Poca stima e rispetto da parte del mio compagno
Sto con questo ragazzo da 10anni.Inizialmente tutto perfetto, dopo un anno abbiamo deciso di andare a vivere insieme, approfittando della casa che mia nonna mi lasciò in eredità, ma era da ristrutturare quasi completamente. Inizialmente decidemmo di rifare solo la cucina ma poi lui decise di fare tutto perché "non voleva vivere come gli zingari", non ero molto d'accordo perché all'epoca non avevo lavoro e quando lo trovavo durava poco a causa di tirocini regionali dove, dopo 6 mesi, ti mandavano via. Arriva il 2017,la casa è pronta, ci trasferiamo, io sempre senza lavoro. Qui iniziano i problemi, dato che era lui a portare la pagnotta a casa non smetteva di farlo notare, con battutine o anche litigi di pessimo gusto. Finalmente ad aprile 2018 trovo un lavoro stabile, finalmente serenità mentale e indipendenza economica. Anche lui, stesso mese, cambia lavoro e ne trova uno molto più redditizio del precedente. Capita però che, alla fine del 2018,inizia una nuova crisi, dovuta al fatto che lui stava formando una ragazza, con la quale passava la maggior parte della giornata e con la quale si sentiva, di continuo, anche in chat. Inizio ad alterarmi e a dirglielo, più e più volte, ma niente, per lui era lavoro, non stava facendo nulla di male, ma intanto io mi sentivo messa da parte, non capita, e la fiducia riposta in lui si stava esaurendo molto velocemente. Gli diedi un ultimatum, in cui gli spiegai che la corda si stava spezzando, che capivo tutto, lavoro ecc ecc, ma che lui, al posto mio, mi avrebbe silurata senza neanche darmi il tempo, come io l'ho dato a lui, di spiegarmi. Inizia finalmente a capire e a comportarsi bene. Inizio a riacquistare fiducia in lui, procede tutto bene fino a marzo 2020,perdo il lavoro a causa del covid, sono costretta a chiedere la disoccupazione ma non basta. Faccio tutto in casa, per anni non gli ho mai chiesto 1€ per contribuire alla spesa delle varie tasse (anche perché aveva speso tanto per la casa in cui viviamo e mi seccava chiedergli qualcosa) ma ora non ce la faccio e, immancabilmente, nonostante lui guadagni veramente benissimo, mi fa pesare il mio essere, a suo avviso, mantenuta. Mi sento una fallita, mortificata, in difetto, di continuo e ciò che è peggio lui non mi capisce. Ho avuto un esempio diverso dai miei genitori, in cui mio padre, purtroppo e gravi ragioni, non ha mai lavorato se non gli ultimi 10anni della sua vita, la pagnotta la portava mia mamma e mai, e riscrivo MAI, gli ha fatto pesare questa situazione, mai lo ha fatto sentire un parassita, un peso, una zavorra. Mi sento inutile e mi sto stancando, anche perché parlare con lui è praticamente inutile, delle volte mi sembra di ragionare con un minorato mentale