Potenziale inespresso: ho 32 anni e non so ancora
Buonasera,
sono una ragazza (donna?) di 32 anni.
Figlia di un operaio e una casalinga, cresciuta in un comune abitato da meno di 9 mila anime, lontanissimo da città "vive", fin da quando ero piccola, tutti gli adulti intorno a me (genitori, amici di famiglia, insegnanti) mi hanno sempre elogiata per la mia presunta intelligenza.
Sono stata un po' viziata e iper-protetta: i miei volevano che studiassi e non pensassi al lavoro. Così, finito il liceo, scelsi di iscrivermi a Dietistica, una triennale sanitaria, andando per esclusione, più che facendo una scelta consapevole.
Una volta laureata, sono andata in crisi, perché, pur avendo conseguito il massimo dei voti, non mi sentivo assolutamente all'altezza di svolgere quella professione. Successivamente, mi sono resa conto che il problema erano i miei DCA, che non mi permettevano in alcun modo di migliorare il rapporto con il cibo degli altri, se il mio, per primo, era disfunzionale.
Da lì, negli anni, mi sono buttata in eterogenee esperienze formative, vivendo in città diverse (sempre abbastanza piccole), e durante le quali quali, similmente a tutti i percorsi di studi intrapresi, rendevo molto bene, con poco sforzo*, e venivo particolarmente apprezzata dai docenti. Il problema era che, ogni volta, mi ritrovavo con il titolo per fare un qualcosa che scoprivo generarmi più ansia che interesse.
* il poco sforzo per raggiungere risultati scolastici non lo intendo dovuto a qualche mia presunta qualità, anzi. Ritengo che persino il mio corso di laurea fosse una vera e propria barzelletta, rispetto a tutti gli altri corsi al di fuori delle professioni sanitarie. I miei esami erano decisamente piccoli e semplici, e non ricordo nessuna materia per la quale io abbia dovuto studiare un intero libro (di solito erano sufficienti un po' di slides e qualche capitolo qui e là). Anzi, sono convinta che se avessi scelto un qualsiasi altro cdl, avrei avuto parecchie difficoltà a portarlo a termine. Questo, anche in virtù del fatto che non ho mai dovuto imparare ad impegnarmi per raggiungere niente, e tutt'ora non ho fiducia nel fatto di poterci riuscire in futuro, qualora i miei obiettivi si facessero impegnativi (forse proprio per questo non sono mai riuscita a darmi obiettivi particolarmente ambiziosi).
Comunque, per smettere di procrastinare il raggiungimento della mia indipendenza economica, ho iniziato a fare lavoretti generici qui e là, senza mai riuscire a mantenermi completamente per più di qualche mese consecutivo, motivo per il quale, già da qualche anno, sono tornata a vivere coi miei.
Per ora sto andando avanti svolgendo lavoretti casuali, per lo più in estate, visto che la mia zona muore in inverno.
Però sento di avere un enorme potenziale che non riesco ad esprimere, che non so in che direzione convogliare. Ho diversi interessi e talvolta qualche idea su cosa potrei fare "da grande" per sentirmi appagata e utile, ma tendo ad essere molto poco costante e queste idee sfumano, in genere, molto rapidamente.
Mi sento sprecata a fare la commessa o l'operaia: sento di avere molto altro da dare, e da prendere, sia a livello cognitivo, che umano, ma non so come farlo.
Ci ho tenuto a precisare il fatto di essere sempre vissuta in ambienti umili e poco popolosi, perché penso che questo fattore sia stato determinante nel rendermi poco consapevole delle opportunità lavorative esistenti, al di là delle professioni più "tradizionali" e diffuse nelle realtà di provincia. Aggiungiamoci pure che non ho quasi mai avuto delle reti sociali alle quali aggrapparmi, cosa che ha contribuito a rendere ancora più povera la mia esperienza conoscitiva del mondo del lavoro.
Come obiettivo a medio termine, infatti, mi sono prefissata di trasferirmi in una grande città, per ampliare le mie prospettive e le mie possibilità.
Nel frattempo, però, sento il bisogno di confrontarmi con qualche professionista che possa aiutarmi a capire quali siano i miei punti di forza, i miei limiti e i punti deboli sui quali io possa lavorare.
Ho già intrapreso diversi percorsi psicoterapeutici negli anni, e ho capito che per ogni fase della vita, per ogni differente problema che si voglia affrontare, esiste un diverso professionista adatto.
Ora, credo che il professionista che possa fare al caso mio sia uno psicologo/psicoterapeuta specializzato in career coaching, ma mi rimetto al vostro giudizio per avere opinioni più esperte al riguardo.
Intanto vi ringrazio per avermi letta fino qui e ringrazio ulteriormente chi vorrà fornirmi il proprio punto di vista.
Ogni tipo di spunto di riflessione sarà graditissimo.
S.