Ciao, scrivo perché mi rendo conto che le difficoltà nello studio non sono state risolte, e ora a 23 anni mi porto ancora.
Mi è capitato di leggere sin da piccola di leggere ma di non metterci mai l'attenzione, anche ora da grande capita così, poi mi rendo conto che quando sono all'università per prendere appunti a lezione, mantengo una breve attenzione, per carità cerco di ascoltare e capire qualcosa ma involontariamente mi distraggo subito (mente distolta da pensieri e contenuti mentali) mantengo breve attenzione, come se fosse spenta e assente la mia attenzione, potrei avere l'ADHD prevalentemente disattenta?!
Poi purè quando leggo ci sono troppi pensieri che mi distolgono e non metto l'attenzione necessaria, mi porta ad essere più lenta a finire, non fa altro che sminuire la mia autostima perché sono sempre stata lenta a finire e a concentrarmi a causa dell'attenzione breve molto breve, poi ho notato che se un compito che costa fatica farlo non lo faccio e non mi impegno perché so di fare fatica. Mi ha sempre fatto arrabbiare quando i miei genitori rinadissero che la difficoltà nello studio fosse data dalla pigrizia, perché non è solo la pigrizia ad affliggermi, e informandomi ho letto che la svogliatezza e pigrizia fa parte proprio di questa sindrome che ho letto, perché per il disattento è più facile essere pigro, questa cosa mi ha fatto arrabbiare che mi porta ad autopunirmi con una lametta perché so che non è solo la svogliatezza ad affliggermi nelle difficoltà cavolo, il bello che nessuno lo sa, per questo voglio tagliarmi, dai miei non mi sento capita, come faccio a farmi capire di più?!
Sopratutto perché voglio tagliarmi perché so di non essere capita cos'è che me lo porta a fare che potrei avere?!
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30 GEN 2023
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Gentile Giulia,
non si può escludere che i suoi disturbi attuali siano la conseguenza di una sindrome ADHD oppure di un lieve ritardo cognitivo non correttamente diagnosticato e curato all'epoca.
La bassa autostima, la frustrazione e la rabbia possono poi spiegare adesso il rivolgere aggressività verso se stessa con l'autolesionismo per trasformare il dolore psichico in dolore fisico più facilmente accettabile e gestibile.
In ogni caso è indispensabile intraprendere un percorso di psicoterapia per migliorare sia l'autostima che le competenze emotive e cognitive.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
30 GEN 2023
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Gentilissima Giulia, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrivi, e immagino il tuo malessere che stai vivendo, tanto da arrivare a farti del male. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia ti potrebbe aiutare ad esplorare e comprendere a fondo se vi sono reali problemi di attenzione, ma soprattutto individuare delle strategie alternative per gestire questa frustrante situazione.
Resto a disposizione
AV
30 GEN 2023
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Buongiorno Giulia,
Immagino la sofferenza per arrivare a pensare di auto punirsi così. Per questo temo che dietro i sintomi che potrebbero corrispondere ad un disturbo dell'attenzione, si potrebbe celare un trauma non risolto. Per questo le consiglio di provare a parlarne con un/una collega per poter avere un parere più approfondito.
Spero che possa stare meglio presto,
30 GEN 2023
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Carissima,
potresti effettivamente avere un disturbo di ADHD, anche se tale sindrome va valutata con appositi test neuropsicologici.
Tali prove devono essere somministrate da psicologi esperti. Parlane con i tuoi genitori, vedrai che capiranno. Se non capiscono fai leggere loro questa mia mail, in modo che si convincano che è meglio andare a fondo su questo eventuale problema.
Fammi cortesemente sapere come ti muoverai.
Colgo l'occasione per augurarti un buon 2023.
Dott.Gabriele Lenti
Psicoterapeuta Genova
30 GEN 2023
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Buongiorno
Penso che avrebbe.bisogno di fare, riabilitazione sulla attenzione , concentrazione, e farei anche un training sull 'ansia.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
30 GEN 2023
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Cara Giulia, mi spiace davvero per ciò che prova. Non abbia fretta di mettere un'etichetta al suo malessere, questo esiste indipendentemente da una diagnosi ed è da questo che deve partire. Si rivolga a un terapeuta, con il suo aiuto acquisirà miglior consapevolezza delle emozioni e dei pensieri che stanno alla base del suo malessere, trovado anche le strategie migliori per poterli gestire. Sarà il suo terapeuta pian piano a valutare se si possa ipotizzare anche un disturbo dell'attenzione.
Per qualsiasi domanda o chiarimento resto a disposizione, anche online.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Miculian
29 GEN 2023
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Buongiorno, di solito l'ADHD ha esordio in età infantile e si presenta associata all'iperattività, cioè a un bisogno del bambino di muoversi continuamente, di alzarsi dal banco, di passare da un'attività all'altra e di correre ecc.
E' necessario fare una diagnosi differenziale corretta. Anche se la difficoltà nel concentrarsi è tipica dell'ADHD, ci sono altre sindromi che potrebbero giustificarla. Anche stadi ansiosi e/o depressivi possono compromettere la capacità di concentrazione. La velocità di pensiero (tachipsichismo) e i pensieri intrusivi sono un'altra espressione di disturbi ansiosi e/o dell'umore.
Va inoltre valutata la presenza di altri sintomi, come la scarsa autostima e gli atti di autolesionismo che lei riferisce. Notoriamente essi sono un meccanismo di autoregolazione di chi prova forti emozioni disforiche con il quale cerca istintivamente di ridurre la sofferenza psicologica sovrapponendo ad essa il dolore fisico.
I giudizi e i rimproveri dei suoi genitori di certo non aiutano, soprattutto se rivolti ad una persona che ha una particolare sensibilità, come immagino lei sia.
Infine, c'è da considerare anche la possibilità che in età infantile avesse effettivamente l'ADHD (o qualche disturbo dell'apprendimento) e che nello sviluppo si sia associata un'altra sindrome. Difficoltà in ambito cognitivo si presentano spesso in associazione a quadri sintomatologici che rientrano nella sfera emotiva. E' pertanto necessario procedere alla raccolta dei dati anamnestici e della sua storia di vita e clinica, al fine di tracciare un quadro quanto più preciso possibile.
Ritengo pertanto importante che lei si rivolga ad uno/una psicoterapeuta per una puntuale diagnosi e per intraprendere un percorso di terapia che potenzi la sua capacità di riconoscere le sue emozioni, nonché di consapevolizzare e gestire i suoi processi di pensiero. Migliorando la gestione delle emozioni e potenziando le sue capacità metacognitive, sicuramente migliorerà la sua capacità di concentrazione e il suo rendimento in qualsiasi attività della vita.
28 GEN 2023
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Ciao Giulia
Non è questa la sede per fare diagnosi e ti invito ad evitare di auto diagnosticarti disturbi per non incorrere in pensieri polarizzati rispetto ai tuoi pensieri/comportamenti.
Purtroppo spesso le difficoltà attentive vengono scambiate per pigrizia e questo provoca senso di impotenza e inadeguatezza di cui è opportuno prendersi cura.
Non aspettare a chiedere aiuto
Ti abbraccio
Resto a disposizione online
Dott.ssa Eleonora Giulia Bono