno ormai.
Tuttavia grazie un percorso psicologico potrai avere meno ansie e somatizzazioni causate da questo senso di colpa.
Resto a disposizione anche online.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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3 AGO 2021

Carissimo,

è più che normale che lei esprima l'esigenza di svincolarsi dalla sua famiglia di origine. Invece, le pressioni psicologiche che i suoi le continuano a fare a 30 anni, "minacciando" il peggioramento della loro salute se lei passa il tempo con la sua ragazza, ad esempio, è tutt'altro che funzionale al suo benessere psicofisico. Il male alla pancia potrebbe essere dovuto alla somatizzazione del suo malessere provocato dalle esigenze sempre più stringenti e "a tenaglia" dei suoi. Cosa succederebbe se si sposasse e andasse a vivere altrove? I suoi dovrebbero guardarsi in faccia e fare i conti con il loro rapporto.
Si dia l'opportunità di concedersi uno spazio di ascolto e riattivazione delle sue risorse in modo da sviluppare maggiore assertività e sicurezza in se stesso.
Sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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3 AGO 2021

Carissimo Andrea,
è normale ad un certo punto della propria vita volersi evolvere come essere umano "separandosi" dai genitori per capire chi si é e cosa si desidera veramente. I suoi genitori, nonostante la sua età, sembra facciano molta fatica a capire che lei ormai non è più un bambino e non riescano ad accettare il suo desiderio di indipendenza mettendo in atto quei ricatti affettivi che creano in lei forti sensi di colpa per qualcosa che, come dice giustamente, non ha nulla di sbagliato.
Quando si parla di separarsi da loro non significa litigare, rompere i ponti o trattarli male ma semplicemente capire che si è una persona diversa che ha bisogno di intraprendere il proprio percorso personale da solo o con una persona con la quale ritrovarsi e realizzare un nuovo percorso di vita.
Un sostegno potrebbe aiutarla prima di tutto a smorzare i sensi di colpa che prova e a sfogare la frustrazione che sta provando in questo momento e che potrebbe portarla ad una rottura con i suoi. Inoltre potrebbe aiutarla a rinfrancare la sua autostima e le sue risorse per trovare la modalità più funzionale per far capire ai suoi che è il momento di "spiccare il volo" da solo senza per questo volere loro meno bene.
Sono a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Barbaro
(ricevo anche on line)

Dottoressa Stefania Barbaro Psicologo a Milano

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