Salve sono un ragazzo di 20 iscritto ad ingegneria informatica. Ho scelto questa università perché l'informatica è sempre stata la mia passione, purtroppo da circa 8 mesi soffro di violenti attacchi di panico da esame da circa una settimana prima di ogni esame praticamente. Inizio a dormire male, sudare ed avere problemi di stomaco, quando poi arrivo all'università il giorno del esame sto malissimo e non riesco a dare gli esami ho provato ad andare da diversi psicologi ma non è cambiato niente. cosa posso fare?
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29 OTT 2015
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Gentile Michele,
manca la storia dei tuoi 20 anni di vita per comprendere l'origine di questa tua fragilità e questo è il primo momento da capire per potere poi, in psicoterapia, accompagnarti e darti gli strumenti per superare questa insicurezza, questa paura e questo blocco.
Tu dici che il giorno dell'esame arrivi all'Università che stai male e non riesci a dare l'esame. Immagino tu voglia dire non ti siedi proprio davanti al professore e non hai perciò neanche la possibilità di sapere se le domande ti metterebbero in difficoltà oppure no e in pratica ti bocci da solo cioè ti trasformi nel professore che ti boccia.
E invece è proprio questo che non devi fare, nel senso che, quando sei consapevole di avere studiato bene e padroneggiare sufficientemente la materia d'esame, poi ti devi andare a sedere davanti al professore e non trasformarti tu nel professore e bocciarti da solo.
Capisco tutto quello che ti si può agitare dentro perchè da giovane l'ho provato anche io moltissime volte nel corso dei miei lunghi studi. Anche io dormivo male durante la settimana precedente all'esame sognando l'esame e la mattina dell'esame avevo addirittura attacchi di colite e salivazione azzerata.
Tuttavia correvo in bagno appena arrivavo all'Università e mi portavo la bottiglietta d'acqua per poter parlare durante l'interrogazione senza che mi si asciugasse la bocca ma non mi sono "mai" rifiutato di presentarmi di fronte al docente ed a quell'epoca non avevo la possibilità e l'intelligenza di capire che mi avrebbe aiutato una buona psicoterapia!!
A proposito di psicoterapia, tu dici che sei stato da diversi psicologi ma suppongo che hai più che altro "conosciuto" diversi psicologi senza però fare una vera psicoterapia.
In effetti molte persone pensano che andare qualche volta da uno o più psicologi significhi fare una psicoterapia ma non è così perchè, almeno nella mia concezione, fare una psicoterapia significa affrontare una seduta settimanale regolarmente per non meno di un anno.
Se non hai fatto questo, puoi dire che sei andato da uno o da più psicologi ma non puoi dire che hai fatto una psicoterapia!
Spero di averti dato qualche spunto di riflessione e mi auguro che riprendi la psicoterapia nel modo giusto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
29 OTT 2015
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Gentile Michele, bisognerebbe prima appurare se quelli di cui soffre sono attacchi di panico (paura della paura) o ansia da prestazione che spesso colpisce gli studenti universitari. Oppure se soffre in comorbilita' di entrambi i disturbi. I due problemi prevedono approcci terapeutici differenti. Importante è avere una diagnosi corretta per capire le origini del disturbo e affrontare una psicoterapia. La psicoterapia cognitivo comportamentale offre dei protocolli di trattamento efficaci e di breve durata basati su esercizi pratici. Cordialmente.
28 OTT 2015
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Se questi attacchi di panico sono limitatti all'imminenza degli esami e non si manifestano crisi d'ansia in altre occasioni ( cosa che suggerirebbe una diagnosi psicodinamica più estesa ) la psicoterapia ipnotica neo-eriksoniana può risolvere rapidamente il disturbo. Cordiali saluti. Dr. Marco Tartari, Asti
28 OTT 2015
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Buongiorno,
immagino per lei sia difficile affrontare la dimensione università. Sarebbe importante comprendere la natura dei disagi, quale sia la causa scatenante, può essere non legata all'università. 20 anni è un periodo difficile di maturazione personale e professionale. Provi a contattare uno psicoterapeuta con approccio psicoanalitico, le potrà essere utile. Auguri
Dott.ssa Croci
28 OTT 2015
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Caro Michele,
La soluzione migliore è quella di rivolgerti a uno psicoterapeuta che ti aiuti a capire i motivi per cui arrivano questi attacchi e i modi migliori per uscire da questo pesantissimo tunnel. E' un peccato, infatti, scegliere di continuare a converci e a subirli, trattandosi di un disturbo guaribile (e, in genere, nemmeno in tempi troppo lunghi)!
28 OTT 2015
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Buongiorno Michele, io sono un terapeuta Cognitivo-Comportamentale, ma non le posso garantire che con me o con questo tipo di terapia, i suoi attacchi di panico spariranno. Questo perchè, come già detto altrove, non importa tanto la teoria quanto la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta. Dunque, nelle sue precedenti esperienze, che relazione terapeutica siete riusciti a creare? Che cosa è successo 8 mesi fa nel suo ambiente di riferimento? Sicuramente un qualcosa per cui il suo sistema si è trovato in un contesto di sofferenza e che, giustamente, non vuole più riprovare. Per cui anticipa gli stimoli ambientali che costantemente ci colpiscono per vedere se quel contesto possa ricrearsi ed adotta delle condotte di evitamento (come, per es., l'attacco di panico, la fuga, etc.). Ho utilizzato il singolare in quanto, generalmente, il vero e proprio attacco di panico è il primo, mentre quelli successivi sono attacchi di ansia forte (ripeto, in genere), che nasce per non soffrire nuovamente quanto si è sofferto la prima volta. Descritta così sembra semplice, in realtà, come ha già sperimentato e come per ogni sintomatologia, anche l'attacco di panico ha delle resistenze ad andare via. Questo, in prima battuta, in quanto il sintomo permette la sopravvivenza del suo sistema (anche se non permette a lei di vivere bene). Per questo, per quale sia la teoria del terapeuta, per quanto sia egli bravo, niente conta più della sua motivazione ad esporsi emotivamente ed a livello comportamentale ad una terapia incisiva e, si spera, definitiva, offrendole gli attrezzi (le risorse) per poter gestire da solo questi attacchi di ansia/panico. Dunque le consiglio di andare da un collega specialista di ansia e problemi con il giudizio esterno. Infatti, una mia ipotesi è che la sua ansia, tra le altre cause, abbia anche quella del giudizio altrui e di compiacerlo, forse un po troppo. Ma non vado avanti più di così e lascio che sia la coppia terapeutica ad analizzare e trovare le reali cause di questa ansia eccessiva, soprattutto in alcuni contesti.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti Psicologo/Psicoterapeuta,
Costruttivista Postrazionalista-Roma
28 OTT 2015
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Buongiorno Michele
comprendo la su richiesta di aiuto, soffrire di attacchi di panico e sentirsi incapaci di portare avanti una scelta fatta con passione crea un profondo stato di malessere.
Indica come momento in cui si sono verificati gli attacchi un periodo che risale a circa 8 mesi fa. E' importante provare ad indagare cosa è accaduto in quel momento che ha generato l'emersione di questa sintomatologia. Inoltre sarebbe necessario comprendere se lei ha già sofferto in passato di altri sintomi legati allo spettro dell'ansia, in quanto il panico rientra in questa grande famiglia di disagi psichici.
Come lei ha scritto ha seguito già alcuni percorsi che non hanno avuto un esito positivo. Le consiglio di provarci ancora, gli attacchi di panico si possono superare e si può tornare a stare meglio. L'approccio cognitivo-comportamentale oppure sedute di sostegno psicologico associate a pratiche di rilassamento, sopratutto in vista degli esami possono essere delle valide soluzioni. Sicuramente deve avere pazienza ed essere determinato a voler stare meglio. Dipende molto da lei, un terapeuta è un valido sostegno/guida ma conta molto la sua volontà di risolvere dei nodi psicologici che in questo momento le creano malessere.
Le auguro di stare meglio
Dott.ssa Raffaella Celi
28 OTT 2015
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Buongiorno Michele,
dalle sue parole sembra che il problema degli attacchi di panico da esame stia limitando la sua vita, quantomeno quella universitaria.
Peraltro dice di aver ‚provato‘ già diverse psicologi, ma non si riesce a comprendere qualcosa di più rispetto a questi percorsi.
Forse nei suoi tentativi ha affrontato alcuni punti e non altri…ancora. Si tratta anche di capire quali sono gli obiettivi concordati col terapeuta e i tempi prospettati come necessari alla risoluzione del problema.
Forse la sua aspettativa non coincide con i tempi del percorso.
Io non conosco l’orientamento seguito dai suoi terapeuti ma posso dirle che la terapia breve-strategica o anche quella cognitivo-comportamentale danno dei risultati soddisfacenti. Occorre tuttavia un tempo, che non è infinito e una disponibiltà a „fare“ cose molto pratiche.
Ci pensi!
Le auguro un buon e fruttuoso percorso
Saluti
Dott.ssa Lara Sciscio