Buongiorno a tutti i professionisti di questa piattaforma. È la prima volta che parlo con qualcuno di questo problema, è il mio lato più oscuro e sul web non si trova molto.
Sono un ragazzo gay do 26 anni, sto per laurearmi in Medicinae ho una parafilia, la iatrofilia. Mi eccita visitare i ragazzi, mi eccita guardare video, anche non porno, in cui ciò succede. Mi vergogno molto per questa situazione e ho il terrore di parlarne con qualcuno poichè credo che questo possa portarmi a rinunciare a tutti questi pesantissimi anni di studio e, soprattutto, vorrei capire quanto la mia parafilia abbia influenzato la mia scelta. Leggendo qualche articolo, ho trovato che la iatrofilia possa essere ricondotta ad un trauma ospedaliero, a 16 anni sono stato per due mesi in ospedale per trattare un tumore del cervelletto ed è stata questa esperienza a farmi prendere questa decisione.
Un'ultima precisazione. Quando faccio i vari tirocini e mi capita di trovarmi nella mia parafilia, non mi eccito. Può accadere solo ricordando l'evento a distanza.
Come devo muovermi? Grazie a chiunque possa avere la pazienza di rispondermi e non giudicarmi.
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28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile L.,
ritengo che la scelta degli studi di Medicina sia stata influenzata dall'esperienza del pregresso trauma ospedaliero piuttosto che dalla iatrofilia che, senza volerla giudicare, potrebbe forse avere una qualche correlazione col suo orientamento sessuale.
Tuttavia, sebbene lei affermi che l'eccitazione dovuta a questa parafilia non si verifica nella pratica clinica ma solo quando ricorda a distanza di tempo gli eventi, sembra che lei viva con discreto disagio questa condizione per cui è consigliabile approfondire la tematica in psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
31 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao L.
credo che già prenderne coscienza sia un primo passo importante, che ti deve portare a gestire, con l'adeguato supporto, questo aspetto del tuo desiderio sessuale. Se lasciato nell'ombra, rischia di farti arrancare professionalmente e soprattutto di crearti dei sensi di colpa già sul percepito, oltre che l'eventuale agito. E' chiaro che è necessario inquadrare il vissuto e incanalarlo in un orizzonte di senso che non ti comprometta dal punto di vista professionale e che percorra un eventuale percorso parallelo ma non contiguo a quello professionale. E' necessario quindi capire cosa esattamente scatta per gestirlo al meglio.
Se ti serve, resto a tua disposizione per un breve colloquio conoscitivo gratuito online, per capire se posso aiutarti.
Un caro saluto
Angelo
dr. Angelomaria Alessio
Psicologo esperto in sessuologia
28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso per la prima volta questa sua esperienza. Le dico che ovviamente non si può dare una definizione a quello che sta vivendo soltanto con questo breve testo. Ad ogni modo lei riporta un interesse ed un desiderio sessuale nel ricordo di visite mediche fatte o visionate su ragazzi. Quella che lei chiama iatrofilia in realtà è una condizione diversa che potrebbe non interessarla direttamente se non per alcune similitudini. La parafilia è un intenso e persistente desiderio sessuale diverso dal consueto interesse sessuale localizzato nelle zone genitali con partner di qualsiasi sesso, quindi avere un desiderio sessuale per altro che non sia convenzionale non ha effetti negativi. Nel momento in cui questo intenso desiderio causa un disagio allora possiamo parlare di un disturbo. Lei afferma che durante le visite nei tirocini non prova eccitazione, ma la prova soltanto dopo, immaginando o ricordando la situazione. Le fantasie sono essenziali nella sessualità sia individuale sia di coppia, queste ci aiutano nell'eccitazione e nel provare piacere. Quindi, se dovessero rimanere a questo livello non creano danno a nessuno, anzi aiutano, ma se dovessero creare un danno significativo a lei o a terze parti (per esempio ai giovani che visita) allora è il caso di rivolgersi ad un terapeuta, o meglio ad un sessuologo, per approfondire la tematica in questione per cercare di alleviare la sua sofferenza.
Le auguro una buona giornata,
Dott. Samuel Dell'Anno
28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno L.,
è già stato un passo importantissimo il suo riuscire a "parlarne".
La cosa che posso indicarle è quella di iniziare un percorso psicologico di conoscenza di sè per comprendere le origini di tale suo stato emotivo; solo diventando consapevole di come e perché sia insorto potrà riuscire ad averne il controllo e a comprendere come, quanto e se abbia influenzato la sua scelta di studio e di conseguente lavoro.
Carl Rogers affermava: "Esiste un curioso paradosso: solo quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare".
Nulla di più vero per tutti.
Un caro saluto.
Dr.ssa Danila Cerrato
Psicologa - Psicoterapeuta
28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao,
il sintomo che ti preoccupa sembra chiaro e sarebbe anche da capire se, al di là del problema pratico che ti procura, tu soffra giudicandoti negativamente per questo problema.
Tornando alla parafilia ho l'impressione che sia stata coinvolta l'emozione del disgusto, emozione che percepiamo in risposta a una violazione dei confini personali (qualcosa di indesiderato che entra nel nostro corpo/sangue). Questo sarebbe coerente con l' "intrusione" dell'operazione al cervelletto (nel caso in cui tu abbia subìto un'operazione chirurgica). Nel visitare un paziente naturalmente l'intrusione è invertita.
Sia per risolvere la difficoltà di cui scrivi sia per comprenderla meglio, è necessario un percorso psicoterapeutico.
Spero di esserti stato d'aiuto e ti auguro il meglio.
Un caro saluto
28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro,
la sessualità, il desiderio, le fantasie erotiche, sono aspetti che possono essere influenzati da diverse variabili ed esperienze fatte nel corso di vita.
Alla luce di quanto riporta le consiglio di intraprendere un percorso mirato con uno/a psico-sessuologo/a in modo da lavorare su quanto alimenta ciò che descrive, quindi anche sulle cause e l’origine, ma soprattutto su come agire oggi per vivere la sua sessualità e il suo futuro lavoro in modo appagante e sereno. Si può apprendere un nuovo modo di vivere o gestire le fonti di eccitazione senza che ciò infici gli altri ambiti della vita.
Io resto a sua disposizione per aiutarla.
Augurandole il meglio, le invio un caro saluto!
Dr.ssa A. SIGNORELLI, esperta in sessualità, sessuologia clinica e vita Relazionale (sedute anche online)
28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile utente,
un supporto psicologico sui vissuti descritti potrebbe essere utile nel contenere le sue angosce e le sue paure.
Mi sembra di capire ci sia anche un vissuto sospeso, non elaborato, legato all'esperienza di ospedalizzazione che ha vissuto in passato.
Ecco, queste sono le ferite coperte e messe a tacere ma che comunque continuano a far male. Non lasci che siano loro a parlare per lei.
Cordialmente.
Studio Associato Dott. Ferrara Diego Dott.ssa Sonia Simeoli
28 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro L., comprendo la sua vergogna e il suo terrore nel parlare con qualcuno di questa sua situazione. Il timore di essere giudicati spesso ci impedisce di aprirci anche con chi ci sta più vicino. Credo che parlare con un professionista per iniziare un lavoro su se stesso potrebbe esserle utile per capire come questa sua parafilia vada ad influire sulla sua vita.
Resto a disposizione.